[Cabrinews] Richiesta di aiuto
Fabio Giovanetti
giovanetti.liste a gmail.com
Sab 21 Feb 2009 08:43:24 CET
In sostanza (e riprendendo molte cose gia' dette nei messaggi
precedenti) potremmo dire che:
a) la frase è vera;
b) e' stata proposta agli studenti una domanda sulla quale "hanno dei
dubbi" i docenti stessi che hanno visionato la prova (se ho ben capito,
visto che ne e' nata una discussione con gli altri docenti, non si
tratta di una considerazione fatta al momento, magari un po' di fretta,
quando hanno annotato "piu' risposte", ma di un'opinione meditata). Da
qui il comprensibile imbarazzo della collega;
c) la domanda non tocca un aspetto interessante dal punto di vista
geometrico mentre e' significativo da un punto di vista logico: riguardo
a cio', non so se poi sia essenziale il fatto che si affrontino in modo
formale discorsi di logica relativi ai quantificatori. Penso che si
possa porre l'attenzione molto prima sulla riflessione sul linguaggio
che sulla formalizzazione logica. Quando mi capita di avere classi del
biennio ritengo importante chiarire il senso di una espressione del tipo
"ha almeno un" molto prima che iniziare a parlare di logica in modo
esplicito.
d) Concordo in pieno con Paolo Giovanni sull'opportunita' di condividere
all'interno del gruppo docenti la preparazioni di un test cosi'
delicato: se penso agli "infortuni" che mi sono capitati scrivendo
(magari un po' di corsa) test a scelta multipla, in cui basta un niente
per formulare espressioni ambigue o anche solo solo fuorvianti ...
Ora, al di la' del fatto di esprimere valutazioni sull'operato delle
scuole e degli insegnanti, credo si possa allargare la riflessione sul
terzo punto.
Rileggendo le nuove indicazioni per il curricolo mi sembra di cogliere
un'idea che condivido e che cerco di esplicitare.
Spesso nelle varie indicazioni ministeriali (a piu' livelli) vengono
citati argomenti che lasciano perplessi per primi gli insegnanti. Tanto
per fare un esempio in altro contesto, nei programmi Brocca c'e' molta
enfasi sulle strutture algebriche oppure, proprio nell'ambito della
logica, sulle regole di deduzione. In un primo momento l'interpretazione
piu' diffusa (anche guardando le proposte degli autori dei libri di
testo) mi e' sembrata nel senso di affrontare in modo esplicito gli
argomenti. Col tempo mi sembra che ci si sia spostati verso l'idea che
si puo' veicolare un concetto anche senza affrontarlo in modo esplicito
ma fornendo degli esempi significativi. Se penso alle struttura
algebriche, osservare della analogie tra situazioni diverse (insiemi
numerici, trasformazioni, matrici, ...) e' un discorso interessante,
formativo e meno difficile che fornire la definizione di gruppo. Poi
l'esito felice di un percorso di questo tipo potrebbe sfociare alla fine
nella formalizzazione del concetto di gruppo (magari non sempre).
Per la logica credo sia lo stesso. Nelle indicazioni per la secondaria
di primo grado non c'e un tema di logica negli obiettivi di
apprendimento ma una frase nei traguardi di sviluppo: "Usa correttamente
i connettivi (e, o, non, se... allora) e i quantificatori (tutti,
qualcuno, nessuno) nel linguaggio naturale, nonché le espressioni: è
possibile, è probabile, è certo, è impossibile.".
Quindi, il suggerimento sembra essere nel senso di non trattare
esplicitamente la logica ma di fare un lavoro trasversale centrato
sull'utilizzo consapevole del linguaggio naturale in un contesto
matematico. Se il focus e' su questo aspetto, la domanda incriminata
diventa, a mio avviso, addirittura una buona domanda.
fabio
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