[Cabrinews] sull'articolo di Israel

Domenico Lenzi domenico.lenzi a unisalento.it
Mer 6 Maggio 2009 18:16:22 CEST


Cari colleghi,
nonostante il tentativo di Israel di fare della buona retorica, egli è stato completamente frainteso. E ciò potrebbe apparire come una dimostrazione del fatto che egli sbaglia. 
Tuttavia, egli sbaglia ed ha ragione nello stesso tempo. In realtà, "la teoria dell'insegnamento" è di per sé contraddittoria (forse), perciò tutti hanno ragione e tutti sbagliano allo stesso tempo. 
Lo sbaglio di Israel è stato quello di pensare che persone abituate a ragionare potessero capire quello che lui intendeva dire. E questo in parte è anche il mio sbaglio. Riuscirò a farmi comprendere senza l'uso di strumenti tecnologici? Qui io sto adoperando un colore suadente. Ma sono sicuro che qualcuno/a mi accuserà di usare un colore aggressivo e maschiettista. Purtroppo così vanno le cose di questo mondo. Però, in seguito - per farmi perdonare - userò un colore che sia meno aggressivo.

Ora, vogliamo riflettere su alcune delle cose dette da Israel?
Egli scrive: "Per secoli la retorica, come arte dell'esposizione del pensiero, è stata una branca fondamentale della conoscenza." 
E continua: " ... nell'accezione comune il termine ha un connotato negativo, quasi spregevole, sinonimo della capacità di vendere fumo per arrosto. La retorica altererebbe la trasmissione onesta e oggettiva dei concetti e andrebbe proscritta nell'istruzione per evitare che l'allievo sia ridotto a subire passivamente le prodezze verbali dell'insegnante. Di qui il discredito della lezione "ex-cathedra" simbolo di un'istruzione retorica e trasmissiva, che uccide la partecipazione attiva del discente ... 
Si tratta di affermazioni "retoriche" nel senso cattivo del termine. L'insegnamento partecipato e che vede l'intervento attivo dell'allievo è vecchio di più di duemila anni quantomeno fin dalla scuola peripatetica e non esclude affatto l'utilità delle lezioni "ex-cathedra". Piuttosto, nell'ansia di compiacere i giovani e accattivarseli secondo quello stile dei vecchi privi di dignità bene descritto nella Repubblica di Platone abbiamo trascurato l'importanza di ascoltare (e - mi permetto di aggiungere - di leggere) ... 
Perciò, il necessario coinvolgimento dell'allievo (più in generale, dell'ascoltatore) nel discorso deve essere preceduto da una presentazione organica e pienamente dispiegata. E ciò significa anche presentare bene, con un'arte del discorso. Non si tratta di un aspetto formale, bensì profondamente sostanziale.
Chi presenta bene ha pensato a fondo a come rendere chiari e trasparenti i concetti che vuol comunicare e il dispendio di tempo ed energie che ha posto in quest'opera esprime il rispetto che porta per chi ascolta. Egli ... impegna tutto se stesso in una presentazione convincente, chiara e anche appassionata. Con questa passione trasmette l'importanza che egli attribuisce a quel che dice e sottolinea gli aspetti che lo studio e la riflessione gli hanno fatto ritenere fondamentali. Pertanto l'arte retorica è una componente fondamentale del discorso e dell'insegnamento. Lo sa bene chi abbia avuto un vero maestro, uno di quelli che sanno appassionarti a una materia e sanno stabilire un dialogo autentico non l'abbaiare fintamente democratico di cui parla Plutarco..."

E continua: " L'introduzione di nuovi e potenti mezzi tecnologici dall'ormai arcaica lavagna luminosa alle presentazioni multimediali "powerpoint" mediante il calcolatore, fino alle lezioni registrate scaricabili in rete richiedono un ripensamento delle modalità dell'insegnamento e della comunicazione intellettuale. Da un lato, sarebbe puerile e vano pensare di farne a meno: si rischierebbe di fare come quel mio lontano parente che, proprietario di una ditta di trasporti a cavallo, all'apparire dei camion disse "non dura", e naturalmente fallì. D'altro lato, non bisogna dimenticare che ogni strumento tecnologico non deve diventare il fine bensì essere piegato a un fine, che è quello di comunicare pensieri e concetti. Pertanto l'arte retorica non scompare con i nuovi strumenti ma deve assoggettarli ...

E, avviandosi a conclusione, afferma: " ... un uso molto parco e accuratamente pensato dei mezzi tecnologici può essere efficacissimo ... Al contrario, chi sostituisce la tecnica retorica con quella formalizzata nel programma informatico riduce se stesso a un imbarazzante burattino ...  "
E termina così: " ... una lezione (come qualsiasi comunicazione orale) è innanzitutto una relazione tra persone che trae il suo fascino e trova la sua pienezza in un rapporto che deve avere una fisicità, una collocazione spazio-temporale definita. Non rendersi conto di questo e pensare di poter eliminare la relazione interpersonale diretta non può che aprire la strada a forme gravi di degrado intellettuale e culturale". 

Vogliamo dargli torto? Se anche una minima parte - dopo aver riflettuto, e non per partito preso - è ancora di questo avviso, allora davvero "mala tempora currunt".

Cordiali saluti.
Domenico Lenzi

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