[Cabrinews] matematica all'esame di Stato

[Paolo Bonavoglia]

Manuela Zarattini ha scritto:
> Sono d'accordo anche io.
> I miei studenti (PNI) davanti ai quesiti erano come impietriti e, con 
> lo sguardo sofferente e attonito, mi chiedevano: "Dove sono prof. gli 
> integrali, tutti i teoremi che abbiamo studiato, le loro applicazioni, 
> ...? Qui non c'è nulla di nulla!".
    Questo messaggio mi consola un poco: ieri di fronte ai quesiti dello 
scientifico PNI io insegnante di liceo classico mi chiedevo: "Ma allo 
scientifico fanno tutta questa roba? I miei studenti, che essendo il 
nostro un classico PNI dovrebbero avere una preparazione abbastanza 
vicina a quella dello scientifico, ne sarebbero usciti con le ossa 
rotte. Allo scientifico sono tutti a livelli stratosferici o sono io che 
non so più insegnare la matematica?".
    Se viceversa le cose stanno come si intuisce dai diversi messaggi 
già arrivati in lista, allora certo "egoisticamente" un po' mi consolo, 
ma per un altro verso mi confermo nella mia avversione per questo esame 
di stato finale, che da decenni viene riformato e controriformato da 
questo e quel ministro, ma che fondamentalmente non svolge alcuna 
funzione positiva nella nostra scuola.

    Recentemente dovendo realizzare il lavoro su Guido Castelnuovo del 
quale avevo anche parlato su questa lista, mi sono imbattuto nelle idee 
di Castelnuovo sugli esami.
    Nel 1923 di fronte al progetto di riforma di Giovanni Gentile 
Castelnuovo si oppone alla riduzione delle materie scientifiche a favore 
della filosofia, e dimostra anche scarso entusiasmo per l'esame di 
maturità, temendo che l'ingombrante presenza di questo esame finale 
riduca la funzione della scuola a mera preparazione degli esami. 
Curiosamente una critica analoga viene anche dal campo umanistico dove 
Rodolfo Mondolfo definisce la riforma Gentile “oscurantista e dominata 
da due superstizioni: quella del latino e quella dell'esame di stato.”
    Nel 1944 nel suo progetto di riforma della scuola, Castelnuovo 
ribadisce lo stesso concetto e propone esami di ammissione a ogni ordine 
di scuola, e diplomi finali basati sui voti riportati nell'ultimo anno. 
Mantiene solo l'esame finale del liceo ma con molte limitazioni.
    Ecco, se la superstizione del latino (Gentile aveva esteso lo studio 
del latino a tutte le scuole secondarie anche quelle tecniche) è stata 
in buona parte ridimensionata, non altrettanto si può dire per quella 
dell'esame di maturità. Per anni ho sentito da più parti difendere e 
mitizzare questo esame  curiosamente usando lo stesso argomento di 
Castelnuovo, ma alla rovescia: l'esame di stato utile "spauracchio" da 
mettere alla fine del corso di studi per costringere gli studenti a 
studiare.

   Non vorrei che chi ha preparato questi temi di maturità si sia mosso 
in una logica simile: facciamo prove d'esame "spauracchio" che 
costringano docenti e studenti a insegnare e studiare di più.

    Se è questa la logica, ho i più seri dubbi che ottenga lo scopo; 
nell'immediato servirà solo a stravolgere le valutazioni di molti 
studenti; con i suoi 15 punti una prova scritta pesa più di due interi 
anni scolastici!!
  
    E certamente non mi sembra questo il modo più limpido e corretto per 
imporre cambiamenti di linea o di programmi alle scuole.

    Insomma "s'io fossi ministro" questo esame di stato lo abolirei, e 
il diploma lo darei in base ai voti degli ultimi due o tre anni di liceo 
(non è solo alle idee di Castelnuovo che penso, ma anche alla struttura 
dell'Abitur tedesca: il punteggio finale del liceo viene calcolato per 
l'80% sommando i voti degli ultimi due anni di scuola, per il 20% sulla 
base di 4 prove d'esame che si svolgono nel corso dell'ultimo 
quadrimestre dell'ultimo anno scolastico).

    Scusate la lunghezza, ma in verità su questo argomento ci sarebbe da 
dire molto altro ...

-- 
	Un cordiale saluto

	Paolo Bonavoglia

Cannaregio 3027/R
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