[Cabrinews] Riflessioni

Domenico Lenzi domenico.lenzi a unile.it
Gio 18 Gen 2007 16:34:27 CET


Durante gli anni sessanta nella scuola dell'obbligo si fece tanta matematica buona e tanta matematica scadente. Il guaio fu che non si riuscì a salvare quella buona eliminando quella cattiva. Insomma, si gettò via il bimbo insieme all'acqua sporca.
Tralasciando la matematica cattiva - eventualmente, se ne potrà parlare un'altra volta - mi limito a citare un esempio di matematica buona e un episodio rivelatore di altra matematica buona.
L'esempio. In quegli anni già in prima elementare si parlava di aritmetica dell'orologio (provate, partendo dalle ore 5, a spostare la lancetta di 9 ore: essa andrà sul 2 ... . Dopo qualche tempo si invitavano i bambini a immaginare un orologio con 10 ore; oppure con 5 ore ...). Erano cose che prefiguravano il concetto di gruppo e di aritmetica modulare. I bambini capivano, i genitori no: il fatto che in un ipotetico orologio avente un quadrante suddiviso in tre parti (maxi-ore) 2+2 facesse 1 e non più il fatidico 4 li faceva "sbarellare".
L'episodio. Ero andato a visitare una prima elementare la cui maestra, una mia cara conoscente, veniva dall'aver insegnato - l'anno trascorso - in una quinta.  Ella mi raccontò un episodio che - in prima media - era capitato a un suo vecchio scolaro la settimana precedente. Il professore di matematica stava cercando di spiegare la rappresentazione posizionale dei numeri e il bambino, vedendo gli sguardi attoniti e sconcertati dei suoi compagni, chiese di raccontarle lui le cose, così come durante le scuole elementari gliele aveva spiegate la sua maestra. Avendo ricevuto il permesso, egli parlò di rappresentazione dei numeri nelle varie basi. E i compagni capirono. 
Credo che ci sia da riflettere!
Cordiali saluti.
Domenico Lenzi
----- Original Message ----- 
  From: gregorio 
  To: cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it 
  Sent: Thursday, January 18, 2007 12:57 PM
  Subject: [Cabrinews] Riflessioni


  Credo che rimpiangere i tempi che furono e non dare luogo ad una disamina seria sul perchè si disertino, oggi, le facoltà scientifiche, non giovi alla Matematica.
  Non sono mai banali i quesiti che portano alla discussione in classe, mai se lo studente diviene protagonista del proprio sapere.
  Ho partecipato ad un incontro su " Godel " tenuto da un docente universitario e ne sono uscito a dire poco contrariato. Mille dimostrazioni rapide su lucidi senza mai tenere conto del grado di preparazione dei partecipanti. Si perchè all'incontro erano presenti studenti di V liceo, che non hanno letteralmente capito dell'importanza di Godel nella storia della Matematica. Il docente ha dimostrato la sua profonda preparazione, non didattica; lo studente ha pensato che forse la scelta di una facoltà come matematica, non era alla sua portata.
  Ed allora inviterei i docenti universitari a documentarsi sui programmi della scuola media, di abbracciare gli intenti dell' "UMI" espressi attraverso la pubblicazione di volumi dal titolo significativo la " Matematica del cittadino" perchè io che ho insegnato nella scuola media da laureato in matematica, non mi sarei mai sognato di affrontare un quesito, anche se interessante, come quello esprresso dall'amico Franco Casarsa.
  Scusatemi se mi sono dilungato,
  Gregorio Torretta


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