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Anna Cristina Mocchetti crismoc a libero.it
Ven 25 Set 2009 09:42:22 CEST


Buongiorno Chiara e a tutti i colleghi della lista,
sono d'accordo con te sul compito che abbiamo come insegnanti: aiutare 
ogni studente a sviluppare al meglio le proprie potenzialità, ad avere 
fiducia in se stesso, a stimolare la sua curiosità e soprattutto a 
fargli amare lo studio. Ho sempre sospettato dei miei colleghi che dopo 
una settimana dall'inizio della prima liceo bollavano lo studente come 
"poco preparato", "inadatto ad un corso liceale" e così via. D'altra 
parte il figlio di un amico, molto "portato" per la matematica è sempre 
stato, per i 5 anni di liceo scientifico, non apprezzato come si doveva 
dai suoi insegnanti perchè "ne sapeva troppo", faceva "troppi 
interventi" "voleva sapere di più". Cosa dire a quegli insegnanti?
Questi comportamenti non sono solo degli insegnanti di matematica, ma in 
ogni disciplina qualche docente è così categorico.Ho imparato nel corso 
della mia lunga carriera a cercare il meglio in ogni studente, senza 
talvolta riuscirci, ma di grande soddisfazione incontrare una ex 
studentessa (quasi sempre gravemente insufficiente nelle prove) che mi 
ringrazia per averle insegnato "un metodo di studio" che ha potuto 
sfruttare negli studi universitari di giurisprudenza.
Scusate se mi sono dilungata. A tutti buon lavoro Anna Cristina Mocchetti

Chiara L ha scritto:
> Per dare un contributo a questa discussione, vorrei chiedere ai colleghi 
> della lista
> - secondo voi, esiste il pallino della matematica?
> - ritenete che sia opportuno segnalare all'alunno o alla sua famiglia il 
> fatto di essere/non essere "portato per la matematica" ?
>
> Personalmente sulla prima domanda sono un po' indecisa:
> credo esista una certa predisposizione, come esistono diversi talenti in 
> ciascuno di noi.
> Sono però convinta che l'interesse per una materia, o per il docente che la 
> insegna,
> contribuisca moltissimo alla buona riuscita di uno studente, anche se non 
> particolarmente portato.
>
> Sul II fatto invece sono piuttosto contraria a "battezzare" le capacità di 
> un ragazzo,
> si crea un pericoloso circolo vizioso e mi sento poi dire al ricevimento 
> genitori:
> "è dalla II elementare che mi dicono che di matematica non ne capisce 
> niente"
> oppure "dopo un mese in I ITI ci hanno detto che non è portato per questo 
> indirizzo".
> Sicuramente queste frasi soggiaciono ad un discorso più ampio, però mi 
> lasciano piuttosto sorpresa.
> Ancora prima che far amare la matematica, bisogna anche far amare la 
> conoscenza, il ragionamento,
> lo studio, l'istruzione, il potenziamento delle proprie capacità, no?
>
> Buona serata!
> Chiara Lugli 
>
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