[Cabrinews] matematica all'esame di Stato

Amerigo Di Libero amerigo.dilibero a tele2.it
Ven 29 Giu 2007 03:48:21 CEST


Ho seguito un poco il dibattito sull'esame di maturità, in particolare il
tema di ordinamento e francamente non condivido molte delle critiche mosse
al ministero.
-   In primo luogo non ci sono gravi errori nei testi! Lo so, sembra
ironico, ma non lo è.  In molte maturità del passato recente occorreva fare
giochi di prestigio per spiegare agli studenti che nel testo era implicito
..., si voleva dire ..... Quello era scandaloso! Qualcuno ricorderà quando
per dettato ministeriale si poteva calcolare l'integrale definito di una
funzione discontinua applicando il teorema fondamentale del calcolo
integrale!!
-  Non ho sentito ricordare il fatto che sui due problemi e sui dieci
quesiti  lo studente dovesse esprimersi solo su un problema e cinque quesiti
a scelta; il che francamente riduce le possibili rimostranze di tanti
scontenti.
-  Mi sembra che del primo problema si critichi sostanzialmente la richiesta
dell'individuazione del luogo geometrico.
Io non penso che fosse sopra le righe. Gli studenti abituati a studiare le
funzioni riconducendole, quando possibile, alle coniche 'del liceo' non
dovrebbero aver incontrato difficoltà; chi si aspettava il polpettone dello
studio di funzione sarà rimasto deluso, pazienza: non sempre all'esame ti
lasciano recitare l'unica poesia imparata a memoria!
-  Nel secondo problema i punti contestati sono due tra loro connessi.
Vorrei dire ad Ernesto e a Luigi che gli studenti del liceo scietifico
dovrebbero conoscere qualche cosa di più che il formalismo dei limiti delle
successioni perchè dovrebbero aver affrontato in seconda proprio il problema
della misura del cerchio (e della circonferenza) con una bella coppia di
classi cotigue e le osservazioni sull'impossibilità della quadratura (credo
che a tale proposito non si chidesse altro che ricordare quale fosse il
concetto di misurabilità). Il problema proposto è un esangue fantasma di
quello classico, con l'aiuto generoso della trigonometria.
Il primo punto del problema (che era già stato assegnato come quesito in
maturità precedenti) poteva dare soddisfazione ai funzionomani oppure
prestarsi a ragionamenti sintetici sulla ricerca dei massimi (con un certo
piacere).
-  In quanto ai quesiti non mi sembra che ci siano particolari critiche (ad
eccezione del decimo quesito e dell'amore per la misura sessagesimale degli
angoli, che francamente non riesco a spiegarmi) , trovarne cinque
abbordabili non è per nulla difficile.

Di altro tono sono invece le considerazioni di D.P.(da non confondere con
vecchie sigle politiche).
Nessuna nostalgia del buon tempo andato, compresa la selezione. Sta di fatto
che la popolazione dei licei scientifici a Milano è più che decuplicata in
10 anni. Se potessimo riandare ai tempi di Platone e ne decluplicassimo la
scuola difficilmente ora studieremmo lìopera di dieci Aristatele, con buona
pace dell'antropologia.
 Condivido fino a un certo punto:

"funzione prioritaria della scuola oggi è quella di consentire a tutti gli
studenti di
acquisire competenze e conoscenze che consentano di partecipare criticamente
e consapevolmente alle complesse e difficili scelte che la vita pubblica
impone; è quella di passare da un aconoscenza tacita, implicita, a una
consapevole, esplicita Quindi non ci possono essere selezioni né esplicite
("ti boccio") né nascoste ("ti mando avanti sempre e comunque"). Si tratta
di ospitare i govani a scuola, in un ambiente serio, ma sereno, non
necessariamente per soli 5 anni, bensì per tutto il tempo necessario ad
acquisire conoscenze e competenze fondamentali. Che, vorrei essere chiaro,
NON sono quelle necessarie per seguire (in apnea, con delicati concetti
affrontati nello spazio-tempo di un semestre, ossia ... quattro mesi) un
corso di ingegneria. Il problema si sposta quindi davvero a individuare un
insieme di competenze e conoscenze essenziali (non minimali)"

perchè  c'è davvero poco nella società attuale  di meno definito  e confuso
dell'idea di Scuola, perfino nelle sue forme organizzative quotidiane che a
partire dall'istituzione della  Scula Media Unica hanno dimostrato di essere
in dissonanza con gli obbiettivi che ci si prefiggeva.
Ma, francamente, cosa c'entra quel che dici(D.P.) col ministero e con
l'esame di maturità?
Riesci a ricordare Donofrio e l'abolizione degli esani di settembre, oppure
Berlinguer e il concorsone, oppure la Moratti? Ci pensi a Fioroni che si
occupa di studenti e telefonini?
Il ministero ha un'ininerzia terribile e il punto meno scardinabile (per
fortuna??) sono proprio i testi della maturità perchè implicherebbero un
cambiamento lungo linee programmatiche disciplinari che non si sono
tracciate.
Tommasi ci ha dato il solito quadro confortante delle SSILS, per dire: ma se
neppure gli studenti che escono dall'università sanno risolvere i problemi
sui luogli ...appunto, come trenta o quaranta anni fa dovevano saperlo fare
prima ! Credi che oggi saprebbero dimostrare una solida preparazione almeno
nell' "insieme di competenze e conoscenze essenziali (non minimali)" ?
Se ne può uscire da questo ginepraio ma non ci possiamo fare illusioni: non
ci sono scorciatoie; pensare che si possa tirare per la giacchetta un
ministro utilizando il malcontento che provoca un esame in cui per la prima
volta da qualche anno non sono più i docenti a giudicare il proprio lavoro
giudicando i propri studenti.
Per chiarirci meglio tra noi vorrei fare una 'modesta proposta'
(provocatoria): chi pensa che il testo della maturità di quest'anno è
inadeguato o difficile o retrò o ....mi faccia la cortesia: ne scriva una
lui e ce la faccia conoscere. Potremmo avere delle sorprese, potrei essere
meno pessimista.





----- Original Message ----- 
From: "Domingo Paola" <domingo.paola a tin.it>
To: "Lista di discussione sul software matematico"
<cabrinews a liste.keynes.scuole.bo.it>
Sent: Thursday, June 28, 2007 1:14 PM
Subject: Re: [Cabrinews] matematica all'esame di Stato




>Trovandomi nelle stesse condizioni di insegnamento del Professor Dedò,
>concordo pienamente sulle sue considerazioni.

Giordano Bruno

> ...
> Devo pensare che lo studente medio di liceo scientifico trovi difficoltà
>ad affrontare dignitosamente una prova come questa?
>Ciò conferma una sensazione che da un pezzo avevo: come siamo caduti in
>basso!
>Ci si lamenta (e a ragione) che le ore di matematica sono troppo poche,
>ma vorrei osservare che non sono meno di quelle che si facevano al liceo
>trenta anni fa', tuttavia gli studenti escono molto meno preparati e
>molto più insicuri.
>Perché? Sono forse biologicamente cambiati? E' in corso una mutazione
>della specie? Non credo. Credo invece che la scuola, bistrattata ed
>attaccata da genitori e mass-media, si difenda abbassando la guardia e
>avallando il clima di lassismo e superficialità che permea ormai la
>nostra società.
>In attesa della palingenesi mi sembra sensata la proposta che avevo
>sentito avanzare tempo fa, cioè quella che  la preparazione delle prove
>di italiano e di indirizzo siano lasciate alla commissione, mentre
>quella e solo quella della terza prova, pluridisciplinare, sia lasciata
>al Ministero (ma senza comunicare prima su quali materie verterà).
>Ernesto Dedò


Le considerazioni di due docenti universitari sono molto diverse da quelle
avanzate dalla maggior parte degli insegnanti di scuola secondaria
intervenuti nel dibattito. Mi pare che l'analisi di Dedò (e quindi anche
quella di Bruno)  non tenga conto di alcuni punti fondamentali (eppure
emersi nel dibattito che si è sviluppato sulla lista):
1) Non è con compiti di questo tipo (e nel dibattito sono state avanzate
critiche pertinenti e anche precise al riguardo) che si possa porre un freno
al "clima  di lassismo e superficialità che permea ormai la nostra società";
2) trenta anni sono tanti: cambiano molte cose e, con esse, l'attenzione che
gli studenti (e gli insegnanti) prestano a determinate conoscenze e
competnze. La nostra biologia è sicuramente quella di Aristotele, ma le
esigenze e le abitudini sociali cambiano molto velocemente. Insegnanti
attenti non possono non tenere conto di ciò.
3) Trenta - quaranta anni fa la scuola secondaria e la matematica in
particolare, svolgevano ancora una funzione esplicitamente selettiva: erano
chiamate a selezionare i giovani che avrebbero potuto frequentare con
successo le università e quindi aspirare a diventare la futura classe
dirigente e produttiva del paese. A quei tempi permaneva la logica del "pons
asinorum". Oggi una tale logica sarebbe folle (anche se qualcuno ne ha
nostalgia e tenta di ripristinarla: piccolo goffo tentativo in questo senso
è forse stato il compito di cui stiamo discutendo) e pericolosa: funzione
prioritaria della scuola oggi è quella di consentire a tutti gli studenti di
acquisire competenze e conoscenze che consentano di partecipare criticamente
e consapevolmente alle complesse e difficili scelte che la vita pubblica
impone; è quella di passare da un aconoscenza tacita, implicita, a una
consapevole, esplicita Quindi non ci possono essere selezioni né esplicite
("ti boccio") né nascoste ("ti mando avanti sempre e comunque"). Si tratta
di ospitare i govani a scuola, in un ambiente serio, ma sereno, non
necessariamente per soli 5 anni, bensì per tutto il tempo necessario ad
acquisire conoscenze e competenze fondamentali. Che, vorrei essere chiaro,
NON sono quelle necessarie per seguire (in apnea, con delicati concetti
affrontati nello spazio-tempo di un semestre, ossia ... quattro mesi) un
corso di ingegneria. Il problema si sposta quindi davvero a individuare un
insieme di competenze e conoscenze essenziali (non minimali) anche se è vero
che su questo, come dice Dedò, è "difficile mettere daccordo anche solo due
insegnanti (presi a caso)". Forse si potrebbe partire da una seria
considerazione di percorsi di base per tutti e di approfondimento per
studenti che dimostrano interesse a proseguire gli studi in determinate aree
disciplinari. Luigi ha ragione: con Matematica 2001, Matematica 2003 ,
m a tabel si stanno cercando di dare indicazioni su come costruire percorsi di
base culturalmente validi (molto, molto lontani dall'idea che emerge dal
compito in discussione e da quella che sembra emergere dagli interventi di
Dedò e Bruno): non sembra, però, che, nell'occasione dell'esame di maturità
al ministero ne abbiano tenuto conto. Ecco il motivo del nostro
disorientamento
Domingo Paola






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