[Cabrinews] i ragazzi di oggi sono gli stessi di trenta anni fa?

Rosa Iaderosa rosa.iaderosa a fastwebnet.it
Mer 27 Giu 2007 18:51:56 CEST


Ernesto Dedò scrive:
"Ci si lamenta (e a ragione) che le ore di matematica sono troppo poche,
ma vorrei osservare che non sono meno di quelle che si facevano al liceo
trenta anni fa', tuttavia gli studenti escono molto meno preparati e
molto più insicuri.
Perché? Sono forse biologicamente cambiati? E' in corso una mutazione
della specie? Non credo. Credo invece che la scuola, bistrattata ed
attaccata da genitori e mass-media, si difenda abbassando la guardia e
avallando il clima di lassismo e superficialità che permea ormai la
nostra società."

Personalmente non sono d'accordo su queste affermazioni. Gli studenti che 
oggi frequentano il liceo hanno a mio giudizio molte più risorse di quante 
ne avessimo noi (trenta o anche quaranta anni fa). Solo crescono e si 
formano in un clima culturale diverso, leggono meno i libri stampati ma sono 
molto più reattivi ad altri stimoli tecnologici, utilizzano altri codici 
comunicativi e altri stili di apprendimento, propri di questa epoca. La 
scuola e gli insegnanti forse non riescono a stare al passo con questi 
cambiamenti, e non è neanche tutta colpa nostra, si tratta di cambiamenti 
estremamente rapidi e complessi. Non credo quindi che sia il caso di parlare 
solo di lassismo e superficialità. Certo, la scuola italiana ha il grave 
torto di non operare una selezione seria anche nel periodo dell'istruzione 
obbligatoria: io ho lavorato per molti anni con un'utenza svantaggiata, e 
credo di poter dire che la vera selezione non è quella operata dalla scuola 
quando ferma un allievo che non ha raggiunto determinati standard di 
conoscenze e competenze, ma è piuttosto quella di chi non fa alcuno sforzo 
per colmare il divario dovuto allo svantaggio socio-culturale degli studenti 
e poi, perché è più facile, promuove tutti. Ma direi che il problema vero è 
che servono tempi diversi proprio perché la scuola deve essere propositiva 
con i ragazzi sul metodo di indagine e di scoperta delle conoscenze: una 
volta le tre ore settimanali bastavano forse anche perché l'insegnamento era 
essenzialmente di tipo trasmissivo, e gli allievi brillanti compensavano i 
limiti di questa metodologia con molto esercizio e rielaborazione autonoma. 
Oggi la didattica è cambiata, deve cambiare, ed è cambiata anche la 
disciplina. Queste evoluzioni necessitano urgentemente di un rinnovamento 
dell'intero piano formativo, a livello di contenuti e metodi, nella scuola 
superiore. Possibile che si chiamino riforme quelle che toccano solo aspetti 
marginali dell'organizzazione scolastica? Una vera riforma non c'è mai stata 
e deve partire dai programmi, dai quadri orari, da un nuovo modo di 
insegnare e di monitorare l'apprendimento.
Scusatemi se sono stata così lunga, ma tutti questi interventi mi hanno 
messo tanta voglia di protestare con chi dovrebbe finalmente riformare la 
scuola, perché tutti noi ci crediamo ancora, altrimenti non ci sarebbe 
nemmeno questa lista...........





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