pag. 1/5> Guerra Petizione Putney Processo

Le cause della prima Rivoluzione inglese

Dopo la morte senza eredi di Elisabetta I Tudor (1603), il trono di Inghilterra e di Irlanda passò al parente più prossimo Giacomo Stuart, già re della Scozia, che assunse anche il trono inglese con il nome di Giacomo I. Per la prima volta si trovavano sotto lo stesso monarca l'Inghilterra anglicana, l'Irlanda cattolica e la Scozia calvinista di rito presbiteriano. Giacomo I era un sostenitore dell'origine divina del potere del re mentre gli inglesi, sulla base della Magna Charta, ritenevano che il re dovesse governare con il consenso e l'approvazione dei sudditi. Il contrasto tra il re e il paese si fece aperto sotto il suo successore, Carlo I, salito al trono nel 1625. Durante il suo regno esplose il contrasto tra il monarca e il Parlamento e quello tra puritani e Chiesa anglicana, schierata con il re.

Se vuoi conoscere meglio la società inglese clicca su SOCIETA'.

Il conflitto politico tra il Re e il Parlamento

Gli Stuart, convinti assertori del potere divino dei re, volevano instaurare una monarchia assoluta.

In Inghilterra, però, mancavano al re i tradizionali strumenti per esercitare il potere assoluto: entrate indipendenti, esercito stabile, burocrazia centralizzata.

Il re, infatti, non poteva imporre nuove misure fiscali senza l'approvazione del Parlamento, poteva allestire l'esercito solo se aveva la possibilità di pagare i soldati (per allestire la flotta in caso di guerra tradizionalmente le città costiere pagavano la ship money), buona parte delle funzione amministrative era svolta nelle province da giudici di pace locali indipendenti dal re.

Il Parlamento nel 1628 vota la Petition of rights. Il Re nel 1629 scioglie il Parlamento. Se vuoi leggere il testo della Petizione, clicca PETIZIONE.

Il conflitto religioso

Nella società inglese molti accusavano la chiesa anglicana di essere gerarchica e suntuosa, e proponevano nuovi ideali religiosi. Con il termine puritani si indicano in generali coloro che criticavano la chiesa anglicana e la volevano purificare dai residui di cattolicesimo ancora presenti, per esempio nello sfarzo degli addobbi o delle cerimonie, e volevano introdurre elementi di democrazia nella chiesa. All'interno dei puritani si riconoscevano gruppi diversi, presbiteriani, congregazionalisti, ecc.

Molti dissidenti religiosi avevano preso la via delle Americhe, fondando nel nord America comunità politiche e religiose.

Buona parte dei membri della Camera dei Comuni era costituita da puritani, il cui leader era John Pym, mentre i rappresentanti della chiesa anglicana, schierata con il Re, sedevano nella Camera dei Lords.

Il Parlamento con il documento detto Grande Rimostranza (1641) chiese  tra l'altro il controllo sull'attività dei ministri della Chiesa.

L'Arcivescovo di Canterbury, William Laud, tentò nel 1637 di imporre il Prayer Book agli scozzesi provocando la ribellione della Scozia.

Per avere i mezzi finanziari per armare l'esercito e combattere i ribelli scozzesi, Carlo I convocò nel 1640 il Parlamento che non aveva più convocato dopo il 1629 e lo sciolse qualche mese dopo (Corto Parlamento).

Quale fu l'occasione che portò la rivoluzione?

Gli scozzesi invasero l'Inghilterra e Carlo I dovette riconvocare il Parlamento nell'agosto del 1640 (Lungo Parlamento, perché restò attivo fino al 1653).

Il Parlamento avanzò le sue richieste al Re e ottenne la condanna a morte di due collaboratori del re, il conte di Strafford e l'arcivescovo Laud, ma il Parlamento era diviso e nel Paese i ceti inferiori erano malcontenti, vi furono occupazioni di terre recintate e presentazione di petizioni. Quando il Re tentò di far arrestare alcuni membri dell'opposizione, il contrasto si trasformò in conflitto armato, guerra civile.