R: [Cabrinews] scienza e religione

Antonio Colecchia antonio.colecchia a tele2.it
Dom 2 Dic 2007 13:28:18 CET


Concordo con le considerazioni di Ezio Monti e con questo tornerei ad
occuparmi di matematica.

Antonio Colecchia

 

   _____  

Da: cabrinews-bounces a liste.keynes.scuole.bo.it
[mailto:cabrinews-bounces a liste.keynes.scuole.bo.it] Per conto di Monti Ezio
Inviato: domenica 2 dicembre 2007 10.02
A: Lista di discussione sul software matematico
Oggetto: Re: [Cabrinews] scienza e religione

 

Desidero fare una premessa: da quando sono iscritto a questa lista, composta
sicuramente da credenti e non credenti, da atei disponibili a dialogare con
i credenti e da altri, invece, un po’ astiosi nei confronti della Chiesa,
non ho ancora visto interventi su temi legati alla religione cristiana che
non fossero fortemente polemici se non addirittura rancorosi.

E a mio avviso, quando viene a mancare una certa sobrietà, è facile
incorrere anche in argomentazioni non del tutto rigorose sotto il profilo
logico.

Desidero anche analizzare il contenuto della lettera del collega Malacarne,
serenamente e pacatamente, pur nelle evidentissime e forti diversità di
vedute.

Mi propongo tuttavia di contestarle insinuando qualche dubbio in quelle che
a me appaiono sentenze troppo affrettate.

 

Il primo a tirarci per i capelli è il papa.

Questa affermazione, o rappresenta un assioma (se preferite un dogma) o è
supportata dalla frase che la segue e cioè 

in nessun altro paese si dà così tanto spazio al papa nei telegiornali e,
anche quando vengono riportati i suoi pensieri, questi non sono
necessariamente al centro del dibattito culturale e politico. 

Se è un assioma, vale quanto la sua negazione; nel secondo caso, invece,
come può essere imputato al Papa che gli venga dedicato uno spazio eccessivo
nei media? E’ colpa (o merito) del Papa se i telegiornali italiani gli
dedicano un tempo maggiore di quanto non facciano quelli degli altri paesi? 

Con gli storici referendum sul divorzio e sull'aborto gli italiani hanno
dimostrato di sapere ragionare con la propria testa.

Mi piacerebbe sapere se questa affermazione vale solo per i casi in cui la
maggioranza degli italiani ha espresso pareri conformi a quelli di Malacarne
oppure se ha validità generale. Per esempio, sulla legge 40/2004 riguardante
la procreazione assistita, gli italiani, non andando a votare per il
referendum, e impedendone quindi l’abrogazione, hanno dimostrato di saper
ragionare?

Relativismo è buono perché assolutismo è cattivo.

Non mi risulta che relativismo sia la negazione di assolutismo. Mi pare che
il primo termine faccia riferimento alla mancanza di valori condivisibili e
condivisi (nel caso in questione quelli etici), e il secondo ad un regime
politico nel quale tutto il potere è nelle mani di una sola persona.
Pertanto, si può concordare sul fatto che l’assolutismo è cattivo senza che
da ciò consegua che il relativismo è buono? Non mi sembra che sia come dire
che se A è vero allora non A è falso.

Chi crede di avere la verità in tasca sarà sempre antidemocratico, non
disposto al confronto con gli altri.

Il cristiano consapevole di ciò che significa esserlo, sa di non avere la
verità in tasca. Anche perché, per il cristiano, la Verità e una Persona. Mi
sembra invece che altri pretendano di averla. Chi legge le affermazioni in
grassetto, deve interpretarle come semplici congetture o come verità già
acquisite?

Gli assolutisti religiosi pretendono di trasformare le loro opinioni
religiose in leggi dello Stato che, invece, è di tutti.

Trovo che il verbo pretendere sia fuori luogo. Il Papa e la Chiesa italiana
esprimono il proprio modo di vedere le cose, come è loro diritto. I
cittadini italiani possono ascoltarla (come raramente accade) o non
ascoltarla (come spesso accade e come testimoniano i referendum sopra citati
sul divorzio e sull’aborto). 

I cittadini diventano maturi se non la ascoltano e succubi se la ascoltano? 

Sarebbe uno strano modo di giudicare le cose, per usare le parole di Pascal.

Riguardo all’Illuminismo, il discorso diventa molto complesso. Un’analisi
più approfondita permetterebbe, forse, una conclusione un po’ meno
ottimista; sono stati enumerati tanti buoni frutti e nessun aspetto
negativo. Possibile che sia un giudizio del tutto obiettivo?

Se in Europa non ci fosse stato l'illuminismo, dal punto di vista delle
relazioni sociali, non saremmo molto diversi dall'Afganistan, dall'Iran,
dall'Arabia Saudita.

Fino a qualche tempo fa affermazioni di questo tenore erano considerate
politicamente scorrette perché presupponevano una superiorità (in questo
caso riguardo alle relazioni sociali) dei nostri popoli rispetto ad altri.
E’ cambiato qualcosa nel frattempo?

Quanto al matematico Odifreddi: posso supporre, dalla sua biografia, che le
sue competenze matematiche siano di alto livello. Ma anche se fosse il più
grande matematico vivente, o addirittura il più grande di tutti i tempi,
come potrei da ciò dedurre che sono culturalmente rilevanti le sue frequenti
escursioni in altri ambiti?

 

Cordialmente,

Ezio Monti

----- Original Message ----- 

From: HYPERLINK "mailto:enrimal a yahoo.it"Enrico Malacarne 

To: HYPERLINK "mailto:cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it"Lista Matematica
Cabrinews 

Sent: Saturday, December 01, 2007 3:34 PM

Subject: [Cabrinews] scienza e religione

 

Spero che in questa lista non si arrivi a una guerra (verbale) di religione,
o tra religiosi e non.

Però qualcuno ci tira per i capelli.

 

Il primo a tirarci per i capelli è il papa (sembra che anche Manzoni lo
scrivesse con la "p" minuscola prima della sua folgorante conversione). In
nessun altro paese si dà così tanto spazio al papa nei telegiornali e, anche
quando vengono riportati i suoi pensieri, questi non sono necessariamente al
centro del dibattito culturale e politico.

Con gli storici referendum sul divorzio e sull'aborto gli italiani hanno
dimostrato di sapere ragionare con la propria testa: non hanno bisogno di
tutori.

Il papa usa le parole "relativismo" e "illuminismo" con una accezione
negativa e mi fa venire in mente il presidente degli USA Ronald Regan che
usava con una accezione altrettanto negativa la parola "liberal" riferita ai
suoi avversari politici.

 

Non voglio annoiarvi; cerco di esserre sintetico e quindi un po' manicheo.

Relativismo è buono perché assolutismo è cattivo. Chi crede di avere la
verità in tasca sarà sempre antidemocratico, non disposto al confronto con
gli altri. Gli assolutisti religiosi pretendono di trasformare le loro
opinioni religiose in leggi dello Stato che, invece, è di tutti.

Una persona di buon senso, pur avendo profonde convinzioni, è sempre pronta
al confronto con gli altri e sa che la vita politica, proprio perché
riguarda tutti i cittadini, è fatta di mediazione tra punti di vista
diversi.

 

I frutti storici dell'illuminismo sono stati: la trasformazione degli esseri
umani da sudditi a cittadini, la libertà per tutti, l'uguaglianza dei
cittadini di fronte alla legge, l'uguaglianza politica (una persona, un
voto), i diritti dell'uomo, la fine delle monarchie assolutiste benedette da
dio e dai papi.

Se in Europa non ci fosse stato l'illuminismo, dal punto di vista delle
relazioni sociali, non saremmo molto diversi dall'Afganistan, dall'Iran,
dall'Arabia Saudita. Le donne che ruolo avrebbero?

 

Basta conoscere un po' la storia delle religioni e, in particolare, la
storia del cristianesimo e del cattolicesimo per rendersi conto della
"storicità", cioè della relatività, delle loro opinioni. Da quanto tempo lo
stato vaticano ha abolito la pena di morte? Da quanto tempo ha detto che la
tortura è sempre da condannare? Leggete il bel libro del matematico
Piergiorgio Odifreddi e lo saprete.

 

Scusate la lunghezza. Per ora mi fermo, ma se mi ritirate per i capelli, mi
rifaccio vivo.

 

Un affettuoso saluto a tutti.



Enrico Malacarne 


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