Re: [Cabrinews] Coerenza e libertà

syl sylbel2 a yahoo.it
Mar 24 Lug 2007 19:20:48 CEST


Coerenza e libertàCaro Mauro, bella la tua risposta... che condivido sotto tutti i punti di vista:
  a.. quando spulci le espressioni poco ponderate che ho utilizzato per risponderti; hai ragione, purtroppo il fatto di non essere di madrelingua italiana mi fa ancora usare la lingua in modo un pò grezzo;
  b.. quando ti indigni, assieme a Michele Impedovo, per il divieto dell'uso delle nuove tecnologie agli esami; 
  c..  quando critichi la focalizzazione dei programmi sull'Analisi a discapito dell'insegnamento di Probabilità e Statistica, o di altri temi fondamentali come l'Aritmetica;
Ti rispondo anche sull'uso del software nelle mie classi... anche se capisco che il tuo interpellarmi direttamente era solo una figura retorica. Insegno al biennio del liceo scientifico (ma farei lo stesso in qualsiasi tipo di scuola) e uso Cabri (2 e 3D), Excel, Derive. Inizio l'accoglienza delle classi prime con attività che citano i numeri gemelli e la congettura di Goldbach... trasporto i miei alunni in quel bellissimo percorso offerto dal programma del biennio sfruttando anche le varie attività presenti in "Matematica 2003"... senza trascurare Statistica e Probabilità.... ma tralasciando i virtuosismi di calcolo sulle espressioni irrazionali!
Voilà.
un caro saluto a te e a tutti gli amici della lista.
Sylviane Beltrame
  ----- Original Message ----- 
  From: mauro.cerasoli a alice.it 
  To: Lista di discussione sul software matematico ; Lista di discussione sul software matematico 
  Sent: Tuesday, July 24, 2007 4:04 PM
  Subject: [Cabrinews] Coerenza e libertà


  Cara Sylviane
  ti rispondo tra le parentesi angolari:

  Coerenza con cosa?
  <Ovviamente con il titolo della lista>

  C'è qualche dogma che dice che la lista Cabrinews deve morire come è nata. cioè solo come discussione sul software matematico e (oppure o?) Cabri?
  <Nessun dogma. Non ho detto che la lista deve morire come è nata, sei tu che lo dici. La lista deve vivere anche trasformandosi, eventualmente cambiando nome, generalizzando. Come il PCI che ora si chiama DS e domani PD. Chi non è d'accordo s'iscrive a un altro partito. Chi è interessato di storia della matematica perché non si fa una lista di discussione su questo tema? Altrimenti sembra un po' come il cuculo che mette le uova nel nido di altri uccelli e poi, essendo più grosso, butta giù i piccoli uccellini altrui>

  Perché imporle queste connotazioni riduttive?
  <Non ho imposto tali connotazioni riduttive, ho solo pregato i partecipanti di attenersi al tema, visto che, su 38 lettere ricevute, nessuna parlava di Cabri o di software matematico. Ognuno è libero di ascoltare o no le mie preghiere, di scrivere quello che vuole e anche di andarsene dalla lista, come hanno fatto alcuni. Qui chi impone qualcosa è il Ministero che vieta l'uso delle calcolatrici (delle nuove tecnologie), con il consenso dei docenti di matematica (ci sono le statistiche di indagini fatte dallo stesso Ministero in cui i docenti dichiarano di essere d'accordo con tale divieto. Perché non si discute di questo nella lista?)>

  A me piace questa lista proprio perché da quando la conosco vi posso leggere informazioni, pareri, discussioni sulla didattica della matematica  in generale.. e spero che continui ad avere questa tipologia.
  <Anche a me piace che si discuta di didattica della matematica, figurati! Sul mio sito puoi vedere quanti articoli ci sono, scritti da me, su questo argomento. Ti prego (non ti impongo) di leggerli, ad esempio "Riga, compasso e computer", e poi ci dici cosa ne pensi. Quello che mi dispiace è vedere che la maggior parte dei docenti continui a ignorare il software matematico. Per  esempio, tu quale usi nell'insegnare la matematica? Fai ancora lezione con lavagna e gesso, carta e penna? Ecco, facciamo una bella statistica per vedere, tra gli utenti di questa lista, quanti usano regorlamente un software o una calcolatrice CAS per insegnare la matematica. Io uso TI-InterActive! e TI-nspire. Mi farebbe piacere sapere se tu, o altri, fanno studiare le funzioni con o senza un CAS. Cioè se danno due ore per il compito o solo 5 minuti (anche troppi, se puoi trovare il grafico di una funzione con TI 89 o TI-nspire). A proposito, TI-nspire non è solo per le calcolatrici, gira su qualsiasi PC (eccetto Mac, per ora).
  La prova dell'esame di stato oggi è obsoleta, superata rispetto ai tempi. Andava bene nella prima metà del secolo scorso. A gennaio del 1999 sulla rivista IPOTESI  (è in rete), nell'articolo "Cinque ore sono troppe", Michele Impedovo fece vedere come, con una calcolatrice CAS (all'epoca la TI-92), la prova di matematica all'esame di stato del 1998 si poteva svolgere in mezz'ora. A proposito della nota a piè pagina del tema: "Durata massima della prova 5 ore. E' consentito l'uso della calcolatrice tascabile non programmabile" (nota presente pure nel tema di quest'anno, 9 anni dopo!) Michele scriveva: "Vorrei tralasciare ogni ironico commento a quest'ultima infelice proposizione (il Ministero mostra di ignorare la differenza tra il consentire qualcosa e il vietare tutto il resto; se fossi uno studente solleverei un contenzioso, e mi porterei all'esame non solo una TI-92, ma addirittura un Pentium portatile a 300MHz corredato delle ultime versioni di Cabri, Derive, Maple e Mathematica".
  Vietare l'uso di una calcolatrice CAS a qualsiasi esame di matematica è come vietare l'uso dell'automobile all'esame di guida. Chi crede che bisogna vietare l'uso del CAS all'esame, dovrebbe ammettere che sarebbe più onesto e democratico dare due prove. In una si permette e nell'altra no, l'uso, di software su PC o di calcolatrici. Il cittadino, sì perché uno studente che si presenta all'esame di stato ha superato i 18 anni ed è più cittadino che studente (che fine ha fatto la Matematica per il Cittadino?) sceglie quale vuole svolgere. Questa è democrazia e se tale soluzione non piace, discutiamone. Che un'equazione abbia una o due radici reali a seconda che l'ispettore distratto che ha preparato il tema abbia scambiato un segno + con un segno -, è una questione di secondaria importanza. Questo è un fatto tecnico. L'altro, il divieto, è politico, molto più grave.
  Ritornando alla coerenza, vorrei ricordare la citazione fatta in una precedente e-mail, a proposito della famosa e super ripetuta frase dei vari cittadini che si vantano affermando "Non ho mai capito nulla di matematica, non mi è mai piaciuta!" che tanto dispiace a noi matematici. Sembra che la dicessero anche i nobili siciliani vantandosi della loro ignoranza in materia. Bene, tutte queste persone erano (sono) intelligenti e coerenti. Infatti a loro non veniva (non viene) insegnata la Matematica ma il "calcolo". Lo studente fa solo "calcoli" quando non viene torturato con dimostrazioni inutili di cose ovvie (Il teorema delle mediane o di Rolle, ad esempio). I nobili siciliani lasciavano fare i conti ai loro contabili o ragionieri così come oggi dovremmo lasciarli ai computer. Il teorema che afferma che un albero di n nodi ha n-1 lati è molto più semplice e interessante di quello di Pitagora. Ma del primo non si parla mai, del secondo si parla sempre (ma solo nella versione "se il triangolo è rettangolo allora ecc. ecc" e mai nella forma più utile "se la somma dei quadrati ecc. ecc. allora il triangolo è rettangolo") fino alla nausea, anzi all'odio per la matematica, per tanti "calcoli" inutili che poi comporta.
  Anch'io disprezzo e odio questa matematica del calcolare. Diceva Oscar Chisini: "La Matematica è la scienza che insegna a non fare i conti". A scuola si insegna solo a fare i calcoli, naturalmente in senso statistico, nel senso che la maggioranza dei docenti fa fare più calcoli che altro, senza offesa per i lettori. Purtroppo a mano.
  Visto che è stata tanto discussa la prova di esame, pemettimi di far notare un altro scandalo del Ministero, ancora peggiore del divieto di cui sopra. In alcuni Licei Scientifici, nei corsi sperimentali, è previsto l'insegnamento di Probabilità e Statistica. Alla prova finale il Ministero dava (dà?) due temi: uno sulla matematica diciamo tradizionale, luogo geometrico, ricerca di una funzione, suo studio, aree con integrali ecc. L'altro tutto di argomenti probabilistico-statistici, anche se banalmente elementari. Lo studente era tenuto a sceglierne uno solo e a risolverlo. Nelle mie esperienze di Presidente di Commissione ho scoperto che tutti facevano il problema classico, nessuno quello prob-stat. Nel 2001 a Lanciano (se ricordo bene) furono in 72 su 72 a fare il primo. Come mai? Non lì, ma in qualche altra scuola mi han detto che il programma prob-stat non veniva svolto perché tanto i ragazzi sapevano poi cosa fare. Come per il latino, nessuno traduce più brani dal latino in italiano perché all'esame questa prova non c'è. Così nessuno legge più Ovidio, Tacito o Cicerone nella lingua originale. Uno studente che portava la tesina sulle meridiane non seppe tradurmi la seguente frase, scritta sotto una di queste, alla chiesa dei raccomandati a San Demetrio n.V.: Non numero, nisi serenas.
  Che senso ha e come ci mettiamo con la coscienza se si insegna solo ciò che poi viene chiesto all'esame? Ad esempio, i numeri primi non si chiedono all'esame, non sono di programma, e nessuno li studia più alle superiori. Nessuno sa cosa sono i primi gemelli o la congettura di Goldbach. Mentre sul teorema di Pitagora si insiste per 8 anni.
  Infine, se in questa lista di discussione, sul tema Cabri scrive un utente ogni tre mesi, ben vengano queste discussioni su tanti altri argomenti di didattica. Dalla lista, fatta la virtuale generalizzazione del titolo, per ora non mi cancello.
  Chiedo scusa per la lunghezza della lettera, un abbraccio a tutti
  Mauro Cerasoli.

  PS. Solo ora ho letto la mail di Aurelia Orlandoni che ovviamnete condivido. Sempre per coerenza, visto che è Presidente di ADT, Associazione per la Didattica con le Tecnologie, mi sarei aspettato da lei anche un invito a scrivere più mail sull'uso delle tecnologie nella didattica della matematica. Un invito, non una imposizione.




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