[Cabrinews] PISA e i finlandesi

Giuseppe Zampieri beppezampieri a msn.com
Gio 19 Feb 2009 19:09:28 CET



Gentili tutti,sono un insegnante di Matematica e Fisica in un Liceo Scientifico. Da pochissimo sto cercando di comprendere il successo del modello finlandese e scandinavo in genere. Sicuramente l'analisi merita di tener conto dei molti e complessi fattori che contribuiscono a costruire un sistema così efficace ed efficiente. Alcuni aspetti sono però quasi autoevidenti. La volontà, condivisa da gran parte della società, di migliorare il sistema scolastico, la consapevolezza del valore e della centralità della cultura e della conoscenza, il senso di responsabilità con cui ci si pone di fronte ai problemi, la concretezza con cui si "tenta" di risolverli. Infine il RISPETTO, il rispetto per la persona, per la sua libertà di scelta, per le sue modalità di relazione con la società. Cose che contribuiscono a formare quel "contesto", quell'humus da cui una società può trarre vigore ed innovazione tecnologica, sicuramente, ma anche umana ed ideale.
Veniamo a noi. In questi ultimi anni nelle nostre scuole la valutazione è diventata uno degli elementi per cui la scuola sembra giustificare la propria esistenza. Le valutazioni debbono essere in numero tale da garantire la "valutabilità" stessa dello studente. Pochi sembrano preoccuparsi di cosa si valuta, di come si valuta del perché si valuta. Sul "numero" così ottenuto si basa, troppo spesso, il rapporto scuola-genitori, il rapporto non è più né culturale, né educativo, a pochi interessa la crescita umana e/o psicologica ( a quella pensa la famiglia ), interessa il numero. Sul numero vengono costruite le valutazioni quadrimestrali e quindi quel caotico e disordinato buco nero che ingoia risorse umane ed economiche notevoli, senza tuttavia conseguire veri o soddisfscenti risultati, specie nelle discipline scientifiche e in matematica. Siamo dunque ritornati al "vaso da riempire" , non alla conoscenza da costruire e all'uomo da educare alla pienezza della sua libertà, promuovendo e valorizzando adeguatamente ciò che a volte gli studenti stessi non sanno d'avere ( ex-ducere, portare fuori, far emergere...).
Una volta che tutte queste energie sono finite in compiti, interrogazioni, relazioni, valutazioni d'ogni genere e quant'altro, quanto TEMPO è rimasto per parlare, dialogare, insegnare la BELLEZZA e la QUALITA' delle discipline che riteniamo così importante comunicare ad altri e continuare ad approfondire da averci dedicato una bazzecola come la nostra vita? Retorica eh ?
Forse dovremmo insegnare a "pemsare", mettendo l'uomo al centro della nostra attenzione. La nostra struttura scolastica e probabilmente noi stessi dovremmo avere più consapevolezza del VALORE del lavoro che facciamo. Ecco questo è una misura di VALORE che comprendo ed accetto non la parziale valutazione contingente degli studenti.
PS. Raccontano che in un training per insegnanti a Frascati proposero ad alcuni insegnanti di correggere alcuni compiti forse di matematica. Pare che la spettro delle valutazioni per lo stesso compito andasse dall'insufficienza, anche grave, alla valutazione più piena e soddisfacente. Non so se sia vero ma...ho buone ragioni per crederlo.
Grazie
Giuseppe
Giuseppe Zampieri
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Date: Thu, 19 Feb 2009 18:11:55 +0100
From: paolalaura.barni a gmail.com
To: cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it
CC: bolondi a science.unitn.it
Subject: Re: [Cabrinews] PISA e i finlandesi

Sono perfettamente d'accordo con la ragazza finlandese e sono anni che sostengo con le mie colleghe di qualsiasi materia che secondo me, specialmente alle medie inferiori dove insegno, i ragazzi dovrebbero per prima cosa studiare a scuola e che non dovremmo perdere ore a correggere gli stessi esercizi dati per casa o a interrogare sperando che ci ripetano le stesse cose che abbiamo detto noi, integrate magari da quelle che devono trovare sul libro.

Io, per esempio, a scienze, NON interrogo e NON voglio che ripetano quel "poco" che io so di un campo così enorme!
Si ricerca su INTERNET, io stessa spiego con il video proiettore, facendo vedere siti dove si parla dell'argomento (ad es. vulcani) e poi stimolo loro a cercare, ad informarsi a vedere, magari anche a casa, magari su FOCUS ecc...

Per matematica è uguale: come pretendiamo che siano interessati (che non vuol dire zitti, perchè dipende dalla nostra capacità di "tenerli", ma con le "celluline grige" in movimento, come dice Poirot) se riproponiamo esercizi sempre i soliti, magari cambiando i numeri: chi li ha fatti a casa, "dorme" e a chi non sono riusciti è convinto che tanto non li capirà mai, e "dorme" pure lui. 

Eppure i colleghi, almeno i miei, non se ne accorgono e continuano a correggere le frasi di grammatica a  dare le schede libro, che sono l'uccisione della voglia di leggere, secondo me.....
 
Specialmente alle medie o ci accorgiamo che se va bene stanno tutto il pomeriggio a giocare a pallone e se va male stanno a giocare al PC o alla play, perchè noi non siamo riusciti a dar loro uno stimolo, la voglia di cercare, di informarsi..... oppure avremo sempre più disastri: i "bravi" che studiano a memoria o quasi e ci fanno "contenti", i "ciuchi" che saranno sempre più frustrati, con l'autostima nei calzini e quindi sempre più bulli, asociali, violenti, ecc....

 
Ammetto di essere un po' pessimista, ma  sono a casa in malattia...... speriamo che sia una giornata nera, ma.....spero proprio che tutti noi si cerchi di cambiare qualcosa, perchè quando sento al telegiornale le notizie di questi giorni, delle ragazzine sempre più giovani violentate, ecc. mi chiedo veramente: ma la scuola italiana, ma io, cosa stiamo insegnando ai  ragazzi?

 
Paola Barni
 
 


2009/2/19 Laura Catastini <catastin a mat.uniroma2.it>


NON  HO PAROLE!!! 



Il giorno 19/feb/09, alle ore 17:33, Aurelia Orlandoni ha scritto:





Carissimi,
sul forum riservato ai formatori PON-OCSE (sito ex-INDIRE) Carmelo Di Stefano, che molti di voi conoscono per il suo impegno nell'insegnamento di matematica con le tecnologie, ha inserito un messaggio che offre molti spunti di riflessione. In accordo con Carmelo ve lo riporto integralmente anche se non riguarda direttamente l'uso delle tecnologie ma forse anche quelle possono (debbono?) avere un ruolo in un insegnamento innovativo delle matematica.

Buona lettura e ... buona riflessione.
Aurelia

Dato che ho l'occasione di essere in contatto con una ragazza finlandese che ha seguito un intero anno scolastico in Italia, con Intercultura, le ho chiesto sui risultati formidabili dei suoi connazionali nelle prove OCSE-PISA. Vi giro la sua risposta senza commento e senza correzione dei pocchissimi errori.

Non so se i finlandesi sono i migliori del OCSE - Pisa, ma diciamo che non sarebbe una sorpresa... Specialmente dopo il mio anno in Italia, ho iniziato a apprezzare la nostra sistema di scuola molto di più... Io penso che il problema in Italia è che le persone devono studiare a casa e poi vengono a scuola a fare l'interrogazione in cui devono proprio ricordare tutto a memoria parola a parola e poi se gli chiedi "perché?", non sanno rispondere perché non hanno davvero capito quello che hanno studiato... in Finlandia invece io a volte non studiavo niente a casa e prendevo otto o nove dal compito soltanto perché avevo capito le cose durante le lezioni... e in Finlandia nel liceo i professori non guardano se io ho fatto i compiti a casa, lì loro pensano che siamo assai adulti per decidere le nostre cose e cmnq fa male a noi se non studiamo perché è la nostra vita. E questo fatto ci dava la possibilità di studiare di più quella materia che per noi era difficile e meno quella che era facile. E ci sono anche altre cose che non mi piacevano nella scuola italiana, per esempio l'ingelse... Io non ho mai nella mia vita studiato per esempio shakespeare qui in Finlandia, qui è importante che io so parlare inglese, invece in Italia voi studiate 2-3 anni la grammatica e poi iniziate a studiare shakespeare il quale scriveva inglese che nemmeno Samantha, che parla ingelse come la lingua materna, capiva totalmente... quindi come le persone possono imparare a parlare inglese, se studiano quel modo della lingua che è morto cento anni fa...

quei sono i miei pensieri (in modo corto) 

Sanna

Come vedete ci sono tante occasioni di meditare seriamente e di cominciare a buttare nella spazzatura tutto il vecchiume che ancora gestisce la scuola italiana.


Saluti innovativi
Carmelo 

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