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<HTML><HEAD><TITLE>Coerenza e libertà</TITLE>
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<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT face="Comic Sans MS" size=2>Caro Mauro, bella la tua risposta... che
condivido sotto tutti i punti di vista:</FONT></DIV>
<UL>
<LI><FONT face="Comic Sans MS" size=2>quando spulci le espressioni poco
ponderate che ho utilizzato per risponderti; hai ragione, purtroppo il fatto
di non essere di madrelingua italiana mi fa ancora usare la lingua in modo un
pò grezzo;</FONT></LI>
<LI><FONT face="Comic Sans MS" size=2>quando ti indigni, assieme a Michele
Impedovo, per il divieto dell'uso delle nuove tecnologie agli
esami; </FONT></LI>
<LI><FONT face="Comic Sans MS" size=2> quando critichi la
focalizzazione dei programmi sull'Analisi a discapito dell'insegnamento di
Probabilità e Statistica, o di altri temi fondamentali come
l'Aritmetica;</FONT></LI></UL>
<DIV><FONT face="Comic Sans MS" size=2>Ti rispondo anche sull'uso del software
nelle mie classi... anche se capisco che il tuo interpellarmi direttamente era
solo una figura retorica. Insegno al biennio del liceo scientifico (ma farei lo
stesso in qualsiasi tipo di scuola) e uso Cabri (2 e 3D), Excel, Derive. Inizio
l'accoglienza delle classi prime con attività che citano i numeri gemelli e la
congettura di Goldbach... trasporto i miei alunni in quel bellissimo percorso
offerto dal programma del biennio sfruttando anche le varie attività presenti in
"Matematica 2003"... senza trascurare Statistica e Probabilità.... ma
tralasciando i virtuosismi di calcolo sulle espressioni
irrazionali!</FONT></DIV>
<DIV><FONT face="Comic Sans MS" size=2>Voilà.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face="Comic Sans MS" size=2>un caro saluto a te e a tutti gli amici
della lista.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face="Comic Sans MS" size=2>Sylviane Beltrame</FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
style="PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #000000 2px solid; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
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style="BACKGROUND: #e4e4e4; FONT: 10pt arial; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=mauro.cerasoli@alice.it
href="mailto:mauro.cerasoli@alice.it">mauro.cerasoli@alice.it</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A
title=cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it
href="mailto:cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it">Lista di discussione sul
software matematico</A> ; <A title=cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it
href="mailto:cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it">Lista di discussione sul
software matematico</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Tuesday, July 24, 2007 4:04
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> [Cabrinews] Coerenza e
libertà</DIV>
<DIV><BR></DIV><!-- Converted from text/plain format -->
<P><FONT size=2>Cara Sylviane<BR>ti rispondo tra le parentesi
angolari:<BR><BR>Coerenza con cosa?<BR><Ovviamente con il titolo della
lista><BR><BR>C’è qualche dogma che dice che la lista Cabrinews deve morire
come è nata… cioè solo come discussione sul software matematico e (oppure o?)
Cabri?<BR><Nessun dogma. Non ho detto che la lista deve morire come è nata,
sei tu che lo dici. La lista deve vivere anche trasformandosi, eventualmente
cambiando nome, generalizzando. Come il PCI che ora si chiama DS e domani PD.
Chi non è d’accordo s’iscrive a un altro partito. Chi è interessato di storia
della matematica perché non si fa una lista di discussione su questo tema?
Altrimenti sembra un po’ come il cuculo che mette le uova nel nido di altri
uccelli e poi, essendo più grosso, butta giù i piccoli uccellini
altrui><BR><BR>Perché imporle queste connotazioni riduttive?<BR><Non ho
imposto tali connotazioni riduttive, ho solo pregato i partecipanti di
attenersi al tema, visto che, su 38 lettere ricevute, nessuna parlava di Cabri
o di software matematico. Ognuno è libero di ascoltare o no le mie preghiere,
di scrivere quello che vuole e anche di andarsene dalla lista, come hanno
fatto alcuni. Qui chi impone qualcosa è il Ministero che vieta l’uso delle
calcolatrici (delle nuove tecnologie), con il consenso dei docenti di
matematica (ci sono le statistiche di indagini fatte dallo stesso Ministero in
cui i docenti dichiarano di essere d’accordo con tale divieto. Perché non si
discute di questo nella lista?)><BR><BR>A me piace questa lista proprio
perché da quando la conosco vi posso leggere informazioni, pareri, discussioni
sulla didattica della matematica in generale…. e spero che continui ad
avere questa tipologia.<BR><Anche a me piace che si discuta di didattica
della matematica, figurati! Sul mio sito puoi vedere quanti articoli ci sono,
scritti da me, su questo argomento. Ti prego (non ti impongo) di leggerli, ad
esempio “Riga, compasso e computer”, e poi ci dici cosa ne pensi. Quello che
mi dispiace è vedere che la maggior parte dei docenti continui a ignorare il
software matematico. Per esempio, tu quale usi nell’insegnare la
matematica? Fai ancora lezione con lavagna e gesso, carta e penna? Ecco,
facciamo una bella statistica per vedere, tra gli utenti di questa lista,
quanti usano regorlamente un software o una calcolatrice CAS per insegnare la
matematica. Io uso TI-InterActive! e TI-nspire. Mi farebbe piacere sapere se
tu, o altri, fanno studiare le funzioni con o senza un CAS. Cioè se danno due
ore per il compito o solo 5 minuti (anche troppi, se puoi trovare il grafico
di una funzione con TI 89 o TI-nspire). A proposito, TI-nspire non è solo per
le calcolatrici, gira su qualsiasi PC (eccetto Mac, per ora).<BR>La prova
dell’esame di stato oggi è obsoleta, superata rispetto ai tempi. Andava bene
nella prima metà del secolo scorso. A gennaio del 1999 sulla rivista
IPOTESI (è in rete), nell’articolo “Cinque ore sono troppe”, Michele
Impedovo fece vedere come, con una calcolatrice CAS (all’epoca la TI-92), la
prova di matematica all’esame di stato del 1998 si poteva svolgere in
mezz’ora. A proposito della nota a piè pagina del tema: “Durata massima della
prova 5 ore. E’ consentito l’uso della calcolatrice tascabile non
programmabile” (nota presente pure nel tema di quest’anno, 9 anni dopo!)
Michele scriveva: "Vorrei tralasciare ogni ironico commento a quest’ultima
infelice proposizione (il Ministero mostra di ignorare la differenza tra il
consentire qualcosa e il vietare tutto il resto; se fossi uno studente
solleverei un contenzioso, e mi porterei all’esame non solo una TI-92, ma
addirittura un Pentium portatile a 300MHz corredato delle ultime versioni di
Cabri, Derive, Maple e Mathematica”.<BR>Vietare l’uso di una calcolatrice CAS
a qualsiasi esame di matematica è come vietare l’uso dell’automobile all’esame
di guida. Chi crede che bisogna vietare l’uso del CAS all’esame, dovrebbe
ammettere che sarebbe più onesto e democratico dare due prove. In una si
permette e nell’altra no, l’uso, di software su PC o di calcolatrici. Il
cittadino, sì perché uno studente che si presenta all’esame di stato ha
superato i 18 anni ed è più cittadino che studente (che fine ha fatto la
Matematica per il Cittadino?) sceglie quale vuole svolgere. Questa è
democrazia e se tale soluzione non piace, discutiamone. Che un’equazione abbia
una o due radici reali a seconda che l’ispettore distratto che ha preparato il
tema abbia scambiato un segno + con un segno -, è una questione di secondaria
importanza. Questo è un fatto tecnico. L’altro, il divieto, è politico, molto
più grave.<BR>Ritornando alla coerenza, vorrei ricordare la citazione fatta in
una precedente e-mail, a proposito della famosa e super ripetuta frase dei
vari cittadini che si vantano affermando “Non ho mai capito nulla di
matematica, non mi è mai piaciuta!” che tanto dispiace a noi matematici.
Sembra che la dicessero anche i nobili siciliani vantandosi della loro
ignoranza in materia. Bene, tutte queste persone erano (sono) intelligenti e
coerenti. Infatti a loro non veniva (non viene) insegnata la Matematica ma il
“calcolo”. Lo studente fa solo “calcoli” quando non viene torturato con
dimostrazioni inutili di cose ovvie (Il teorema delle mediane o di Rolle, ad
esempio). I nobili siciliani lasciavano fare i conti ai loro contabili o
ragionieri così come oggi dovremmo lasciarli ai computer. Il teorema che
afferma che un albero di n nodi ha n-1 lati è molto più semplice e
interessante di quello di Pitagora. Ma del primo non si parla mai, del secondo
si parla sempre (ma solo nella versione “se il triangolo è rettangolo allora
ecc. ecc” e mai nella forma più utile “se la somma dei quadrati ecc. ecc.
allora il triangolo è rettangolo”) fino alla nausea, anzi all’odio per la
matematica, per tanti “calcoli” inutili che poi comporta.<BR>Anch’io disprezzo
e odio questa matematica del calcolare. Diceva Oscar Chisini: “La Matematica è
la scienza che insegna a non fare i conti”. A scuola si insegna solo a fare i
calcoli, naturalmente in senso statistico, nel senso che la maggioranza dei
docenti fa fare più calcoli che altro, senza offesa per i lettori. Purtroppo a
mano.<BR>Visto che è stata tanto discussa la prova di esame, pemettimi di far
notare un altro scandalo del Ministero, ancora peggiore del divieto di cui
sopra. In alcuni Licei Scientifici, nei corsi sperimentali, è previsto
l’insegnamento di Probabilità e Statistica. Alla prova finale il Ministero
dava (dà?) due temi: uno sulla matematica diciamo tradizionale, luogo
geometrico, ricerca di una funzione, suo studio, aree con integrali ecc.
L’altro tutto di argomenti probabilistico-statistici, anche se banalmente
elementari. Lo studente era tenuto a sceglierne uno solo e a risolverlo. Nelle
mie esperienze di Presidente di Commissione ho scoperto che tutti facevano il
problema classico, nessuno quello prob-stat. Nel 2001 a Lanciano (se ricordo
bene) furono in 72 su 72 a fare il primo. Come mai? Non lì, ma in qualche
altra scuola mi han detto che il programma prob-stat non veniva svolto perché
tanto i ragazzi sapevano poi cosa fare. Come per il latino, nessuno traduce
più brani dal latino in italiano perché all’esame questa prova non c’è. Così
nessuno legge più Ovidio, Tacito o Cicerone nella lingua originale. Uno
studente che portava la tesina sulle meridiane non seppe tradurmi la seguente
frase, scritta sotto una di queste, alla chiesa dei raccomandati a San
Demetrio n.V.: Non numero, nisi serenas.<BR>Che senso ha e come ci mettiamo
con la coscienza se si insegna solo ciò che poi viene chiesto all’esame? Ad
esempio, i numeri primi non si chiedono all’esame, non sono di programma, e
nessuno li studia più alle superiori. Nessuno sa cosa sono i primi gemelli o
la congettura di Goldbach. Mentre sul teorema di Pitagora si insiste per 8
anni.<BR>Infine, se in questa lista di discussione, sul tema Cabri scrive un
utente ogni tre mesi, ben vengano queste discussioni su tanti altri argomenti
di didattica. Dalla lista, fatta la virtuale generalizzazione del titolo, per
ora non mi cancello.<BR>Chiedo scusa per la lunghezza della lettera, un
abbraccio a tutti<BR>Mauro Cerasoli.<BR><BR>PS. Solo ora ho letto la mail di
Aurelia Orlandoni che ovviamnete condivido. Sempre per coerenza, visto che è
Presidente di ADT, Associazione per la Didattica con le Tecnologie, mi sarei
aspettato da lei anche un invito a scrivere più mail sull'uso delle tecnologie
nella didattica della matematica. Un invito, non una
imposizione.<BR></FONT></P><BR><BR></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>