[Cabrinews] Richiesta di aiuto
Gabriele Anzellotti
gabriele.anzellotti a unitn.it
Sab 21 Feb 2009 09:24:59 CET
At 16.36 20/02/2009, you wrote:
>Nella mia scuola (media inferiore)è nata una discussione riguardante la
>correttezza della seguente frase: "un triangolo deve avere almeno un
>angolo acuto".
Se si ritiene che la frase sia equivalente a
"se T è un triangolo, allora esiste un angolo di T che è acuto"
oppure a
"per ogni triangolo T, esiste un angolo di T che è acuto"
allora la frase è vera e non mi pare ci sia nulla
da aggiungere. Non mi pare che ci siano problemi
di logica e invece vedo due problemi di "pragmatica della comunicazione".
Il disagio che alcuni parlanti possono sentire
utilizzando la frase "un triangolo deve avere
almeno un angolo acuto", viene dal fatto che tale
frase non esprime "tutta la verità" (come si dice
in una nota formula di giuramento per i testimoni
nei romanzi gialli), poiché in qualsiasi
triangolo di angoli acuti ce ne sono due.
Infatti, nella comunicazione noi normalmente ci
comportiamo secondo certi principi di
"cooperazione", fra i quali c'è quello che in un
atto comunicativo diamo tutta l'informazione
disponibile, che riteniamo rilevante e utile ai
fini della comunicazione, e che possiamo dare a
parità di sforzo. Questo ce lo aspettiamo e lo
facciamo normalmente e, se non accade, allora da
questa violazione del principio ricaviamo dei
significati. Ad esempio, se chiedo a una persona
quando possiamo vederci la settimana successiva,
mi aspetto che mi dia tutte le date per lei
disponibili. Se mi dà solo un giorno io ne deduco
che ha un solo giorno libero. Se poi vengo a
sapere che aveva due giorni liberi, comincio a pensare...
Nel nostro caso, dicendo "un triangolo deve avere
almeno un angolo acuto" l'insegnante può quindi
temere che l'allievo tragga scorrettamente
l'implicazione che "certi triangoli hanno al più
un angolo acuto". Questo tipo di implicazioni,
insieme a tanti altri tipi, sono fondamentali
nella comunicazione e si basano su principi che
possono valere in modo diverso in contesti
diversi: la vita quotidiana, il libro di
matematica, la discussione in classe,
l'interrogazione (quanti ragazzi all'esame ti
parlano con l'assunzione, consueta nel contesto
quotidiano, che non è opportuno ripeterti ciò che
sanno benissimo che tu già sai...). Chi è
interessato a rfletterci maggiormente può cercare <Paul Grice> su google.
Può anche essere sentito un problema a causa del
verbo modale "deve". Che potrebbe rafforzare
l'idea che nell'elenco dei "doveri" del
triangolo, tali doveri bisogna elencarli
tutti... i verbi modali sono spesso un
problema... Io li uso nella comunicazione (anche
con me stesso) e li trovo utili, aiutano a farci
sentire e comprendere profondamente le
proposizioni matematiche, come "fatti nostri",
che ci riguardano esistenzialmente. Però sono
anche pericolosi. Bisognerebbe sempre essere
capaci di trasformare le frasi con i verbi modali
in altre frasi che riteniamo dicano la stessa cosa, ma senza usare i modali.
Terminato così quello che volevo dire sulla frase
di partenza, vorrei dire che condivido
l'interpretazione che Fabio Giovanetti ha appena
dato delle indicazioni per il primo ciclo.
Nelle indicazioni si trova scritto:
"Usa correttamente i connettivi (e, o, non, se...
allora) e i quantificatori (tutti, qualcuno,
nessuno) nel linguaggio naturale, nonché le
espressioni: è possibile, è probabile, è certo, è impossibile.".
Io condivido ciò che dice Giovanetti "che il
suggerimento sembra essere nel senso di non
trattare esplicitamente la logica ma di fare un
lavoro trasversale centrato sull'utilizzo
consapevole del linguaggio naturale in un contesto matematico.
Ribadisco però che la questione posta da Giovanna
Pratissoli, a mio parere, non è tanto di "logica" quanto di "pragmatica".
cari saluti a tutti
gabriele
Queste implicazioni, dette anche "implicature
conversazionali" sono fondamentali per la comunicazione.
>Alcuni docenti sostengono che è da considerarsi corretta,
>perchè "almeno uno" esclude solo la possibilità che non ne abbia. Invece
>altri (la maggioranza) sostengono che è errata, perchè un triangolo deve
>avere almeno due angoli acuti, non può averne solo uno. Io confesso di
>propendere per il parere della minoranza, però, visto che la troppa
>sicurezza può far commettere gravi errori, chiedo la vostra autorevole
>opinione. Grazie.
>
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