[Cabrinews] 3. Forum di Londra
Ornella Robutti
ornella.robutti a unito.it
Mar 5 Maggio 2009 11:49:36 CEST
Questa mia relazione sul Forum di Londra e' stata pubblicata in questi
mesi su molte riviste su carta e on-line (dal Bollettino UMI a animat, ...)
*LEARNING AND TECHNOLOGY WORLD FORUM 2009 *
*Ornella Robutti, Università di Torino*
Si è tenuto a Londra, nei giorni 12, 13, 14 gennaio scorso, presso il
Queen Elisabeth II Conference Centre, il primo LEARNING AND TECHNOLOGY
WORLD FORUM 2009, voluto dal governo, dedicato alle scuole di ogni
ordine e grado, dal nido alle superiori, centrato sull'apprendimento e
le tecnologie e rivolto a tutte le discipline.
Si tratta del primo Forum mondiale sull'apprendimento e le tecnologie,
organizzato dalla Becta, l'agenzia governativa inglese leader per l'uso
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che fa sì che
le tecnologie siano ben usate per migliorare l'educazione, la formazione
e le capacità. L'agenzia Becta supporta gli obiettivi strategici di due
dipartimenti governativi: il Dipartimento per l'Innovazione,
l'Università e le Capacità (DIUS) e il Dipartimento per i Bambini, le
Scuole e le Famiglie (DCSF).
Questo Forum è un evento unico nel panorama internazionale, come evento
che raccoglie rappresentanti di tutto il mondo a confronto sulla
formazione.
Il governo inglese ha deciso di organizzare un incontro internazionale
tra tutti i soggetti che, nei vari Paesi del mondo, si occupano di
scuola a vario livello e a vario titolo: Ministri dell'Istruzione,
ricercatori e professori universitari, ispettori, presidi, docenti della
scuola, policy makers, delegati delle agenzie di formazione e
aggiornamento insegnanti e rappresentanti delle ditte che producono
tecnologie e tecnologie didattiche. Ai tre giorni di Forum seguivano tre
giorni di fiera (BETT) sulle tecnologie.
I vari soggetti hanno potuto partecipare al Forum rigorosamente sotto
invito degli organizzatori. Essi sono stati scelti sulla base del loro
coinvolgimento in progetti nazionali e internazionali di ricerca e
didattica e delle loro possibilità di riportare a largo raggio nei
rispettivi Paesi le idee e le discussioni condivise nei tre giorni. Io
ho partecipato a titolo di esperto universitario di ricerca in didattica
della matematica con le tecnologie. I partecipanti erano circa 600,
rappresentativi di circa 70 Paesi del mondo. Presenti 63 Ministri
dell'Istruzione, alcuni dei quali relatori nelle varie sessioni, insieme
a molti delegati dei Ministeri dell'Istruzione di tutto il mondo, e
anche molti rappresentanti delle varie Agenzie di formazione che operano
a fianco dei Ministeri. Dagli elenchi ufficiali non risultava presente
al Forum il Ministro, né alcuna rappresentanza del Ministero
dell'Istruzione del nostro Paese.**
L'obiettivo principale del Forum era, a livello internazionale, quello
di condividere le idee in materia di insegnamento e apprendimento nel
21° secolo, in modo da scegliere nei vari Paesi linee di sviluppo
comune, mentre il Regno Unito sta perseguendo lo scopo di porsi come
leader nell'educazione (termine inglese education) e promotore di
iniziative di confronto come questa, che sarà probabilmente la prima di
una serie. A tale scopo, il Forum era dislocato in un centro congressi
moderno e funzionale, dotato di sale e aule di varie dimensioni. Le
attività del Forum consistevano in relazioni plenarie, workshop tematici
(15 in parallelo in ogni sessione) e incontri informali nelle pause tra
un'attività e l'altra. Il Forum si è aperto alle 8 del mattino del
lunedì con una plenaria sul sistema scolastico inglese, è andato avanti
con un programma di lavoro molto fitto per tre giorni, per concludersi
il mercoledì con l'obiettivo di continuare contatti e discussioni
attraverso una piattaforma cui tutti i partecipanti sono iscritti.
A tutti i partecipanti è stato affidato il compito di divulgare il più
possibile nei loro rispettivi Paesi le idee condivise nel Forum.
*Gli interventi*
Il Primo Ministro /_Gordon Brown_/ ci ha lasciato nella cartellina del
Forum il suo discorso, di cui riporto qualche parola qui di seguito.
"Benvenuti al primo Learning and Technology World Forum - un'opportunità
unica per trovarsi e discutere insieme alcune delle maggiori sfide di
oggi. Il forum ci dà l'opportunità di parlare della scuola del 21°
secolo -- di come una forza lavoro di alta qualità e professionalità
possa continuare a innalzare gli standard; di come possiamo usare al
meglio le tecnologie; e di come la leadership possa fare sempre di più
per migliorare le nostre scuole, la formazione universitaria e gli altri
luoghi di apprendimento.
Come voi, io credo appassionatamente nel potere dell'educazione per dare
ai bambini e ai giovani le capacità e la fiducia per trasformare non
solo il loro futuro ma le società in cui vivono, scoprendo le loro
potenzialità e aiutandoli a diventare parte del successo economico
futuro della nostra nazione.
Sono determinato a vedere il Regno Unito diventare un leader mondiale
nell'educazione ....
Gli standard sono migliorati significativamente- poco più del 45%
raggiungeva il punteggio 5 o superiore nel GCSE nel 1997 e ora il dato è
oltre il 60%. Lo scorso autunno sono state aperte o rinnovate totalmente
180 scuole. E il numero di scuole con livelli bassi di rendimento
continua a scendere -- da 524 nell'estate 1998 a 232 nel luglio 2008.
Abbiamo imparato e continuiamo a imparare un mucchio dagli altri Paesi,
per esempio, la School Report Card che stiamo per introdurre è basata
sull'esperienza di New York, e l'uso di portatili per i professori viene
dall'esperienza dell'Australia. Ed è benvenuta l'opportunità, che questa
Conferenza fornisce, di continuare ad ascoltare e a imparare. Spero
anche che altri Paesi siano capaci di imparare da ciò che stiamo facendo
qui nel Regno Unito, che si tratti dell'apprendimento personalizzato e
dell'aumento dei fondi per il supporto individuale, rendendo
l'insegnamento una professione post-laurea, o assicurandosi che ogni
scuola sia una scuola con risultati alti attraverso la nostra Sfida
Nazionale.
....
L'avanzamento tecnologico ha già avuto un impatto significativo sulle
opportunità disponibili per chi apprende. Gli insegnanti, i formatori, i
tutor hanno nuovi strumenti che possono ispirare i giovani tanto quanto
i meno giovani. Tutte le nostre scuole oggi hanno la tecnologia che
rende possibile per gli studenti e i docenti tracciare i progressi, e
realizzare effettivamente un apprendimento personalizzato che risponde
ai bisogni dell'individuo. Abbiamo investito 5 miliardi di sterline
nelle scuole per le tecnologie dal 1997, il che significa che ora stiamo
raggiungendo il numero di un computer ogni tre studenti nelle scuole
secondarie -- uno dei rapporti migliori in Europa. ..."
Il benvenuto è stato dato dall'onorevole /_Ed Balls_/, Segretario di
Stato, del Dipartimento per i Bambini, le Scuole e le Famiglie e
dall'onorevole /_John Denham_/, Segretario di Stato, del Dipartimento
per l'Innovazione, le Università e le Capacità (Skills).
"Il Regno Unito sta facendo grandi progressi nel campo dell'educazione,
l'apprendimento e le capacità. Oltre a questo, la tecnologia si è
sviluppata in modo incredibilmente veloce nell'ultimo decennio, ed è
usata in modo innovativo da persone di tutte le età, comunità, mondo del
business e, non meno, settori come l'educazione e le capacità.
Un risultato di tutto ciò è che gli sviluppi pionieristici che hanno
aiutato persone che apprendono e insegnanti a connettersi da tutti gli
angoli del pianeta, accelerano le capacità e l'educazione veramente a
livello globale.
...
Ma abbiamo ancora nuove sfide. Come continuiamo a rinnovare l'uso della
tecnologia per chi apprende, allineando i bisogni in evoluzione degli
studenti al passo della tecnologia, assicurando che l'apprendimento
delle generazioni future continui velocemente? Come ci assicuriamo che
l'impatto della tecnologia sull'educazione e le capacità sia positivo?
Riunendo ministri, policy makers e professionisti di tutto il mondo, il
Learning and Tecnology World Forum sarà capace di dialogare e riflettere
sul progresso, identificare le sfide future e incoraggiare la
collaborazione sull'uso innovativo della tecnologia.
...
Il Forum incorpora Moving Young Minds, che si focalizza specificatamente
sullo sviluppo e l'implementazione della tecnologia nell'educazione a
livello ministeriale. Con questo invito globale, estendiamo
l'opportunità di condividere esperienze e stabiliamo collegamenti
collaborativi con le controparti internazionali a tutti i livelli. ..."
/_Stephen Crowne_/, della Becta, ha così accolto i partecipanti:
"... Nel Regno Unito, il governo ha fissato obiettivi ambiziosi per
l'educazione e le capacità. La tecnologia li sostiene tutti, e questo
evento globale agirà come catalizzatore per esplorare come la politica e
le strategie che si sviluppano in modo collaborativi possano portare
benefici reali e tangibili per l'Apprendimento della Prossima
Generazione, nel Regno Unito e nel mondo.
...
La tecnologia supporta anche e rende possibili nuovi modelli di
leadership. Per esempio, mentre i modelli tradizionali identificavano un
leader per ogni scuola, è chiaro ora che altri modelli di leadership
possono e devono funzionare oltre la singola istituzione, ed è allora
auspicabile sempre di più un sistema collaborativo di leadership.
La conoscenza della potenzialità della tecnologia e della sua
applicazione strategica sono sicuramente critici per la leadership del
21° secolo.
....
Molte capacità sviluppate attraverso l'uso della tecnologia riflettono
quelle che sono sempre più richieste nel mondo del lavoro. Esse
includono le capacità legate alla comunicazione, all'auto-organizzazione
e al lavorare con gli altri, così come quelle associate con l'adattarsi
e l'adattare la tecnologia per scopi particolari.
...
La tecnologia gioca anche un ruolo nella crescita professionale della
forza lavoro nel campo dell'educazione. Si può imparare molto dallo
sviluppo professionale in altri settori. La tecnologia sempre di più
viene anche usata nella crescita professionale informale e continua, per
esempio, attraverso le reti e le comunità di pratica...".
/_Ray Barker_/, direttore della BESA (British Educational Suppliers
Association), ha presentato il sistema scolastico inglese, dicendo che
nelle 4 regioni in cui è diviso il Regno Unito l'educazione è gratuita,
compresi i libri, e obbligatoria dai 5 fino ai 16 anni (presto lo
diventerà fino ai 18 anni). Il passaggio tra scuola primaria e
secondaria avviene a 11 anni. Le scuole non selezionano gli studenti.
Sono coinvolti 8.1 milioni di studenti, di cui il 93% in scuole
sovvenzionate dallo Stato, il 7% indipendenti. Ci sono 98 Università, 35
istituzioni per la formazione terziaria e in esse 1.2 milioni di
studenti a tempo pieno.
Recentemente hanno diviso la scolarizzazione in questi segmenti:
da 0 a 5 anni prescuola
da 5 a 7 anni primaria, keystage 1
da 7 a 11 anni primaria, keystage 2
da 11 a 14 anni secondaria, keystage 3
da 14 a 16 anni secondaria, keystage 4
Dal 1988 è stato introdotto un National Curriculum (precedentemente le
scuole operavano in piena autonomia) e i test a 7 e 11 anni, poi gli
esami pubblici: a 16 anni il GCSE/GNVQ e a 18 anni il GCE/VCE o l'A/AS
level (dal 2008 ci sono nuovi diplomi).
I fondi sono dati dal Ministero direttamente alle scuole per il 90%, per
esempio nell'anno scolastico 96/97 sono stati dati 32 miliardi sterline,
oggi 62.8 miliardi. Dal 1999 al 2008 i fondi per studente dati alle
scuole sono andati costantemente crescendo, come ha mostrato il relatore
su tabelle e grafici.
Oggi la scelta del Regno Unito è di concentrare la distribuzione di
fondi non solo sulle scuole e sugli studenti, ma anche sull'ambiente in
cui vivono i giovani: le famiglie, il contesto sociale, ecc. Questa
scelta è stata fatta sulla base di alcune priorità scelte dal governo
inglese, come per esempio: sono le famiglie, non il governo, a far
crescere i giovani, dunque necessitano di supporto; tutti i bambini
possono avere successo; tutti i bambini hanno bisogno di divertirsi; ...
A questo proposito, è stato aumentato il numero degli asili nido, sono
stati investiti parecchi fondi per creare aree verdi per il gioco, ecc.
Si sta lavorando molto anche sulla scuola secondaria, sottoposta a
revisione di programmi, capacità, obiettivi, livelli di competenze, in
quanto il numero di studenti della scuola secondaria sta aumentando.
Entro il 2020 il Regno Unito si prefigge di diventare leader mondiale
nel campo dell'Educazione.
/_Mike Briscoe_/, Direttore della Becta, ha parlato del sistema
scolastico inglese dal punto di vista dell'uso delle tecnologie. Ha
presentato una panoramica storica degli ultimi dieci anni di scelte nel
campo della scuola, dicendo che negli anni passati le scelte erano di
riconoscere quali fossero i bisogni di interventi significativi sulle
tecnologie, per far partire progetti che operavano dall'alto, con metodo
top-down. Ci si poneva l'obiettivo di trovare finanziamenti mirati per
programmi di rinnovamento e per mostrare risultati di ricerca
sull'impatto delle tecnologie sull'apprendimento.
Lavorando in modo intrecciato sulle infrastrutture, sulle pratiche e sui
contenuti, l'agenzia Becta propone un'agenda nazionale per gli
insegnanti, convincendoli che possono effettivamente cambiare le loro
metodologie di lavoro.
Alcuni dati fanno capire quanto si è fatto nel Regio Unito nell'ultimo
decennio: nel 1997 meno di un docente su 5 aveva accesso a Internet, nel
2007 il 99% hanno la connessione; nel 1997 il rapporto PC a numero di
studenti era 1 a 19, oggi 1 a 6,2. Questi 10 anni hanno segnato un salto
notevole nel Regno Unito, se pensiamo che sta aumentando sempre più
l'attenzione a una politica di sviluppo che non coinvolga solamente le
scuole (che sono state dotate di laboratori e reti wifi), ma anche i
docenti (che sono stati dotati tutti di computer portatile), i bambini,
le famiglie. In modo particolare, si procede a mostrare ai genitori che
cosa fanno i loro figli con le tecnologie, per coinvolgere le famiglie
nel processo educativo e si lavora tramite piattaforme cui gli studenti
e i docenti (ma anche le famiglie) possono collegarsi da scuola o da casa.
Aumentando l'accesso alle tecnologie, c'è una grande attenzione anche
sui risultati che si possono raggiungere con le tecnologie nel campo
dell'educazione. L'obiettivo nei prossimi anni è di passare da una
tecnologia usata occasionalmente a una tecnologia usata sempre. A tal
proposito, sono stati fatti molti investimenti sulle tecnologie nella
scuola, in un crescendo continuo dal 1997 al 2008. Discutendo di questi
investimenti, il relatore ha anche mostrato un diagramma degli
investimenti comparativi fra più nazioni in un confronto internazionale.
I dati dell'Italia erano assenti.
/_Andreas Schleicher_/, responsabile della Divisione per gli Indicatori
e l'Analisi dell'OECD (OCSE), ha tenuto una conferenza plenaria molto
interessante sulle capacità degli studenti per il 21° secolo, a partire
dai risultati dei test internazionali OCSE-PISA. Ha mostrato molti
grafici, dicendo che tutti i Paesi sono migliorati negli ultimi
quarant'anni, qualcuno in modo molto significativo.
Il relatore ha illustrato i grafici sui risultati PISA, sugli
investimenti fatti nel campo educativo, sull'uso delle tecnologie, su
quali siano le capacità su cui bisogna lavorare nel 21° secolo.
Dividendo le capacità in cinque aree: routinarie-manuali, non
routinarie-manuali, routinarie-cognitive, non routinarie-analitiche e
non routinarie-interattive ha mostrato come, dagli anni 60 a oggi, la
domanda del mondo del lavoro alla scuola delle prime tre aree sia
diminuita in modo vario, mentre il fabbisogno delle ultime due sia
aumentato di molto, in modo particolare dell'ultima, che è cresciuta in
modo vertiginoso. Da ciò, capiamo che le cose semplici da insegnare sono
anche le cose più semplici da poter essere automatizzate. Le cose più
difficili da insegnare (perché impegnano pensiero critico, flessibilità,
capacità di operare con gli altri, gestire la complessità, usare più
risorse insieme, ecc.) sono anche quelle più difficili, se non
impossibili da automatizzare.
Ecco dunque le indicazioni per le capacità e le competenze del 21°
secolo: più complesso diventa il mondo in questi anni, più bisogno c'è
di varie forme di coordinamento e gestione. Occorre avere grande
versatilità nell'approccio ai problemi, non si tratta quindi di formare
specialisti e generalisti, ma persone flessibili, in grado di affrontare
la complessità e di reperire e gestire risorse per risolverla.
Coinvolti nelle indagini PISA sono l'87% dei Paesi del mondo economico.
Per scegliere che cosa valutare, c'erano due possibilità: quella di
valutare che cosa gli studenti avevano appreso, oppure che cosa potevano
applicare in un contesto nuovo. È stata scelta la seconda. Per esempio,
per quanto riguarda la matematica, si è puntato fortemente sulla
modellizzazione, nel senso scientifico del termine: modello come
simulazione matematica di una situazione reale, che può essere
utilizzato e dare risultati, i quali poi vanno interpretati nuovamente
nel contesto reale.
I Paesi coinvolti nell'indagine PISA hanno risultati molto diversi a
seconda del loro sistema economico e scolastico. Possono esserci sia
Paesi con equità sociale nel sistema scolastico che presentano alti
punteggi, sia Paesi che, pur avendo equità sociale, hanno bassi
punteggi. Possono esserci Paesi che fanno della scuola una delle sfide
future e investono molto, altri che, pur facendone una sfida, non
investono molto sulla scuola. In ogni caso, in genere sistemi
socio-economici forti attirano insegnanti forti.
Se fino ad ora i sistemi educativi dei vari Paesi sono stati basati su
un curriculum nazionale, oggi e per il futuro si tende ad abbandonare un
metodo top-down di interazione con le scuole, a favore di un metodo
bottom-up, nel senso che ogni scuola può diventare parte del sistema (in
Finlandia già lo è) e determinare un cambiamento del sistema. Si sta
passando dunque da un sistema di tipo prescrittivo a un sistema dove
l'apprendimento è più personalizzato e le scelte sulla scuola più
democratiche. Infatti, il futuro dell'educazione è un sistema "ricco di
conoscenza", mentre il sistema tradizionale era "povero di conoscenza",
ed è un sistema basato sul giudizio e il coinvolgimento professionale e
individuale, mentre il sistema tradizionale era più prescrittivo.
Dunque, volendo trovare delle categorie che contraddistinguano il
sistema educativo del passato e quello nuovo, potremmo contrapporre le
seguenti: nel vecchio sistema, punire, perdere studenti, unificare, dare
provvigioni, burocratizzare, parlare di equità; nel nuovo sistema
ottenere alti standard, diversificare, guardare i risultati, delegare,
realizzare l'equità, e così via. Per tutto questo occorre ovviamente
denaro e occorre anche stabilire uno strumento di misura e delle
variabili misurabili, che ci indichino come sia meglio investire tale
denaro. Inoltre, le scuole devono capire che se le capacità e le
competenze stanno cambiando, anche la valutazione e le prove devono
cambiare.
Le indicazioni per le scelte di politica scolastica sono prese dai
risultati e dagli studi internazionali, e vanno nella direzione di
fissare non solo gli standard, ma anche le capacità e le competenze che
le scuole perseguono, estendere il range di tali competenze in modo da
racchiudere anche l'uso delle tecnologie, stabilire linee e scelte
politiche nella direzione dell'equità e della qualità, colmare il più
possibile il divario tra valutazione formativa e sommativa.
_Richard De Lorenzo_, leader nelle riforme in campo educativo, e della
ristrutturazione organizzativa, è noto per aver proposto e realizzato in
USA una rivoluzione curricolare, passando da un sistema basato sul tempo
a uno basato sui risultati, dove gli studenti devono raggiungere certe
performance per passare a un livello successivo e non cumulare crediti o
anni di scuola. De Lorenzo ha presentato il suo progetto RISC
(Re-Inventing School Coalition) realizzato in America, mettendo
l'accento sul passaggio da una scuola per qualcuno a una scuola per
tutti, basata sul principio di equità. In modo particolare, il relatore
ha parlato della realizzazione del suo progetto in Alaska, stato in cui
la disoccupazione tocca livelli del 52%, la povertà livelli del 75,7%
della popolazione, il 90% degli studenti non ha capacità minime di
lettura e molti studenti abbandonano la scuola senza portare a termine
il processo formativo.
De Lorenzo ha posto alcune idee chiave in contrapposizione tra
l'educazione del 20° secolo e quella del 21°, come per esempio:
curriculum basato sul tempo/sulle performance; libri di testo/standard
educativi; apprendimento passivo/attivo; decisioni al docente/agli
studenti; curriculum frammentario/trasparente e continuo; basse
aspettative/punteggi internazionali; diversità ignorata/integrata;
docenti che giudicano gli studenti/giudizi incrociati; tecnologia
poca/molta.
Applicando queste idee chiave alla costruzione del curriculum, De
Lorenzo ha creato in Alaska una scuola in cui gli studenti avanzano solo
se mostrano di aver raggiunto i livelli necessari, indipendentemente dal
tempo. Qui la scuola è organizzata come una comunità che coinvolge non
solo studenti e docenti, ma anche i loro genitori, i nonni, i parenti. È
una scuola in cui si condividono idee, obiettivi, conoscenza, lavoro,
partecipazione e soprattutto una visione condivisa del modo di imparare.
In questo consiste il suo progetto di Re-Inventare la scuola. L'impatto
che una scuola del genere ha non solo sugli studenti, ma sulla comunità
intera, è di alto valore formativo e sociale, e i risultati si vedono in
breve tempo.
/_Kirsi Lindroos_/, direttore generale dell'Ente nazionale per
l'istruzione della Finlandia, ha tenuto la sua relazione plenaria da
rappresentante di un Paese che è al primo posto nei test PISA per la
matematica, dando alla platea informazioni sul sistema educativo del suo
Paese e sulle linee di sviluppo decise in questi anni. Ecco le scelte
della Finlandia in campo educativo: uguali opportunità per tutti;
l'educazione completamente gratuita; educazione di base non selettiva;
amministrazione centrale e periferica flessibile; modo di lavorare
interattivo e cooperativo; supporti individuali all'apprendimento;
valutazione orientata allo sviluppo e al miglioramento di capacità;
piccole differenze tra scuole di città e di campagna; insegnanti molto
qualificati professionalmente; modello di apprendimento
socio-costruttivista. In Finlandia, l'80% degli studenti continua dopo
l'istruzione obbligatoria.
La scuola finlandese segue alcuni nuovi progetti come: il POP, progetto
per una migliore educazione; il JOPO, basato su un'educazione di base
flessibile, il lavoro in piccoli gruppi, i contesti di apprendimento,
l'integrazione della scuola con la comunità, ...
Di particolare interesse è il progetto cosiddetto dell'Ambiente di
Apprendimento, che per le scuole costituisce un quadro teorico di
riferimento. È basato sull'integrazione di ambienti fisici, fattori
psicologici, relazioni sociali (fa parte del curriculum finlandese), per
far leva su nuove linee di azione che sostituiscono a un insegnante
direttivo un ambiente collaborativo, a un'attenzione centrata sul
docente un'attenzione sull'apprendimento, a una visione curricolare una
basata sulle competenze, e così via. Tale progetto tende a integrare
l'ambiente scolastico con quello della comunità e della società. Per
esempio, a Helsinki il Museo della tecnologia è parte del percorso di
apprendimento. Tale percorso si compone di una parte realizzata a
scuola, seguita da esperimenti vari al museo, per concludersi con nuove
attività a scuola. Gli attori che prendono parte a percorsi formativi di
questo genere dunque sono più di uno: le scuole stesse, i Musei,
l'industria, l'Università. L'Ambiente di Apprendimento è visto perciò
sotto diverse prospettive: quella fisica, come spazio di azione; quella
sociale, per l'interazione umana; quella tecnologica, per il
coinvolgimento delle tecnologie; quella locale, come scuola, o campagna,
o città, ...; quella didattica, per la mediazione che può fornire
l'ambiente all'apprendimento. L'intersezione di queste componenti è il
risultato del fare scuola oggi in Finlandia, ed evidentemente influisce
sui risultati che questo Paese ha nei confronti internazionali.
Queste le principali relazioni del Forum, le linee di discussione sulle
scelte politiche nel campo dell'educazione: ne traspare un grosso
investimento di risorse che molti Paesi hanno scelto di fare per le
scuole, la professionalità docente, le tecnologie per la didattica,
un'attenzione al problema dell'istruzione come tema centrale per
l'evoluzione di un Paese, ma anche un'attenzione particolare al
monitoraggio dei risultati, delle competenze, dell'impatto delle
tecnologie sull'apprendimento, dei confronti internazionali.
L'assenza del Ministro dell'Istruzione italiano o di suoi delegati pare
inspiegabile, certo è che occorrerebbe non perdere questa occasione di
confronto e di condivisione con gli altri Paesi, perché lo sviluppo di
un Paese dipende fortemente dalle scelte in materia di istruzione e
formazione. Come ha detto /_John Denham_/, segretario di stato inglese,
in una tavola rotonda al Forum: "Portare l'educazione al primo posto,
non all'ultimo, in questo momento di crisi a livello globale, è il
dovere di una nazione che vuole progredire."
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ATTENTION PLEASE! THE SERVER OF THE DEPARTMENT DOES NOT WORK VERY WELL. BE SURE THAT I RECEIVE YOUR MESSAGES.
Prof. Ornella Robutti
Dipartimento di Matematica
Università di Torino
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