[Cabrinews] matematica all'esame di Stato

Paola Barni paolalaura.barni a virgilio.it
Sab 30 Giu 2007 22:19:14 CEST


Io mi sono laureata in matematica nel lontano, lontanissimo 1976 all'U.Dini 
di Firenze, avendo seguito l'indirizzo didattico, perchè volevo andare ad 
insegnare e volevo prepararmi a fare questo.

Tu dici:
.... ciò che si chiama "geometria 1" o "geometria 2" è, nel 99% dei casi, un 
bignamino di algebra lineare, del tutto avulso da quel che lo studente 
chiamava "geoemetria" fino a 1 anno prima.....
Sottoscrivo! Ho studiato geometria col prof. Gherardelli ...

Penso da anni che quel tipo di preparazione non sia servita a molto per 
andare ad insegnare nella scuola media, come io faccio da sempre, ma 
credevo, fino a che non ho letto la tua lettera, che oggi fosse diverso.
C'era (o potrei dire c'è...? ) una profonda scollatura tra quello che ci 
fanno imparare all'Università e quello che si dovrebbe sapere.
Io ne ho sempre fatta una questione di didattica: chi ci insegna a 
insegnare?
I primi anni ho cercato qualche dritta sul testo della Castelnuovo e di 
altri "mostri sacri", sui vari testi adottati nelle medie.

Da qualche anno cerco molto sulla rete, sui siti dei docenti, sui forum di 
discussione, nei corsi di aggiornamento, per cambiare, per trovare qualche 
strategia, qualche nuova strada per interessare questi nostri ragazzi così 
difficili da motivare ... per far imparare al maggior numero possibile di 
ragazzi qualcosa di valido.

Del resto i laureati di biologia non sono adatti ad insegnare matematica 
..... ormai "vecchia del mestiere" coordino i docenti di matematica e 
scienze nella mia scuola media e vi garantisco che se ne sentono delle 
belle...

Forse l'insegnamento delle materie scientifiche è in crisi perchè lo siamo 
noi docenti, ma cosa fare?

----- Original Message ----- 
From: "Paolo Francini" <paolo.francini a uniroma1.it>
To: "Lista di discussione sul software matematico" 
<cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it>
Sent: Friday, June 29, 2007 2:26 AM
Subject: Re: [Cabrinews] matematica all'esame di Stato


----- Original Message ----- 
From: "Luigi Tomasi" <tomasi.luigi a alice.it>
To: "Lista di discussione sul software matematico"
<cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it>
Sent: Thursday, June 28, 2007 1:06 PM
Subject: Re: [Cabrinews] matematica all'esame di Stato


    Io lavoro anche alla SSIS, con laureati in matematica,
    fisica, ingegneria, che andranno poi a insegnare
    Matematica e Fisica. Non mi sembra che i colleghi
    universitari, nei rispettivi corsi di laurea, abbiano
    preparato questi laureati in modo adeguato.
    Ci deve essere qualche problema anche all'universita'...


Questo non dovrebbe stupire poi troppo.
A mio avviso, viene toccato un punto importante.

Di fatto la geometria non è in alcun modo insegnata nelle università
italiane: nel senso che ci si può tranquillamente laureare in matematica o
in fisica avendone fatta zero come quantità (ma soprattutto come qualità).
Ovviamente si possono seguire magnifici insegnamenti di geometria
differenziale o algebrica o topologia.
Ma, ciò che si chiama "geometria 1" o "geometria 2" è, nel 99% dei casi, un
bignamino di algebra lineare, del tutto avulso da quel che lo studente
chiamava "geoemetria" fino a 1 anno prima.
Un neo- (o prossimo) insegnante potrà a sua volta insegnare geometria
sintetica a scuola solo se l'ha imparata bene durante il liceo, o, nei casi
migliori, se l'ha studiata per conto proprio. Non è neppure lontanamente
previsto che la si faccia all'università.
Probabilmente, in alcune delle SSIS, almeno alcune cose sono riviste con una
certa cura, ma più di qualcosa mi suggerisce che in molte realtà non accada
affatto.
Nella pratica, la vera SSIS è per molti il liceo stesso che si è fatto da
ragazzi, se si è avuta fortuna, altrimenti ciccia.
Decine di miei colleghi giovani, non solo di matematica, freschi di SSIS,
candidamente mi hanno detto di utilizzare quasi soltanto gli appunti presi
al liceo per preparare le lezioni.
Meglio non riferire le schiette opinioni coralmente manifestate riguardo le
migliaia di ore consumate a seguire i corsi SSIS
[patetici i miei tentativi di argomentare: meglio comunque la SSIS piuttosto
che niente...].

Naturalmente, nessuno ha mai preteso o pretende o anche solo ha ipotizzato
un qualsivoglia controllo di qualità affidabile sul piano nazionale
relativamente alla preparazione fornita dalle istituzioni universitarie ai
propri diplomati o laureati.

Perchè non fare, giacché ora va, anche gli esami di laurea con commissione
esterna?
[è normale che, in una scala da 66 a 110 vi siano decine di corsi di laurea
dove il voto MEDIO è superiore a 107?]
[da alcuni anni perfino gli esami finali di dottorato sono giudicati da
commissione nominata dall'ateneo stesso: col risultato che molti dottorati
consistono ormai nell'accompaganre a passeggio i cani del boss, o fare
babysitteraggio ai nipotini].

Per dire della raffinatezza didattica raggiunta, mi è stata spiegata da
diversi miei conoscenti la seguente strategia per l'insegnamento della
matematica in corsi come ingegneria, dove è stato ridotto notevolmente il
numero di ore.
Ecco qui: si tratta di abolire quasi tutte le dimostrazioni.
Ammesso che una sequenza di dogmi declamati a lezione, indimostrati, possa
ancora chiamarsi matematica, sarebbe interessante capire in quale senso sia
da ritenersi più semplice la memorizzazione di un ammasso di formulacce
scollate, senza nesso logico, povere di legami, che andranno solo assemblate
e riproposte.

Di matematico c'è che certi contenuti vengono fuori da persone che di
mestiere facevano i matematici e si trovano scritti nei libri di matematica.
Di fondo un equivoco.
Fosse numerologia o anche astrologia non cambierebbe molto.

Per tacere della follia di un corso come biologia, dove con un solo esame di
matematica si potrà poi andare ad insegnare cosucce come le frazioni e il
teorema di Pitagora. Naturalmente in quell'unico corso, che dovrebbe essere
l'unico bagaglio per poi insegnare le frazioni, le proporzioni e il teorema
di Pitagora, non si parla neppure vagamente di proporzioni e di frazioni; si
parla di derivate e di matrici.
Nella pratica funziona che gli studenti mandano a memoria qualche derivata e
qualche determinante, il professore è contento, e molti di loro non hanno in
definitiva capito nulla di frazioni e di proporzioni, né nessuno
all'università si è mai occupato di provare a rivedere con loro le cose per
le quali l'università stessa rilascia un diploma che darà titolo ad
insegnare.
Se un'azienda privata certificasse i propri prodotti con la medesima
leggerezza, avrebbe vita breve.

E la strategia di aiuto, adottata da una coppia di miei conoscenti, in caso
di reiterata bocciatura e difficoltà di uno studente, insomma per levarselo
di torno, era questa qui: "risolvimi questa disequazione di 2° grado".
Se esce fuori qualcosa è 18.

Sono questi gli "obiettivi essenziali di apprendimento" o come si chiamano?
E sono in vista misure atte a impedire o controllare una deriva di questo
genere?
Non mi risulta.

Esiste una lista analoga a questa dove i docenti universitari si addannano
per ficcare qualche cosa nelle zucche che gli capitano a tiro?
Sarebbe confortante saperlo.
Esiste una presa in carico dell'esistenza di una questione didattica
nell'università italiana?
La scuola sarà ridotta male quanto si vuole, ma ho paura che altrove il
degrado sia almeno altrettanto devastante e neppure preso in esame.





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