[Cabrinews] valutazione seconda prova

professor Apotema prof.apotema a libero.it
Lun 6 Apr 2009 09:51:20 CEST


Mi si perdoni l'insistenza (prometto che se anche questa volta nessuno troverà interessante ciò di cui parlo non aggiungerò più nulla sull'argomento), ma non sono mai riuiscito e non riesco ancora a capire il senso del fissare una soglia della sufficienza, e più in generale di valutare una prova, in base a una frazione m/n dei questiti assegnati indipendentemente dai quesiti stessi. Coerentemente col mio pensiero (evidentemente fuori del coro) assegno ai miei studenti un compito dove la valutazione è essenzialmente legata al "tipo" di quesiti che l'alunno riesce a svolgere e non al numero. Senza la pretesa di definire con rigore matematico (l'uso della matematica per farlo lo ritengo una pura illusione) il livello dei questiti, ritengo sufficiente un compito in cui l'alunno riesce ad applicare correttamente le tecniche essenziali in situazioni molto semplici. Chi lo sa fare in situazioni più complesse, ma senza dover inventare nulla (esercizi), può arrivare al 7. Le valutazioni superiori riguardano chi riesce ad affrontare già un problema semplice o più complesso o, massimo livello, un problema che richiede una buona padronanza dei concetti affrontati e magari non già formulato in termini matematici. Credo che tentare di definire con maggior dettaglio i diversi livelli sia una fatica inutile e forse solo un'illusione. Insomma, senza stabilire il tipo di questi da assegnare e il loro livello di difficoltà non credo abbia alcun senso fissare una frazione m/n per la sufficienza. Può solo dare un'illusione di rigore. Ma il fatto stesso che altri usino i p/q o, peggio, gli r/s la dice lunga. Se poi i quesiti sono quasi tutti di un certo grado di difficoltà la frazione m/n dà solo un'indicazione della velocità dello studente e non necessariamente della sua maggiore consapevolezza. Credo inoltre che i quesiti semplici (se ce ne sono) debbano essere dichiarati (come in molte gare di matematica). Se ci si aspetta che l'alunno con una preparazione appena sufficiente sia in grado anche di individuare tra i quesiti quelli più facili allora si presuppone già una preparazione ben più che sufficiente! Ho visto figli di miei amici superare esami universitari a crocette (di matematica) per aver risposto correttamente ad almeno gli m/n dei quesiti. L'occhio mi è caduto su risposte errate fondamentali. Cosa che, ai miei occhi, sarebbe stata già sufficiente per negare il superamento dell'esame. Che senso ha aver risposto correttamente ai 2/3 delle domande se ad alcune domande concettualmente fondamentali si è data una risposta completamente errata e che dimostra oltre ogni dubbio la mancata comprensione dei concetti stessi? Ben vengano i punti (alla fine pur necessari), ma prima si discuta la struttura della prova e la tipologia dei quesiti. Forse in altri paesi dietro ai punti si nasconde una prova la cui struttura è standardizzata e coerente coi programmi ufficiali. E magari si tratta di programmi che vengono effettivamente svolti perchè i docenti sono messi in grado di svolgerli, trovandosi davanto alunni che, per il solo fatto di provenire dalla classe precedente, hanno raggiunto tutti gli obiettivi minimi concordati. Ben venga un po' di rigore! Ma se si pretende che una catena di produzione produca risultati di qualità non si parta dall'ultima lavorazione, ma dall'inizio! Si parta dalla prima lavorazione, la cui qualità determina inevitabilmente quella di tutto il resto della lavorazione.
Ovviamente questo vale come programma di intervento pluriennale. Adesso bisogna intervenire come si può, ma, ribadisco, prima la struttura della verifica d'esame e il tipo di quesiti. Poi gli m/n.


GG
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