[Cabrinews] Esame di Stato, si può allargare?
Paolo Bonavoglia
paolo.bonavoglia a poste.it
Mar 17 Lug 2007 16:11:27 CEST
Toninel ha scritto:
>> Il problema è che moltissimi continuano a pensare il programma di
>> matematica dei licei solo in funzione degli studenti che
>> proseguiranno gli studi scientifici-matematici all'università.
> Sinceramente non vedo che male ci sia.
Nessun male certo. Ma forse mi sono espresso male: la chiave della
mia affermazione è in quel "solo".
> Forse converrebbe lasciar decidere "al futuro avvocato, giornalista,
> pubblicista, scrittore o anche solo commesso di negozio" che cosa sia
> più importante per lui conoscere in un determinato periodo della sua
> vita.
Sarà il caldo che ottunde le mie capacità intellettive in questo
momento, ma non capisco bene il senso di questa frase: l'idea è che
dovrebbero essere gli studenti a scegliere i contenuti del programma di
matematica? Idea affascinante, ma in un liceo la vedo dura ... Oppure
che il docente dovrebbe svolgere tutto ma proprio tutto il programma di
matematica PNI? Ma non era proprio questo il problema innescato dalla
infelice prova scritta dello scientifico di quest'anno? C'è qualche
collega che riesce a svolgere decentemente tutti i temi proposti dal
programma di matematica PNI?
Ribadisco comunque che dovendo scegliere non tra Statistica e
Algebra, ma tra un minimo di Statistica e alcune applicazioni
supplementari di Algebra, scelgo senz'altro la prima, anzi vorrei farne
anche più di quel minimo che riesco effettivamente a fare!
> Quello che francamente auspicherei di non sentire mai più (ma è solo
> un pio desiderio, lo so) è l'ammissione fatta palesemente e con un
> certo orgoglio anche da persone laureate "di non aver mai capito
> nulla di matematica"!
Non è certo una consolazione. ma mi viene in mente quello che dice
il settecentesco duca Pietro Ucria nel romanzo di Dacia Maraini: "la
grandezza dei nobili consiste proprio nel disprezzare i conti, quali che
siano. Un nobiluomo non fa mai calcoli, non conosce nemmeno
l'aritmetica. Per questo ci sono gli amministratori, i maggiordomi, i
segretari, i servitori." O quello che Tomasi di Lampedusa dice del suo
bisnonno il Gattopardo: "Primo (ed ultimo) di un casato che per secoli
non aveva mai saputo fare neppure l'addizione delle proprie spese e la
sottrazione dei propri debiti, possedeva forti e reali inclinazioni alle
matematiche".(che il bisnipote letterato sembra attribuire alla madre di
origine germanica!)
Insomma l'idea che la classe dirigente possa fare tranquillamente a
meno della matematica (nonchè delle scienze e della tecnica), che di
queste cose se ne debbano occupare le classi inferiori ... i segretari e
i servitori, e che insomma l'ignoranza della matematica sia motivo di
vanto è vecchia di secoli e ancora ben radicata ... almeno in Italia.
E non c'è da stupirsi se in Italia tanti politici, giornalisti,
avvocati ... incorrono nelle più formidabili cantonate
matematiche-statistiche-probabilistiche.
--
Un cordiale saluto
Paolo Bonavoglia
Cannaregio 3027/R
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