[Cabrinews] Il pallino della matematica
Domenico Lenzi
domenico.lenzi a unile.it
Lun 28 Set 2009 15:33:10 CEST
Carissimi,
qualche giorno fa Chiara Lugli ci chiedeva un parere circa l'esistenza del
pallino della matematica. In proposito rispondo con una parte del Sunto di
un mio intervento al Convegno Studi su "La Matematica: problemi dall'interno
della disciplina e in relazione con altri saperi", svoltosi il 5 e 6 marzo
2009 a Montesarchio (BN), organizzato dall'Istituto di Istruzione Superiore
"E. Fermi", con la collaborazione della facoltà di Scienze Economiche e
Aziendali dell'Università del Sannio.
Cordiali saluti.
Domenico Lenzi
Sunto. Inizialmente voglio ricordare la frase "odio la matematica" di
Sir Alec Issigonis.
Egli, per le sue difficoltà in matematica, non riuscì mai a conseguire
la laurea in ingegneria; tuttavia, ottenne risultati significativi per l'industria
britannica dell'auto, ed è ricordato come il padre dell'automobile
inglese mini Morris.
Prendendo lo spunto da Sir Issigonis, sento di poter riaffermare il mio
convincimento che molte persone siano portate a odiare la matematica
soltanto perché non sono state messe in condizione di capirla. A mio
avviso, le capacità di far matematica fanno parte del bagaglio che ogni
individuo ha in sé, nel suo DNA. Si tratta di farle emergere, trasformandole
in abilità.
Infatti, se - come molti studiosi dell'evoluzione affermano - il modo
di essere di un individuo (ontogenesi) deriva dall'aver ripercorso quello
che è stato l'evolversi della sua stirpe (filogenesi), allora è improprio
parlare di individui dotati di "pallino della matematica": questi ultimi
sono soltanto persone nelle quali le capacità matematiche si sono evolute
in abilità prima del tempo rispetto ad altri. Allo stesso modo, la
capacità di deambulazione di un neonato finisce col trasformarsi nell'abilità
di camminare, senza che, in riferimento a un bambino che sia in grado di
camminare già a nove mesi, si debba parlare di "pallino per il podismo".
Perciò è opportuno sottoporre quanto prima i bambini a tutta una serie
di attività, alcune delle quali derivate dall'aritmogeometria del periodo
ellenistico, che - dalla scuola dell'infanzia alla scuola dell'bbligo - favoriscano la presa di coscienza di semplici (ma allo stesso tempo
fondamentali) proprietà matematiche.
Quando certe attività non vengono svolte, allora a mio avviso (ma sono
in buona compagnia!) le capacità matematiche scompaiono; così come - e molti
lo hanno verificato sulla loro pelle - scompare la capacità di apprendere
una lingua, qualora questa capacità non sia stata coltivata.
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