[Cabrinews] ANIME
Paolo Francini
paolo.francini a uniroma1.it
Dom 21 Ott 2007 17:52:26 CEST
Sul nome si potrebbe anche fare una votazione (ANIMA, ANIM, AIM, ma anche
A.N.I.MAT. .... tutti possono andar bene).
Non mi sembra questa la questione su cui fissarci.
Si tratta di perseguire l'idea e di darle operatività.
In tutto ciò, non vi sarà alcuna sovrapposizione o concorrenza con le
esistente associazioni, e non si tratta neppure di pretendere impropri
"cambiamenti".
L'UMI è un ente riconosciuto a carattere scientifico-accademico, non ha mai
preteso né ambito a "rappresentare" gli insegnanti di matematica. Il fatto
che dia vita a una Commissione Italiana per l'Insegnamento della Matematica
significa che l'UMI interagisce operosamente con gli insegnanti di scuola
secondaria, non che li rappresenta. Sarebbe ridicolo solo il pensarlo, come
onestamente apparirebbe buffo qualsiasi proposito "bellicoso" di cambiare
quello che l'UMI è o fa. Con quale diritto?
Un'organizzazione che esiste da decenni è quello che deve essere e fa quello
che deve fare.
Se abbiamo l'esigenza di un altro soggetto che faccia altre cose, va
costruito.
Ci manca solo che, prima di essere operativi ed interloquire con le entità
che ci interessano effettivamente, si debba preliminarmente mettersi a far
chissà quali pressioni dentro le associazioni esistenti, senza garanzie né
che la cosa sia sensata né di avere la minima efficacia entro tempi
ragionevoli.
Questi son tempi veloci, quel che serve va fatto e basta, mica ci si può
attardare tra Achille e tartarughe varie.
La Mathesis è un'altra cosa ancora: probabilmente sarebbe molto più vicina a
quello che ci serve e che abbiamo in mente che non l'UMI.
Però, e non saprei dire bene il motivo, tutto ciò dovrebbe essere ma non è.
Essa ha una fisionomia ben data, diretta da un ben determinato gruppo di
persone, ma neppure essa è presieduta da insegnanti e non mi sembra il caso
dover presentare chissà quale istanza, o addirittura richiedere cambiamenti,
a una cosa che esiste da 110 anni.
Per le esigenze che stiamo maturando, mi pare ben distante da quanto ci
occorre: un'associazione professionale.
Senz'altro ce ne saranno molte altre ancora di organizzazioni. Ma la cosa
deve interessarci poco.
Non c'è da fare concorrenza o chissà quale proselitismo: sarebbe assurdo
metterla in questi termini.
Mica si tratta di fondare un partito!
C'è solo la semplice constatazione che abbiamo l'esigenza di disporre di un
soggetto agile, che faccia da punto di incontro raggiungibile per una
categoria e per una serie di esperienze professionali, che ci dia voce e
possa aprire un dialogo istituzionale quando necessario.
E questo soggetto, al momento, non lo abbiamo a disposizione.
Se poi fossimo addirittura capaci di dare un esempio, ed altri ci seguissero
in questa direzione, meglio che mai: ci sarebbe da salutare con entusiasmo
un ritrovato protagonismo di parte della classe docente.
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