[Cabrinews] 3. Forum di Londra

Ornella Robutti ornella.robutti a unito.it
Mar 5 Maggio 2009 11:49:36 CEST


Questa mia relazione sul Forum di Londra e' stata pubblicata in questi 
mesi su molte riviste su carta e on-line (dal Bollettino UMI a animat, ...)

*LEARNING AND TECHNOLOGY WORLD FORUM 2009 *

*Ornella Robutti, Università di Torino*

Si è tenuto a Londra, nei giorni 12, 13, 14 gennaio scorso, presso il 
Queen Elisabeth II Conference Centre, il primo LEARNING AND TECHNOLOGY 
WORLD FORUM 2009, voluto dal governo, dedicato alle scuole di ogni 
ordine e grado, dal nido alle superiori, centrato sull'apprendimento e 
le tecnologie e rivolto a tutte le discipline.

Si tratta del primo Forum mondiale sull'apprendimento e le tecnologie, 
organizzato dalla Becta, l'agenzia governativa inglese leader per l'uso 
delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che fa sì che 
le tecnologie siano ben usate per migliorare l'educazione, la formazione 
e le capacità. L'agenzia Becta supporta gli obiettivi strategici di due 
dipartimenti governativi: il Dipartimento per l'Innovazione, 
l'Università e le Capacità (DIUS) e il Dipartimento per i Bambini, le 
Scuole e le Famiglie (DCSF).

Questo Forum è un evento unico nel panorama internazionale, come evento 
che raccoglie rappresentanti di tutto il mondo a confronto sulla 
formazione.

Il governo inglese ha deciso di organizzare un incontro internazionale 
tra tutti i soggetti che, nei vari Paesi del mondo, si occupano di 
scuola a vario livello e a vario titolo: Ministri dell'Istruzione, 
ricercatori e professori universitari, ispettori, presidi, docenti della 
scuola, policy makers, delegati delle agenzie di formazione e 
aggiornamento insegnanti e rappresentanti delle ditte che producono 
tecnologie e tecnologie didattiche. Ai tre giorni di Forum seguivano tre 
giorni di fiera (BETT) sulle tecnologie.

I vari soggetti hanno potuto partecipare al Forum rigorosamente sotto 
invito degli organizzatori. Essi sono stati scelti sulla base del loro 
coinvolgimento in progetti nazionali e internazionali di ricerca e 
didattica e delle loro possibilità di riportare a largo raggio nei 
rispettivi Paesi le idee e le discussioni condivise nei tre giorni. Io 
ho partecipato a titolo di esperto universitario di ricerca in didattica 
della matematica con le tecnologie. I partecipanti erano circa 600, 
rappresentativi di circa 70 Paesi del mondo. Presenti 63 Ministri 
dell'Istruzione, alcuni dei quali relatori nelle varie sessioni, insieme 
a molti delegati dei Ministeri dell'Istruzione di tutto il mondo, e 
anche molti rappresentanti delle varie Agenzie di formazione che operano 
a fianco dei Ministeri. Dagli elenchi ufficiali non risultava presente 
al Forum il Ministro, né alcuna rappresentanza del Ministero 
dell'Istruzione del nostro Paese.**

L'obiettivo principale del Forum era, a livello internazionale, quello 
di condividere le idee in materia di insegnamento e apprendimento nel 
21° secolo, in modo da scegliere nei vari Paesi linee di sviluppo 
comune, mentre il Regno Unito sta perseguendo lo scopo di porsi come 
leader nell'educazione (termine inglese education) e promotore di 
iniziative di confronto come questa, che sarà probabilmente la prima di 
una serie. A tale scopo, il Forum era dislocato in un centro congressi 
moderno e funzionale, dotato di sale e aule di varie dimensioni. Le 
attività del Forum consistevano in relazioni plenarie, workshop tematici 
(15 in parallelo in ogni sessione) e incontri informali nelle pause tra 
un'attività e l'altra. Il Forum si è aperto alle 8 del mattino del 
lunedì con una plenaria sul sistema scolastico inglese, è andato avanti 
con un programma di lavoro molto fitto per tre giorni, per concludersi 
il mercoledì con l'obiettivo di continuare contatti e discussioni 
attraverso una piattaforma cui tutti i partecipanti sono iscritti.

A tutti i partecipanti è stato affidato il compito di divulgare il più 
possibile nei loro rispettivi Paesi le idee condivise nel Forum.

*Gli interventi*

Il Primo Ministro /_Gordon Brown_/ ci ha lasciato nella cartellina del 
Forum il suo discorso, di cui riporto qualche parola qui di seguito.

"Benvenuti al primo Learning and Technology World Forum - un'opportunità 
unica per trovarsi e discutere insieme alcune delle maggiori sfide di 
oggi. Il forum ci dà l'opportunità di parlare della scuola del 21° 
secolo -- di come una forza lavoro di alta qualità e professionalità 
possa continuare a innalzare gli standard; di come possiamo usare al 
meglio le tecnologie; e di come la leadership possa fare sempre di più 
per migliorare le nostre scuole, la formazione universitaria e gli altri 
luoghi di apprendimento.

Come voi, io credo appassionatamente nel potere dell'educazione per dare 
ai bambini e ai giovani le capacità e la fiducia per trasformare non 
solo il loro futuro ma le società in cui vivono, scoprendo le loro 
potenzialità e aiutandoli a diventare parte del successo economico 
futuro della nostra nazione.

Sono determinato a vedere il Regno Unito diventare un leader mondiale 
nell'educazione ....

Gli standard sono migliorati significativamente- poco più del 45% 
raggiungeva il punteggio 5 o superiore nel GCSE nel 1997 e ora il dato è 
oltre il 60%. Lo scorso autunno sono state aperte o rinnovate totalmente 
180 scuole. E il numero di scuole con livelli bassi di rendimento 
continua a scendere -- da 524 nell'estate 1998 a 232 nel luglio 2008.

Abbiamo imparato e continuiamo a imparare un mucchio dagli altri Paesi, 
per esempio, la School Report Card che stiamo per introdurre è basata 
sull'esperienza di New York, e l'uso di portatili per i professori viene 
dall'esperienza dell'Australia. Ed è benvenuta l'opportunità, che questa 
Conferenza fornisce, di continuare ad ascoltare e a imparare. Spero 
anche che altri Paesi siano capaci di imparare da ciò che stiamo facendo 
qui nel Regno Unito, che si tratti dell'apprendimento personalizzato e 
dell'aumento dei fondi per il supporto individuale, rendendo 
l'insegnamento una professione post-laurea, o assicurandosi che ogni 
scuola sia una scuola con risultati alti attraverso la nostra Sfida 
Nazionale.

....

L'avanzamento tecnologico ha già avuto un impatto significativo sulle 
opportunità disponibili per chi apprende. Gli insegnanti, i formatori, i 
tutor hanno nuovi strumenti che possono ispirare i giovani tanto quanto 
i meno giovani. Tutte le nostre scuole oggi hanno la tecnologia che 
rende possibile per gli studenti e i docenti tracciare i progressi, e 
realizzare effettivamente un apprendimento personalizzato che risponde 
ai bisogni dell'individuo. Abbiamo investito 5 miliardi di sterline 
nelle scuole per le tecnologie dal 1997, il che significa che ora stiamo 
raggiungendo il numero di un computer ogni tre studenti nelle scuole 
secondarie -- uno dei rapporti migliori in Europa. ..."

Il benvenuto è stato dato dall'onorevole /_Ed Balls_/, Segretario di 
Stato, del Dipartimento per i Bambini, le Scuole e le Famiglie e 
dall'onorevole /_John Denham_/, Segretario di Stato, del Dipartimento 
per l'Innovazione, le Università e le Capacità (Skills).

"Il Regno Unito sta facendo grandi progressi nel campo dell'educazione, 
l'apprendimento e le capacità. Oltre a questo, la tecnologia si è 
sviluppata in modo incredibilmente veloce nell'ultimo decennio, ed è 
usata in modo innovativo da persone di tutte le età, comunità, mondo del 
business e, non meno, settori come l'educazione e le capacità.

Un risultato di tutto ciò è che gli sviluppi pionieristici che hanno 
aiutato persone che apprendono e insegnanti a connettersi da tutti gli 
angoli del pianeta, accelerano le capacità e l'educazione veramente a 
livello globale.

...

Ma abbiamo ancora nuove sfide. Come continuiamo a rinnovare l'uso della 
tecnologia per chi apprende, allineando i bisogni in evoluzione degli 
studenti al passo della tecnologia, assicurando che l'apprendimento 
delle generazioni future continui velocemente? Come ci assicuriamo che 
l'impatto della tecnologia sull'educazione e le capacità sia positivo? 
Riunendo ministri, policy makers e professionisti di tutto il mondo, il 
Learning and Tecnology World Forum sarà capace di dialogare e riflettere 
sul progresso, identificare le sfide future e incoraggiare la 
collaborazione sull'uso innovativo della tecnologia.

...

Il Forum incorpora Moving Young Minds, che si focalizza specificatamente 
sullo sviluppo e l'implementazione della tecnologia nell'educazione a 
livello ministeriale. Con questo invito globale, estendiamo 
l'opportunità di condividere esperienze e stabiliamo collegamenti 
collaborativi con le controparti internazionali a tutti i livelli. ..."

/_Stephen Crowne_/, della Becta, ha così accolto i partecipanti:

"... Nel Regno Unito, il governo ha fissato obiettivi ambiziosi per 
l'educazione e le capacità. La tecnologia li sostiene tutti, e questo 
evento globale agirà come catalizzatore per esplorare come la politica e 
le strategie che si sviluppano in modo collaborativi possano portare 
benefici reali e tangibili per l'Apprendimento della Prossima 
Generazione, nel Regno Unito e nel mondo.

...

La tecnologia supporta anche e rende possibili nuovi modelli di 
leadership. Per esempio, mentre i modelli tradizionali identificavano un 
leader per ogni scuola, è chiaro ora che altri modelli di leadership 
possono e devono funzionare oltre la singola istituzione, ed è allora 
auspicabile sempre di più un sistema collaborativo di leadership.

La conoscenza della potenzialità della tecnologia e della sua 
applicazione strategica sono sicuramente critici per la leadership del 
21° secolo.

....

Molte capacità sviluppate attraverso l'uso della tecnologia riflettono 
quelle che sono sempre più richieste nel mondo del lavoro. Esse 
includono le capacità legate alla comunicazione, all'auto-organizzazione 
e al lavorare con gli altri, così come quelle associate con l'adattarsi 
e l'adattare la tecnologia per scopi particolari.

...

La tecnologia gioca anche un ruolo nella crescita professionale della 
forza lavoro nel campo dell'educazione. Si può imparare molto dallo 
sviluppo professionale in altri settori. La tecnologia sempre di più 
viene anche usata nella crescita professionale informale e continua, per 
esempio, attraverso le reti e le comunità di pratica...".

/_Ray Barker_/, direttore della BESA (British Educational Suppliers 
Association), ha presentato il sistema scolastico inglese, dicendo che 
nelle 4 regioni in cui è diviso il Regno Unito l'educazione è gratuita, 
compresi i libri, e obbligatoria dai 5 fino ai 16 anni (presto lo 
diventerà fino ai 18 anni). Il passaggio tra scuola primaria e 
secondaria avviene a 11 anni. Le scuole non selezionano gli studenti.

Sono coinvolti 8.1 milioni di studenti, di cui il 93% in scuole 
sovvenzionate dallo Stato, il 7% indipendenti. Ci sono 98 Università, 35 
istituzioni per la formazione terziaria e in esse 1.2 milioni di 
studenti a tempo pieno.

Recentemente hanno diviso la scolarizzazione in questi segmenti:

da 0 a 5 anni prescuola

da 5 a 7 anni primaria, keystage 1

da 7 a 11 anni primaria, keystage 2

da 11 a 14 anni secondaria, keystage 3

da 14 a 16 anni secondaria, keystage 4

Dal 1988 è stato introdotto un National Curriculum (precedentemente le 
scuole operavano in piena autonomia) e i test a 7 e 11 anni, poi gli 
esami pubblici: a 16 anni il GCSE/GNVQ e a 18 anni il GCE/VCE o l'A/AS 
level (dal 2008 ci sono nuovi diplomi).

I fondi sono dati dal Ministero direttamente alle scuole per il 90%, per 
esempio nell'anno scolastico 96/97 sono stati dati 32 miliardi sterline, 
oggi 62.8 miliardi. Dal 1999 al 2008 i fondi per studente dati alle 
scuole sono andati costantemente crescendo, come ha mostrato il relatore 
su tabelle e grafici.

Oggi la scelta del Regno Unito è di concentrare la distribuzione di 
fondi non solo sulle scuole e sugli studenti, ma anche sull'ambiente in 
cui vivono i giovani: le famiglie, il contesto sociale, ecc. Questa 
scelta è stata fatta sulla base di alcune priorità scelte dal governo 
inglese, come per esempio: sono le famiglie, non il governo, a far 
crescere i giovani, dunque necessitano di supporto; tutti i bambini 
possono avere successo; tutti i bambini hanno bisogno di divertirsi; ... 
A questo proposito, è stato aumentato il numero degli asili nido, sono 
stati investiti parecchi fondi per creare aree verdi per il gioco, ecc. 
Si sta lavorando molto anche sulla scuola secondaria, sottoposta a 
revisione di programmi, capacità, obiettivi, livelli di competenze, in 
quanto il numero di studenti della scuola secondaria sta aumentando.

Entro il 2020 il Regno Unito si prefigge di diventare leader mondiale 
nel campo dell'Educazione.

/_Mike Briscoe_/, Direttore della Becta, ha parlato del sistema 
scolastico inglese dal punto di vista dell'uso delle tecnologie. Ha 
presentato una panoramica storica degli ultimi dieci anni di scelte nel 
campo della scuola, dicendo che negli anni passati le scelte erano di 
riconoscere quali fossero i bisogni di interventi significativi sulle 
tecnologie, per far partire progetti che operavano dall'alto, con metodo 
top-down. Ci si poneva l'obiettivo di trovare finanziamenti mirati per 
programmi di rinnovamento e per mostrare risultati di ricerca 
sull'impatto delle tecnologie sull'apprendimento.

Lavorando in modo intrecciato sulle infrastrutture, sulle pratiche e sui 
contenuti, l'agenzia Becta propone un'agenda nazionale per gli 
insegnanti, convincendoli che possono effettivamente cambiare le loro 
metodologie di lavoro.

Alcuni dati fanno capire quanto si è fatto nel Regio Unito nell'ultimo 
decennio: nel 1997 meno di un docente su 5 aveva accesso a Internet, nel 
2007 il 99% hanno la connessione; nel 1997 il rapporto PC a numero di 
studenti era 1 a 19, oggi 1 a 6,2. Questi 10 anni hanno segnato un salto 
notevole nel Regno Unito, se pensiamo che sta aumentando sempre più 
l'attenzione a una politica di sviluppo che non coinvolga solamente le 
scuole (che sono state dotate di laboratori e reti wifi), ma anche i 
docenti (che sono stati dotati tutti di computer portatile), i bambini, 
le famiglie. In modo particolare, si procede a mostrare ai genitori che 
cosa fanno i loro figli con le tecnologie, per coinvolgere le famiglie 
nel processo educativo e si lavora tramite piattaforme cui gli studenti 
e i docenti (ma anche le famiglie) possono collegarsi da scuola o da casa.

Aumentando l'accesso alle tecnologie, c'è una grande attenzione anche 
sui risultati che si possono raggiungere con le tecnologie nel campo 
dell'educazione. L'obiettivo nei prossimi anni è di passare da una 
tecnologia usata occasionalmente a una tecnologia usata sempre. A tal 
proposito, sono stati fatti molti investimenti sulle tecnologie nella 
scuola, in un crescendo continuo dal 1997 al 2008. Discutendo di questi 
investimenti, il relatore ha anche mostrato un diagramma degli 
investimenti comparativi fra più nazioni in un confronto internazionale. 
I dati dell'Italia erano assenti.

/_Andreas Schleicher_/, responsabile della Divisione per gli Indicatori 
e l'Analisi dell'OECD (OCSE), ha tenuto una conferenza plenaria molto 
interessante sulle capacità degli studenti per il 21° secolo, a partire 
dai risultati dei test internazionali OCSE-PISA. Ha mostrato molti 
grafici, dicendo che tutti i Paesi sono migliorati negli ultimi 
quarant'anni, qualcuno in modo molto significativo.

Il relatore ha illustrato i grafici sui risultati PISA, sugli 
investimenti fatti nel campo educativo, sull'uso delle tecnologie, su 
quali siano le capacità su cui bisogna lavorare nel 21° secolo.

Dividendo le capacità in cinque aree: routinarie-manuali, non 
routinarie-manuali, routinarie-cognitive, non routinarie-analitiche e 
non routinarie-interattive ha mostrato come, dagli anni 60 a oggi, la 
domanda del mondo del lavoro alla scuola delle prime tre aree sia 
diminuita in modo vario, mentre il fabbisogno delle ultime due sia 
aumentato di molto, in modo particolare dell'ultima, che è cresciuta in 
modo vertiginoso. Da ciò, capiamo che le cose semplici da insegnare sono 
anche le cose più semplici da poter essere automatizzate. Le cose più 
difficili da insegnare (perché impegnano pensiero critico, flessibilità, 
capacità di operare con gli altri, gestire la complessità, usare più 
risorse insieme, ecc.) sono anche quelle più difficili, se non 
impossibili da automatizzare.

Ecco dunque le indicazioni per le capacità e le competenze del 21° 
secolo: più complesso diventa il mondo in questi anni, più bisogno c'è 
di varie forme di coordinamento e gestione. Occorre avere grande 
versatilità nell'approccio ai problemi, non si tratta quindi di formare 
specialisti e generalisti, ma persone flessibili, in grado di affrontare 
la complessità e di reperire e gestire risorse per risolverla.

Coinvolti nelle indagini PISA sono l'87% dei Paesi del mondo economico. 
Per scegliere che cosa valutare, c'erano due possibilità: quella di 
valutare che cosa gli studenti avevano appreso, oppure che cosa potevano 
applicare in un contesto nuovo. È stata scelta la seconda. Per esempio, 
per quanto riguarda la matematica, si è puntato fortemente sulla 
modellizzazione, nel senso scientifico del termine: modello come 
simulazione matematica di una situazione reale, che può essere 
utilizzato e dare risultati, i quali poi vanno interpretati nuovamente 
nel contesto reale.

I Paesi coinvolti nell'indagine PISA hanno risultati molto diversi a 
seconda del loro sistema economico e scolastico. Possono esserci sia 
Paesi con equità sociale nel sistema scolastico che presentano alti 
punteggi, sia Paesi che, pur avendo equità sociale, hanno bassi 
punteggi. Possono esserci Paesi che fanno della scuola una delle sfide 
future e investono molto, altri che, pur facendone una sfida, non 
investono molto sulla scuola. In ogni caso, in genere sistemi 
socio-economici forti attirano insegnanti forti.

Se fino ad ora i sistemi educativi dei vari Paesi sono stati basati su 
un curriculum nazionale, oggi e per il futuro si tende ad abbandonare un 
metodo top-down di interazione con le scuole, a favore di un metodo 
bottom-up, nel senso che ogni scuola può diventare parte del sistema (in 
Finlandia già lo è) e determinare un cambiamento del sistema. Si sta 
passando dunque da un sistema di tipo prescrittivo a un sistema dove 
l'apprendimento è più personalizzato e le scelte sulla scuola più 
democratiche. Infatti, il futuro dell'educazione è un sistema "ricco di 
conoscenza", mentre il sistema tradizionale era "povero di conoscenza", 
ed è un sistema basato sul giudizio e il coinvolgimento professionale e 
individuale, mentre il sistema tradizionale era più prescrittivo.

Dunque, volendo trovare delle categorie che contraddistinguano il 
sistema educativo del passato e quello nuovo, potremmo contrapporre le 
seguenti: nel vecchio sistema, punire, perdere studenti, unificare, dare 
provvigioni, burocratizzare, parlare di equità; nel nuovo sistema 
ottenere alti standard, diversificare, guardare i risultati, delegare, 
realizzare l'equità, e così via. Per tutto questo occorre ovviamente 
denaro e occorre anche stabilire uno strumento di misura e delle 
variabili misurabili, che ci indichino come sia meglio investire tale 
denaro. Inoltre, le scuole devono capire che se le capacità e le 
competenze stanno cambiando, anche la valutazione e le prove devono 
cambiare.

Le indicazioni per le scelte di politica scolastica sono prese dai 
risultati e dagli studi internazionali, e vanno nella direzione di 
fissare non solo gli standard, ma anche le capacità e le competenze che 
le scuole perseguono, estendere il range di tali competenze in modo da 
racchiudere anche l'uso delle tecnologie, stabilire linee e scelte 
politiche nella direzione dell'equità e della qualità, colmare il più 
possibile il divario tra valutazione formativa e sommativa.

_Richard De Lorenzo_, leader nelle riforme in campo educativo, e della 
ristrutturazione organizzativa, è noto per aver proposto e realizzato in 
USA una rivoluzione curricolare, passando da un sistema basato sul tempo 
a uno basato sui risultati, dove gli studenti devono raggiungere certe 
performance per passare a un livello successivo e non cumulare crediti o 
anni di scuola. De Lorenzo ha presentato il suo progetto RISC 
(Re-Inventing School Coalition) realizzato in America, mettendo 
l'accento sul passaggio da una scuola per qualcuno a una scuola per 
tutti, basata sul principio di equità. In modo particolare, il relatore 
ha parlato della realizzazione del suo progetto in Alaska, stato in cui 
la disoccupazione tocca livelli del 52%, la povertà livelli del 75,7% 
della popolazione, il 90% degli studenti non ha capacità minime di 
lettura e molti studenti abbandonano la scuola senza portare a termine 
il processo formativo.

De Lorenzo ha posto alcune idee chiave in contrapposizione tra 
l'educazione del 20° secolo e quella del 21°, come per esempio: 
curriculum basato sul tempo/sulle performance; libri di testo/standard 
educativi; apprendimento passivo/attivo; decisioni al docente/agli 
studenti; curriculum frammentario/trasparente e continuo; basse 
aspettative/punteggi internazionali; diversità ignorata/integrata; 
docenti che giudicano gli studenti/giudizi incrociati; tecnologia 
poca/molta.

Applicando queste idee chiave alla costruzione del curriculum, De 
Lorenzo ha creato in Alaska una scuola in cui gli studenti avanzano solo 
se mostrano di aver raggiunto i livelli necessari, indipendentemente dal 
tempo. Qui la scuola è organizzata come una comunità che coinvolge non 
solo studenti e docenti, ma anche i loro genitori, i nonni, i parenti. È 
una scuola in cui si condividono idee, obiettivi, conoscenza, lavoro, 
partecipazione e soprattutto una visione condivisa del modo di imparare. 
In questo consiste il suo progetto di Re-Inventare la scuola. L'impatto 
che una scuola del genere ha non solo sugli studenti, ma sulla comunità 
intera, è di alto valore formativo e sociale, e i risultati si vedono in 
breve tempo.

/_Kirsi Lindroos_/, direttore generale dell'Ente nazionale per 
l'istruzione della Finlandia, ha tenuto la sua relazione plenaria da 
rappresentante di un Paese che è al primo posto nei test PISA per la 
matematica, dando alla platea informazioni sul sistema educativo del suo 
Paese e sulle linee di sviluppo decise in questi anni. Ecco le scelte 
della Finlandia in campo educativo: uguali opportunità per tutti; 
l'educazione completamente gratuita; educazione di base non selettiva; 
amministrazione centrale e periferica flessibile; modo di lavorare 
interattivo e cooperativo; supporti individuali all'apprendimento; 
valutazione orientata allo sviluppo e al miglioramento di capacità; 
piccole differenze tra scuole di città e di campagna; insegnanti molto 
qualificati professionalmente; modello di apprendimento 
socio-costruttivista. In Finlandia, l'80% degli studenti continua dopo 
l'istruzione obbligatoria.

La scuola finlandese segue alcuni nuovi progetti come: il POP, progetto 
per una migliore educazione; il JOPO, basato su un'educazione di base 
flessibile, il lavoro in piccoli gruppi, i contesti di apprendimento, 
l'integrazione della scuola con la comunità, ...

Di particolare interesse è il progetto cosiddetto dell'Ambiente di 
Apprendimento, che per le scuole costituisce un quadro teorico di 
riferimento. È basato sull'integrazione di ambienti fisici, fattori 
psicologici, relazioni sociali (fa parte del curriculum finlandese), per 
far leva su nuove linee di azione che sostituiscono a un insegnante 
direttivo un ambiente collaborativo, a un'attenzione centrata sul 
docente un'attenzione sull'apprendimento, a una visione curricolare una 
basata sulle competenze, e così via. Tale progetto tende a integrare 
l'ambiente scolastico con quello della comunità e della società. Per 
esempio, a Helsinki il Museo della tecnologia è parte del percorso di 
apprendimento. Tale percorso si compone di una parte realizzata a 
scuola, seguita da esperimenti vari al museo, per concludersi con nuove 
attività a scuola. Gli attori che prendono parte a percorsi formativi di 
questo genere dunque sono più di uno: le scuole stesse, i Musei, 
l'industria, l'Università. L'Ambiente di Apprendimento è visto perciò 
sotto diverse prospettive: quella fisica, come spazio di azione; quella 
sociale, per l'interazione umana; quella tecnologica, per il 
coinvolgimento delle tecnologie; quella locale, come scuola, o campagna, 
o città, ...; quella didattica, per la mediazione che può fornire 
l'ambiente all'apprendimento. L'intersezione di queste componenti è il 
risultato del fare scuola oggi in Finlandia, ed evidentemente influisce 
sui risultati che questo Paese ha nei confronti internazionali.

Queste le principali relazioni del Forum, le linee di discussione sulle 
scelte politiche nel campo dell'educazione: ne traspare un grosso 
investimento di risorse che molti Paesi hanno scelto di fare per le 
scuole, la professionalità docente, le tecnologie per la didattica, 
un'attenzione al problema dell'istruzione come tema centrale per 
l'evoluzione di un Paese, ma anche un'attenzione particolare al 
monitoraggio dei risultati, delle competenze, dell'impatto delle 
tecnologie sull'apprendimento, dei confronti internazionali.

L'assenza del Ministro dell'Istruzione italiano o di suoi delegati pare 
inspiegabile, certo è che occorrerebbe non perdere questa occasione di 
confronto e di condivisione con gli altri Paesi, perché lo sviluppo di 
un Paese dipende fortemente dalle scelte in materia di istruzione e 
formazione. Come ha detto /_John Denham_/, segretario di stato inglese, 
in una tavola rotonda al Forum: "Portare l'educazione al primo posto, 
non all'ultimo, in questo momento di crisi a livello globale, è il 
dovere di una nazione che vuole progredire."


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Prof. Ornella Robutti

Dipartimento di Matematica
Università di Torino
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Tel. 0116703492 Fax. 0116702878



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