[Cabrinews] senso e significato

garuti a irreer.it garuti a irreer.it
Mar 17 Lug 2007 16:51:05 CEST


> > Carissimi, la discussione si fa fitta!
L’intervento di Bonavoglia  che condivido in pieno mi fa venir voglia di
intervenire a proposito di cosa e di come spesso si insegna matematica
nella scuola italiana. Premetto che condivido anche le osservazioni di
Maraschini e Palma uscite sul Manifesto e che sono state riprese dalla
lista.
Due aneddoti, e penso che tutti ne avremmo a centinaia:
Il primo si svolge in un’aula universitaria, master in management
sanitario. Gli “allievi” sono infermieri professionali, caposala, ecc., 
tutti con diploma di scuola superiore come minimo. La loro difficoltà è
“Elementi di statistica” si tratta di elementi di base che vengono
propinati in poche ore di corso e soprattutto assolutamente
decontestualizzati come nella miglior tradizione italiana. Pensate che gli
allievi erano in serie difficoltà di fronte al concetto di media
aritmetica e di deviazione standard, il problema (ho risposto ad un help
di alcune amiche che frequentavano il master) non erano i concetti
matematici in sé ma il fatto che gli esempi erano esclusivamente di tipo
matematico ( solo con numeri per capirci) e senza nessun riferimento a
dati di realtà facilmente reperibili nella loro esperienza professionale.
Mi chiedo ora sono o non sono queste competenze di base che un qualunque
cittadino dovrebbe avere per esercitare un diritto di cittadinanza
consapevole?
Secondo esempio: mia nipote si è diplomata ragioniera, corso IGEA dopo 5
anni di disperazione in matematica. L’insegnante, probabilmente brava, era
orgogliosa del fatto che avevano fatto “più roba” che non al liceo
scientifico: Rolle, De L’Hopitale, Lagrange, Weierstrass, ecc. senza
rendersi conto che buona parte della classe recitava a memoria questi
teoremi senza aver compreso niente di quello che veniva insegnato. Io mi
sono resa conto che la mia nipote “somara” non aveva capito la differenza
fra “meno effe di x” e “effe di meno x”. Naturalmente statistica e
modellizzazione ridotte all’ultimo mese di scuola, di nuovo fuori da
qualunque contesto reale, senza l’ausilio di nessun software. L’unico
consiglio che ho saputo darle è stato “porta pazienza, poi matematica non
la incontrerai mai più nella tua vita!”. Immaginate come mi sono sentita,
visto che insegno matematica, nella scuola media, da molti anni. Non è ora
di chiederci seriamente, in quanto insegnanti COSA e COME insegnare? E’
possibile fare tutto? Per fare cosa? Per riproporre in modo condensato
quello che a noi hanno insegnato all’Università? Io penso che sia tempo di
fare delle scelte e soprattutto di DARE SENSO a quello che portiamo in
classe.
Rossella Garuti
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