[Cabrinews] R: R: Buona Pasqua

Bruno D'Amore damore a dm.unibo.it
Dom 12 Apr 2009 10:02:35 CEST


Grazie, caro Gian Carlo, caro Mauro;
siamo ancora tutti sconvolti; quel che non tutti sanno, è che la terra trema e
trema, tutt'attorno. Io ho parenti stretti nella provincia, anche una sorella; mi
dice che molta gente di Sulmona e dei paesi circostanti dormono in auto nel campo
sportivo ed ogni mattina rientrano in casa. Ogni notte tutto balla, non si sa se
riapriranno le scuole; la messa è celebrata all'aperto perché la gente ha paura di
entrare nelle chiese.
Bruno D'Amore


Gian Carlo Stagni wrote:

> Antonio Bernardo wrote:
> > Ciao Mauro,
> > Buona Pasqua anche a te e ai tuoi cari
> > Non c'è nessun allegato
> In realta` c'e`, anzi ci sono entrambi, solo che sono stati purtroppo
> inviati secondo la procedura *non-standard* di MSOffice e non come
> "senplici" documenti allegati ad un messaggio di posta.
>
> > credo che non sia previsto dalla mailing list la possibilità di allegare
> > file.
> Effettivamente la cosa e` "sconsigliata" perche` non e` possibile sapere
> se tutti gli iscritti di una lista (e possono essere centinaia e
> migliaia) sono in grado di leggere tale documento o usano una
> connessione sufficientemente veloce per scaricare in tempi "ragionevoli"
> centinaia di KBytes di allegati (i tempi "eroici" dei modem analogici
> non sono ancora terminati).
> Per limitare gli inconvenienti e` previsto anche un limite di 40KB per
> ogni messaggio ma...
>
> In riferimento al contenuto dei due allegati, mi permetto di "incollare"
> in coda a questo messaggio i due documenti inviati alla lista, affinche`
> la testimonianza di chi e` stato colpito cosi` duramente possa
> raggiungere piu` persone.
> Spero che l'autore mi perdoni l'invadenza. :-)
>
> Saluti,
> Gian Carlo Stagni
> ===
>
> L'Odissea.
>
> Caro Bruno e carissimi amici
> purtroppo non ho notizie di Laura ma spero che stia bene. Con mia moglie
> e i suoi genitori siamo ricoverati in un appartamentino di Pescara,
> messo a disposizione da una parente. Essendo partiti in fretta abbiamo
> lasciato tutto nelle nostre case e così questa mattina, 9 aprile, sono
> tornato al mio paese per prendere il necessario, soprattutto per mio
> suocero che è disabile. L’esperienza che ho vissuto oggi rimarrà
> impressa per sempre. Arrivato a Villa Sant’Angelo verso le undici e
> trovato il paese blindato dai vigili del fuoco. Non si poteva entrare
> senza la loro scorta. Ho dovuto aspettare fino alle 15 per entrare nella
> mia casa. Nel frattempo ho potuto mangiare solo una scatoletta di carne
> offerta da un forestale di Viterbo. Alla mensa allestita nella tendopoli
> c’era da fare la fila e non avevo molto tempo, ma i miei compaesani
> erano soddisfatti dell’aiuto e il  compare Tonino  mi ha detto:
> “Professò, si vede che vengono dal nord, guarda che organizzaziò!”. La
> tendopoli infatti era stata allestita dalla Protezione Civile di Reggio
> Emilia. Quando sono arrivati i pompieri, prima di entrare nella casa che
> ho trovato ancora in piedi nonostante le scosse della notte e le parole
> di Maria che mi diceva: “non troverai più nulla in piedi”, ho avuto uno
> scoppio di pianto per aver vinto un’altra mia scommessa e i vigili mi
> hanno confortato. Ho preso in fretta le cose essenziali, soprattutto
> oggetti che hanno più un valore affettivo che monetario, come i libri,
> oltre che a carica batterie, computer e indumenti.
> Arrivato a nei pressi di Chieti mi sono addormentato alla guida del
> Pajero e solo un altro miracolo ha fatto si che non sfondassi il
> guardrail (da tre giorni, la notte dormo solo poche ore).
> Mentre scrivo sto assistendo alla trasmissione Annozero e resto allibito
> nel sentire costoro parlare di responsabilità e di politica quando
> ancora non sono stati seppelliti i nostri morti. Hanno ragione a dire
> che l’Ospedale Civile, ora inagibile, era stato inaugurato nel 2000, ma
> ora pensiamo ai morti e ai sopravvissuti: c’è tempo per punire eventuali
> colpevoli. Ho troppo sonno per sentire altro e purtroppo mi devo mettere
> a letto.
> Riprendo a scrivervi questa mattina ma devo dire prima, a chi ha visto
> la trasmissione, che il giornalista Ruotolo avrebbe dovuto parlare delle
> tendopoli già allestite nei paesi di Fagnano, Villa Sant’Angelo,
> Caporciano, Navelli, L’Aquila, Fossa e  Onna (non ho visto quella di San
> Demetrio, il paese più grande, ma so che il nostro Presidente Napolitano
> l’ha visitata, quindi c’è) invece Ruotolo parlava di tendopoli non
> allestite a Monticchio e San Gregorio (che sono due piccole frazioni che
> hanno avuto meno danni) come un esempio di disfunzione dei soccorsi.
> Questi ci sono e funzionano bene.
> In mattinata ho dovuto cercare un alloggio per me e Maria in un albergo
> di Montesilvano. Il comune ci ha fornito una camera all’Hotel Serena
> Majestic (dove facemmo il convegno ADT nel 2000) e la tessera per
> viaggiare gratis nell’area metropolitana di Pescara. In questo hotel ho
> ritrovato tanti amici di Villa e San Demetrio, anche loro sfollati e ci
> siamo consolati a vicenda.
> La Protezione civile sta allestendo vari spazi per confortarci e appena
> scendo mi metterò a disposizione per dare lezioni di matematica ai
> giovani qui alloggiati. Posso farlo comodamente perché in macchina porto
> il videoproiettore. Nel pomeriggio vorrei fare un salto a Ortona dove mi
> aspettano alcuni colleghi e amici per prendere un caffè insieme e
> passare qualche minuto di relax, se così possiamo chiamarlo.
> Oggi è Venerdì Santo e L’Aquila era famosa per la sua solenne
> processione del Cristo Morto. Non credo che oggi si potrà fare ma il
> pensiero corre agli anni belli in cui da boy scout facevo da scorta al
> Cristo, sempre sotto la pioggia. Il mio amico Roberto soleva dire
> scherzando: “La prova che Dio esiste è che a L’Aquila, ad ogni Venerdì
> Santo, piove durante la processione”.
> L’emergenza iniziale sta per terminare ma ora inizia una lunga odissea
> di cui non riesco a vedere la fine. Vi abbraccio tutti e vi auguro Buona
> Pasqua
> Mauro
> =====
>
> Per L'Aquila che non c'è più
>
> Cari amici
> sono riuscito a trovare del tempo, oltre che la corrente elettrica,  per
> poter pensare e scrivere, per potervi ringraziare di tutti i saluti e
> auguri che avete inviato a me e alla mia famiglia. Le prime parole che
> mi sono venute in mente le scrisse il mio caro maestro Gian Carlo Rota:”
> When the going gets rough, we have recourse to a way of salvation that
> is not available to ordinary mortals: we have that Mighty Fortress that
> is our Mathematics. This is what makes us mathematicians into very
> special people. The danger is envy from the rest of the world.” Vorrei
> correggere la parola Mathematics con Mathematicians: Gian Carlo me lo
> permetterà. Ho sempre creduto che la nostra Mighty Fortress fosse la
> Matematica, ma dopo aver ricevuto tutti i vostri messaggi e telefonate
> credo di essere un uomo felice, anche ora che ho perso tutto,  sapendo
> che ho due Mighty Fortress: la Matematica e voi amici matematici.
>         Scriveva Brecht in una sua opera: “Di questa città un giorno resterà
> soltanto il vento che passa. Anche noi passeremo, e, nelle catastrofi
> che verranno, io mi auguro ormai soltanto una cosa: che non mi si spenga
> il sigaro in bocca per la troppa amarezza”.
> E’ una catastrofe ciò che si è abbattuto su L’Aquila e nei suoi
> dintorni. Della mia città dove ho fattto tutto, dall’asilo
> all’università, l’alpino nel battaglione Julia, il docente all’ITIS e
> alla Facoltà di Scienze, resterà soltanto il vento che passa. La
> conoscevo e l’ho amata meglio di me stesso. Quando ero studente facevo
> con gli amici scommesse di questo di tipo: portatemi bendato in un
> angolo della città e fatemi vedere soltanto una pietra: vi dirò il nome
> della via e quello del palazzo più importante e più vicino. Di quelle
> pietre non c’è più una sull’altra, se non ammassate a caso. Mi hanno
> detto che il Duomo di San Massimo è crollato. La cupola della Basilica
> di Collemaggio pure, per la seconda volta. La città è militarizzata, non
> ti fanno entrare per vedere il disastro, forse è meglio così. La casa di
> mia sorella Anna è distrutta: lei la famiglia sono vivi per  miracolo.
> Non ho più lacrime per piangere. Ho perso amici, Maria ha perso un
> cugino, solo a Villa Sant’Angelo, dove vivo, ci sono venti morti. Il
> centro storico non esiste più. Intorno alla mia casa di Tussilo, che
> molti di voi hanno ammirato, miracolosamente illesa, c’è solo un ammasso
> di macerie. La chiesa di fronte ha la facciata in bilico e può venire
> giù da un momento all’altro. Il campanile è pericolosamente lesionato.
> Le uniche case non crollate sono anch’esse lesionate e andranno
> abbattute. Lo stesso è per L’Aquila. Mio figlio che è riuscito ad
> arrivare alla nostra casa del quartiere di Pettino (il quartiere nuovo
> della città, con La Facoltà di Scienze e di Medicina, ha detto: “Papà, a
> Pettino in futuro sarà come quando siamo andati ad abitarci nel 1983:
> solo campagna”. L’ospedale lì vicino è inagibile. I palazzi che si
> vedono dall’elicottero che sorvola ciò che resta dell’Aquila sembrano in
> piedi, ma in realtà sono tutti pericolanti e devono essere abbattuti. Il
> centro storico è un ammasso di rovine.
>         Il Simposio Mat^Nat che stavo organizzando a Fontecchio, a 28 Km da
> L’Aquila (per fortuna risparmiato dal terremoto) è in onore di Pico
> Fonticulano. Questo scienziato, ingegnere e matematico del ‘500 (ha
> scritto un ottimo trattato di Geometria), nato appunto a Fontecchio, (io
> invece ci sono stato solo concepito), ha disegnato la prima pianta della
> città dell’Aquila, quando questa era la seconda città più grande del
> Regno di Napoli sul continente. Non so che fare del Simposio. Bisogna
> aspettare ancora qualche giorno per decidere ma fin da ora vi invito, se
> volete dare un contributo alla ricostruzione di questi paesi, a
> partecipare. Molti mi hanno chiesto al telefono: “Mauro cosa possiamo
> fare per te e per i tuoi cari?” Vi rispondo: “The show must to go on”.
> Se le cose si rimettono in moto, venite a Fontecchio nei primi tre
> giorni di maggio, daremo a questi altri poveretti che hanno perso tutto,
> cari e averi, che non li abbiamo abbandonati. Tra  breve troverete il
> programma aggiornato.
>         Vi ringrazio ancora di cuore e vi prego di diffondere questo messaggio
> a più gente possibile.
> Vi chiedo inoltre di non rispondere a questa mia lettera.
> Un abbraccio affettuoso a tutti voi
>  Mauro
>  =====
> _______________________________________________
> Cabrinews mailing list
> Cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it
> http://keynes.scuole.bo.it/mailman/listinfo/cabrinews

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Prof. Bruno D'Amore, Prof.ssa Martha Isabel Fandiño Pinilla
Professore ordinario, Professoressa a contratto
Docenti di "Didattica della Matematica" - PhD in Mathematics Education
Dipartimento di Matematica - Università di Bologna
piazza di porta san Donato 5 - 40126 Bologna, Italia
damore a dm.unibo.it --- www.dm.unibo.it/rsddm

È gentilezza dovunqu’è vertude.




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