[Cabrinews] matematica all'esame di Stato

Domingo Paola domingo.paola a tin.it
Gio 28 Giu 2007 13:14:05 CEST



>Trovandomi nelle stesse condizioni di insegnamento del Professor Dedò, 
>concordo pienamente sulle sue considerazioni.

Giordano Bruno

> ...
> Devo pensare che lo studente medio di liceo scientifico trovi difficoltà
>ad affrontare dignitosamente una prova come questa?
>Ciò conferma una sensazione che da un pezzo avevo: come siamo caduti in
>basso!
>Ci si lamenta (e a ragione) che le ore di matematica sono troppo poche,
>ma vorrei osservare che non sono meno di quelle che si facevano al liceo
>trenta anni fa', tuttavia gli studenti escono molto meno preparati e
>molto più insicuri.
>Perché? Sono forse biologicamente cambiati? E' in corso una mutazione
>della specie? Non credo. Credo invece che la scuola, bistrattata ed
>attaccata da genitori e mass-media, si difenda abbassando la guardia e
>avallando il clima di lassismo e superficialità che permea ormai la
>nostra società.
>In attesa della palingenesi mi sembra sensata la proposta che avevo
>sentito avanzare tempo fa, cioè quella che  la preparazione delle prove
>di italiano e di indirizzo siano lasciate alla commissione, mentre
>quella e solo quella della terza prova, pluridisciplinare, sia lasciata
>al Ministero (ma senza comunicare prima su quali materie verterà).
>Ernesto Dedò


Le considerazioni di due docenti universitari sono molto diverse da quelle 
avanzate dalla maggior parte degli insegnanti di scuola secondaria 
intervenuti nel dibattito. Mi pare che l'analisi di Dedò (e quindi anche 
quella di Bruno)  non tenga conto di alcuni punti fondamentali (eppure 
emersi nel dibattito che si è sviluppato sulla lista):
1) Non è con compiti di questo tipo (e nel dibattito sono state avanzate 
critiche pertinenti e anche precise al riguardo) che si possa porre un freno 
al "clima  di lassismo e superficialità che permea ormai la nostra società";
2) trenta anni sono tanti: cambiano molte cose e, con esse, l'attenzione che 
gli studenti (e gli insegnanti) prestano a determinate conoscenze e 
competnze. La nostra biologia è sicuramente quella di Aristotele, ma le 
esigenze e le abitudini sociali cambiano molto velocemente. Insegnanti 
attenti non possono non tenere conto di ciò.
3) Trenta - quaranta anni fa la scuola secondaria e la matematica in 
particolare, svolgevano ancora una funzione esplicitamente selettiva: erano 
chiamate a selezionare i giovani che avrebbero potuto frequentare con 
successo le università e quindi aspirare a diventare la futura classe 
dirigente e produttiva del paese. A quei tempi permaneva la logica del "pons 
asinorum". Oggi una tale logica sarebbe folle (anche se qualcuno ne ha 
nostalgia e tenta di ripristinarla: piccolo goffo tentativo in questo senso 
è forse stato il compito di cui stiamo discutendo) e pericolosa: funzione 
prioritaria della scuola oggi è quella di consentire a tutti gli studenti di 
acquisire competenze e conoscenze che consentano di partecipare criticamente 
e consapevolmente alle complesse e difficili scelte che la vita pubblica 
impone; è quella di passare da un aconoscenza tacita, implicita, a una 
consapevole, esplicita Quindi non ci possono essere selezioni né esplicite 
("ti boccio") né nascoste ("ti mando avanti sempre e comunque"). Si tratta 
di ospitare i govani a scuola, in un ambiente serio, ma sereno, non 
necessariamente per soli 5 anni, bensì per tutto il tempo necessario ad 
acquisire conoscenze e competenze fondamentali. Che, vorrei essere chiaro, 
NON sono quelle necessarie per seguire (in apnea, con delicati concetti 
affrontati nello spazio-tempo di un semestre, ossia ... quattro mesi) un 
corso di ingegneria. Il problema si sposta quindi davvero a individuare un 
insieme di competenze e conoscenze essenziali (non minimali) anche se è vero 
che su questo, come dice Dedò, è "difficile mettere daccordo anche solo due 
insegnanti (presi a caso)". Forse si potrebbe partire da una seria 
considerazione di percorsi di base per tutti e di approfondimento per 
studenti che dimostrano interesse a proseguire gli studi in determinate aree 
disciplinari. Luigi ha ragione: con Matematica 2001, Matematica 2003 , 
m a tabel si stanno cercando di dare indicazioni su come costruire percorsi di 
base culturalmente validi (molto, molto lontani dall'idea che emerge dal 
compito in discussione e da quella che sembra emergere dagli interventi di 
Dedò e Bruno): non sembra, però, che, nell'occasione dell'esame di maturità 
al ministero ne abbiano tenuto conto. Ecco il motivo del nostro 
disorientamento
Domingo Paola


 





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