R: [Cabrinews] I risultati scolastici italiani

Roberto bicicletta a tin.it
Dom 30 Dic 2007 17:08:05 CET


Cari amici della lista,

 

ritengo anch’io che sia opportuno valutare i complessi e ricchi risultati
del PISA tenendo in debito conto differenze talvolta molto forti e
rilevanti.

 

La Lombardia, il Veneto e l’Emilia Romagna stanno lavorando alla stesura di
rapporti regionali sui risultati del PISA 2006 con analisi molto dettagliate
ed approfondite. Credo che nella tarda primavera/inizio estate i rapporti
saranno disponibili e consentiranno proprio quelle valutazioni necessarie
per studiare un fenomeno così articolato e differenziato rispetto alle
deludenti medie nazionali. Inoltre l’Emilia Romagna (USR) ha già dato inizio
ad una serie di videoconferenze aperte a tutte le scuole delle regione per
presentare i primi risultati del PISA 2006.

 

Non escludo che ci siano anche altre regioni che stiano lavorando in questa
direzione (rapporti ed altre iniziative), ma mi limito a riferire delle
situazioni che conosco meglio.

 

Per i pochi che per caso non ne fossero a conoscenza, la Lombardia, il
Veneto, il Piemonte, l’Alto Adige – Sudtirol e la Toscana hanno prodotto un
rapporto regionale anche per il 2003.

 

Nella speranza di aver fornite un utile contributo informativo per una
futura ricca discussione sui risultati di PISA, rinnovo a tutti gli amici
della lista i miei migliori auguri per un 2008 ricco di serenità e felicità.

 

Roberto Ricci

 

  _____  

Da: cabrinews-bounces a liste.keynes.scuole.bo.it
[mailto:cabrinews-bounces a liste.keynes.scuole.bo.it] Per conto di Furio
Petrossi
Inviato: domenica 30 dicembre 2007 16.34
A: Lista di discussione sul software matematico
Oggetto: [Cabrinews] I risultati scolastici italiani

 

Approfitto dell'acqua calma generata dalle festività in corso per gettare un
sasso.

Leggo che tra i punti della proposta Dini sulla scuola (Corriere della sera,
http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_30/dini_lettera_programma_41cb33
92-b6b1-11dc-976f-0003ba99c667.shtml ) c'è il seguente:

5. La realizzazione del sistema nazionale di valutazione dei risultati
scolastici, per legare ogni incremento reale delle retribuzioni degli
insegnanti a livello e dinamica della preparazione scolastica degli allievi.
Altrimenti i ritardi nella formazione scolastica dei nostri giovani, sempre
più evidenti nel confronto internazionale, pregiudicheranno la capacità di
sviluppo dell'Italia per il prossimo mezzo secolo.


Ora viene il sasso.
---------------------------- inserto ---------------------------------
Un pacco di ...
diAndrea Valcic
Il Gazzettino, Domenica 23 Dicembre 2007 Edizione Udine

Un pacco di dati sotto l'albero. Riguardano la scuola italiana e il livello
di conoscenza dei nostri studenti, paragonato ai loro coetanei europei.
Quelli dell'Ocse - Pisa resi noti dal ministro Fioroni in verità giravano da
tempo tra gli addetti al lavori, ma sembravano non aver creato più di tanto
sconcerto.

Un alone quasi di sconforto e rassegnazione avvolge l'istruzione italiana.
Apprendere quindi che sessantadue su cento dei suoi quindicenni non sanno
perchè fa notte o che trentacinque non abbiano un minimo accettabile di
conoscenza matematica, ha creato qualche interrogativo solo per lo spazio di
un titolo giornalistico e la constatazione di essere ben sopra la media
europea. C'è però qualche cosa che non torna, ma che non bisogna aver paura
di denunciare. Prendiamo la matematica: la media Ocse di insufficienti è del
22\%, quella italiana del 35\%, un bel divario. Poi però ti accorgi che nel
Nord est essa è del 18\%. Sì, siamo ai livelli alti dell'Europa. La
sorpresa, senza annoiarvi con altre cifre, ma fidatevi, continua in tutti i
settori analizzati dall'indagine.

I nostri studenti sono bravi, sono bravi i nostri maestri, i professori, i
presidi: Perchè negare questa realtà annegandola nella più triste situazione
nazionale?. Forse per non sembrare in qualche modo razzisti verso il
Meridione, i cui dati fanno drammaticamente crollare la media, oppure perchè
quel senso di rassegnazione comincia a fra presa anche dalle nostre parti?

Se esiste una categoria, una professione che ha perso peso,
rappresentatività è proprio quella degli insegnanti. Mal pagati per un ruolo
che ormai non viene riconosciuto a livello di opinione pubblica,
sottovalutati nel loro impegno produttivo eppure primo bersaglio delle
famiglie quando i loro pargoli deragliano dalla retta via.

Dalla scuola si pretende di tutto e di più, senza dotarla di mezzi almeno di
sopravvivenza. Non sono leggende metropolitane le collette negli istituti
per comperare la carta igienica e il sapone!

Nonostante questa situazioni continuano in Friuli a svolgere il loro dovere
e i risultati sono davanti agli occhi dell'Europa.

La mia generazione convive con Babbo Natale, ma è nata con Gesù Bambino e a
lui è stata scritta, alle elementari, la prima lettera della nostra vita.
Con il pennino e l'inchiostro. Le lettere grandi e con gli svolazzi, ma
senza macchie.

Qui si è sempre insegnato bene e con passione, a sottolineare l'importanza
del sapere come fattore di emancipazione.

Facciamolo conoscere all'Italia, visto che l'Europa lo sa già.

---------------------------- fine inserto ---------------------------------

Vi assicuro che il giornalista non ha torto ed il Liceo Marinelli presso cui
ho insegnato fino a settembre ha ottenuto punteggi molto al di sopra la
media in tutte le valutazioni nazionali (+ casi di eccellenza di studenti
vincitori di concorsi internazionali, matematica compresa), tanto che in
collegio docenti ho proposto di dimunuire il programma e le attività per non
esagerare rispetto alla media nazionale.

Non ho risposte, in quanto come neopensionato non avrò gli aumenti eventuali
di stipendio generati dall'esito positivo del punto 5 sopra riportato.
Sono conscio che le "situazioni ambientali" possono influire sulla media del
rendimento scolatico e qui abbiamo ancora viva la tradizione austriaca e
solo meno del 4% di disoccupati.
Ma oltre che parlare delle prove finali qui bisogna che nella scuola
superiore si rimetta mano agli obiettivi.
L'ultimo grande intervento lo abbiamo avuto con il PNI, che ha ormai
esaurito spinta propulsiva e funzione storica.

Obiettivi e verifica del loro grado di raggiungimento.

Non credo si possa accettare l'iinterpretazione dei media che parlano di una
Scuola italiana di basso livello.
Il giornalista ha ragione, bisogna fare le differenze e bisogna che gli
italiani lo sappiano.

Furio Petrossi

Buone feste!



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