HOME
INTRODUZIONE
SOLDATI E UFFICIALI
LETTERATURA E POESIA
LA TRINCEA
LA VITA IN TRINCEA
IL RANCIO
TEMPO LIBERO E DISCIPLINA
LA SUPERSTIZIONE
LA SANITA'
CONCLUSIONE

LA SUPERSTIZIONE

All'intero di questi particolarissimi microcosmi che erano le trincee si scatenò un fenomeno molto particolare la superstizione  che veniva praticata non solo dalla truppa ma  anche dagli ufficiali di grado elevato. Nonostante i rituali ai quali si ricorreva spesso fossero totalmente ridicoli, questi servivano a tenere alto il morale delle truppe ed è per questo che venivano lasciati praticare.
Si riscontrano due tipi di superstizione una che tenta di spiegare situazioni difficili  l'altra invece  che porta a compiere  gesti e rituali collettivi o personali atti allo scopo di influenzare le forze occulte della natura come ad esempio  toccarsi le stellette prima di un assalto. Per quanto riguarda le credenze, ve ne sono alcune molto caratteristica come quella che vede un  sicuro presagio di morte, nell'incrociarsi in galleria con una candela accesa. Le pratiche sanitarie fai-da-te in voga tra i soldati erano spesso ridicole ad esempio tra i combattenti siciliani si era diffusa l'usanza di portare appesa al collo un ciocca di capelli di una ragazza vergine così da evitare l'insorgere di malattie veneree. I lombardi, invece, avevano l'abitudine di tenere in tasca della ceralacca per scongiurare il raffreddore. Per contrastare la sfortuna gli ufficiali si affidavano ad oggetti come croci in legno di agrifoglio (legno con presunte caratteristiche magiche) che portavano legate al collo  Nel gruppo degli amuleti, comunque, non rientrano soltanto modelli anti iella, ma vi sono anche articoli portafortuna come: quadrifogli, raffigurazioni di gobbetti e strani animali, ferri di cavallo e  chiodi di ferro che i soldati portavano nelle tasche della divisa. Oltre ai riti che appartenevano a tutti i soldati c'erano quelle credenze che i soldati avevano appreso nella loro terra natia ad esempio tra i contadini abruzzesi vigeva l'usanza di portare con se un sacchetto contenente terra del paese natio da buttarsi alle spalle prima di partire all'attacco, i Lombardi invece avevano contenitori con cenere dell'abete natalizio o intonaci di chiese e cappelle.
Questi riti avevano un'importante risvolto psicologico per il soldato che, proiettato in un mondo totalmente estraneo, spesso era vittima di nevrosi e shock bellici. Le cause che portarono a tali comportamenti comunque, vanno sicuramente ricondotte a situazioni di stress e  scarso addestramento che facevano si che il soggetto si trovasse nell'incapacità di prendere decisioni immediate situazione che portano il soldato ad affidarsi a espedienti quali la sorte e la scaramanzia.
Il principale rifugio morale per il soldato rimaneva comunque  la fede, che, lo aiutava a sopportare gli orrori delle trincee. Preti, cappellani militari e frati svolgevano infatti un ruolo fondamentale nel facilitare ai moribondi il passaggio all'aldilà. Oltre ai compiti ufficiali questi uomini che possiamo definire soldati in quanto non di rado  si addossavano i compiti fra i più duri quale il trasporto della legna o dei viveri, la costruzione di baracche e ricoveri. Senza dimenticare che molto spesso rischiavano la loro vita per salvare i feriti e trasportarli al sicuro.