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Laura Catastini catastin a mat.uniroma2.it
Gio 25 Ott 2007 10:15:52 CEST


Il giorno 25/ott/07, alle ore 01:09, walter maraschini ha scritto:

>
> E' per questi motivi che UMI, Mathesis o altro non sono più  
> sufficienti, per quanto forse necessari: credo che a tutti noi  
> interessi anche una maestra che insegna matematica, ma non si sente  
> matematica, un insegnante delle medie che non si sente matematico  
> ma che l'insegna, ..., un mondo intero, troppo trascurato e a volte  
> schifato, ma che comunque produce cultura, quella effettiva.
>
> Non matematici, dunque, ma che insegnano matematica (e talvolta  
> matematici essendolo, ...)
>
> Walter Maraschini
>
>

Sono molto d'accordo con Walter.
Spero per questo che in fondanimat entrino colleghi delle scuole  
medie inferiori e delle elementari e si cominci a discutere tra noi  
dell'insegnamento della matematica comunicandoci esigenze e punti di  
vista che sono troppo a lungo rimasti imprigionati nella artificiale  
distanza  professionale che viene indotta dalla mancanza di una forte  
immagine di autonomia professionale, mancanza che segna  
psicologicamente la categoria. Sto tenendo delle lezioni in un corso  
di perfezionamento in didattica della matematica e sono a contatto  
con giovani insegnanti delle scuole medie inferiori, che mi  
raccontavano come l'aver trovato quel tipo di posto all'inizio era  
parso loro un'occasione di serie B, da lasciare appena se ne fosse  
liberato uno alle superiori, la serie A, ma che dopo un anno di  
insegnamento si fossero sinceramente sentite gratificate  e chiamate  
a un lavoro che si rivelava fondamentale come snodo affettivo e  
concettuale nei giovani studenti. Le docenti, laureate in matematica,  
si sono immediatamente rese conto di vari problemi gravi che  
affliggono in quel settore l'insegnamento della matematica,.
Lasciatemi citare un allegro libro di una collega di lettere, edito  
da mondadori, "La profe". Fiorentina, l'autrice, Antonella Landi,   
racconta la sua esperienza, simile a quella appena raccontata sopra,  
di docente "scivolata" temporaneamente nelle medie, sgomenta  
all'inizio, rimasta per scelta e per entusiasmo. Con un atteggiamento  
didattico nel modo e nei contenuti disciplinari che a me piace molto.  
Anche nello stile, toscano verace estremo, mi riconosco. Riconosco  
anche però che il tono può disturbare, a volte, un po' troppo sopra  
le righe, ma è tanto per dare l'idea. Non mi sgridate. Avere in prima  
liceo uno studente capace di  leggere libri veri, da cima a fondo e   
con piacere, è solo un sogno, per molti di noi.

Laura Catastini





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