Il Positivismo

Il termine positivismo designa un movimento filosofico che ebbe larga diffusione nell'Europa dell'Ottocento, influenzando il pensiero filosofico e quello scientifico, storico e letterario. Esso fonda la conoscenza sui fatti reali e deriva la certezza esclusivamente dall'osservazione propria alle scienze sperimentali. Le origini del positivismo sono da ricercarsi nell'illuminismo inglese e francese: dal primo dedurrà le matrici empiristica e utilitaristica, dal secondo il principio che il progresso di tutta la conoscenza dipende dal progresso della scienza positiva. Il pensiero positivista trovò un ambiente favorevole al suo sviluppo a partire dal 1830: progresso delle scienze naturali, prime applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche e loro riflessioni in campi sociali ed economici. Ambiente favorevole allo sviluppo del positivismo fu quello formatosi a partire dal 1830 con il progresso delle scienze naturali, le prime applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche e la nuova importanza assunta dal lavoro. Il maggiore rappresentante del positivismo fu il francese A. Comte, ma il positivismo si diffuse anche in Inghilterra, soprattutto per merito di John Stuart Mill, impegnato a sottrarre la scienza morale alle sue consuete incertezze per stabilire invece per essa un fermo complesso di regole. Il maggiore esponente in Inghilterra fu Charles Darwin, ma una certa importanza ebbe anche Herbert Spencer. In Germania il positivismo si colloca in una posizione più propriamente definita "materialismo": deriva dal positivismo franco-inglese e dal forte progresso compiuto dalle scienze naturali e dalla biologia. In Italia seguaci del positivismo furono Carlo Cattaneo e Roberto Ardigò.

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