[Cabrinews] scienza e religione

Monti Ezio montifor a alice.it
Dom 2 Dic 2007 10:01:50 CET


Desidero fare una premessa: da quando sono iscritto a questa lista, composta sicuramente da credenti e non credenti, da atei disponibili a dialogare con i credenti e da altri, invece, un po' astiosi nei confronti della Chiesa, non ho ancora visto interventi su temi legati alla religione cristiana che non fossero fortemente polemici se non addirittura rancorosi.

E a mio avviso, quando viene a mancare una certa sobrietà, è facile incorrere anche in argomentazioni non del tutto rigorose sotto il profilo logico.

Desidero anche analizzare il contenuto della lettera del collega Malacarne, serenamente e pacatamente, pur nelle evidentissime e forti diversità di vedute.

Mi propongo tuttavia di contestarle insinuando qualche dubbio in quelle che a me appaiono sentenze troppo affrettate.

 

Il primo a tirarci per i capelli è il papa.

Questa affermazione, o rappresenta un assioma (se preferite un dogma) o è supportata dalla frase che la segue e cioè 

in nessun altro paese si dà così tanto spazio al papa nei telegiornali e, anche quando vengono riportati i suoi pensieri, questi non sono necessariamente al centro del dibattito culturale e politico. 

Se è un assioma, vale quanto la sua negazione; nel secondo caso, invece, come può essere imputato al Papa che gli venga dedicato uno spazio eccessivo nei media? E' colpa (o merito) del Papa se i telegiornali italiani gli dedicano un tempo maggiore di quanto non facciano quelli degli altri paesi? 

Con gli storici referendum sul divorzio e sull'aborto gli italiani hanno dimostrato di sapere ragionare con la propria testa.

Mi piacerebbe sapere se questa affermazione vale solo per i casi in cui la maggioranza degli italiani ha espresso pareri conformi a quelli di Malacarne oppure se ha validità generale. Per esempio, sulla legge 40/2004 riguardante la procreazione assistita, gli italiani, non andando a votare per il referendum, e impedendone quindi l'abrogazione, hanno dimostrato di saper ragionare?

Relativismo è buono perché assolutismo è cattivo.

Non mi risulta che relativismo sia la negazione di assolutismo. Mi pare che il primo termine faccia riferimento alla mancanza di valori condivisibili e condivisi (nel caso in questione quelli etici), e il secondo ad un regime politico nel quale tutto il potere è nelle mani di una sola persona. Pertanto, si può concordare sul fatto che l'assolutismo è cattivo senza che da ciò consegua che il relativismo è buono? Non mi sembra che sia come dire che se A è vero allora non A è falso.

Chi crede di avere la verità in tasca sarà sempre antidemocratico, non disposto al confronto con gli altri.

Il cristiano consapevole di ciò che significa esserlo, sa di non avere la verità in tasca. Anche perché, per il cristiano, la Verità e una Persona. Mi sembra invece che altri pretendano di averla. Chi legge le affermazioni in grassetto, deve interpretarle come semplici congetture o come verità già acquisite?

Gli assolutisti religiosi pretendono di trasformare le loro opinioni religiose in leggi dello Stato che, invece, è di tutti.

Trovo che il verbo pretendere sia fuori luogo. Il Papa e la Chiesa italiana esprimono il proprio modo di vedere le cose, come è loro diritto. I cittadini italiani possono ascoltarla (come raramente accade) o non ascoltarla (come spesso accade e come testimoniano i referendum sopra citati sul divorzio e sull'aborto). 

I cittadini diventano maturi se non la ascoltano e succubi se la ascoltano? 

Sarebbe uno strano modo di giudicare le cose, per usare le parole di Pascal.

Riguardo all'Illuminismo, il discorso diventa molto complesso. Un'analisi più approfondita permetterebbe, forse, una conclusione un po' meno ottimista; sono stati enumerati tanti buoni frutti e nessun aspetto negativo. Possibile che sia un giudizio del tutto obiettivo?

Se in Europa non ci fosse stato l'illuminismo, dal punto di vista delle relazioni sociali, non saremmo molto diversi dall'Afganistan, dall'Iran, dall'Arabia Saudita.

Fino a qualche tempo fa affermazioni di questo tenore erano considerate politicamente scorrette perché presupponevano una superiorità (in questo caso riguardo alle relazioni sociali) dei nostri popoli rispetto ad altri. E' cambiato qualcosa nel frattempo?

Quanto al matematico Odifreddi: posso supporre, dalla sua biografia, che le sue competenze matematiche siano di alto livello. Ma anche se fosse il più grande matematico vivente, o addirittura il più grande di tutti i tempi, come potrei da ciò dedurre che sono culturalmente rilevanti le sue frequenti escursioni in altri ambiti?

 

Cordialmente,

Ezio Monti

  ----- Original Message ----- 
  From: Enrico Malacarne 
  To: Lista Matematica Cabrinews 
  Sent: Saturday, December 01, 2007 3:34 PM
  Subject: [Cabrinews] scienza e religione


  Spero che in questa lista non si arrivi a una guerra (verbale) di religione, o tra religiosi e non.
  Però qualcuno ci tira per i capelli.

  Il primo a tirarci per i capelli è il papa (sembra che anche Manzoni lo scrivesse con la "p" minuscola prima della sua folgorante conversione). In nessun altro paese si dà così tanto spazio al papa nei telegiornali e, anche quando vengono riportati i suoi pensieri, questi non sono necessariamente al centro del dibattito culturale e politico.
  Con gli storici referendum sul divorzio e sull'aborto gli italiani hanno dimostrato di sapere ragionare con la propria testa: non hanno bisogno di tutori.
  Il papa usa le parole "relativismo" e "illuminismo" con una accezione negativa e mi fa venire in mente il presidente degli USA Ronald Regan che usava con una accezione altrettanto negativa la parola "liberal" riferita ai suoi avversari politici.

  Non voglio annoiarvi; cerco di esserre sintetico e quindi un po' manicheo.
  Relativismo è buono perché assolutismo è cattivo. Chi crede di avere la verità in tasca sarà sempre antidemocratico, non disposto al confronto con gli altri. Gli assolutisti religiosi pretendono di trasformare le loro opinioni religiose in leggi dello Stato che, invece, è di tutti.
  Una persona di buon senso, pur avendo profonde convinzioni, è sempre pronta al confronto con gli altri e sa che la vita politica, proprio perché riguarda tutti i cittadini, è fatta di mediazione tra punti di vista diversi.

  I frutti storici dell'illuminismo sono stati: la trasformazione degli esseri umani da sudditi a cittadini, la libertà per tutti, l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, l'uguaglianza politica (una persona, un voto), i diritti dell'uomo, la fine delle monarchie assolutiste benedette da dio e dai papi.
  Se in Europa non ci fosse stato l'illuminismo, dal punto di vista delle relazioni sociali, non saremmo molto diversi dall'Afganistan, dall'Iran, dall'Arabia Saudita. Le donne che ruolo avrebbero?

  Basta conoscere un po' la storia delle religioni e, in particolare, la storia del cristianesimo e del cattolicesimo per rendersi conto della "storicità", cioè della relatività, delle loro opinioni. Da quanto tempo lo stato vaticano ha abolito la pena di morte? Da quanto tempo ha detto che la tortura è sempre da condannare? Leggete il bel libro del matematico Piergiorgio Odifreddi e lo saprete.

  Scusate la lunghezza. Per ora mi fermo, ma se mi ritirate per i capelli, mi rifaccio vivo.

  Un affettuoso saluto a tutti.


  Enrico Malacarne


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