FREUD E L'ARTE

L'influenza di Sigmund Freud ha pervaso così profondamente l'arte e la critica d'arte nel secolo XX che può sembrare un'ironia della sorte il fatto che proprio il suo insegnamento abbia avuto una funzione determinante nel minare e distruggere l'arte che lui stesso prediligeva.

Si, perché il suo pittore preferito fu e rimase sempre Rembradt, tant'è che fino alla fine della sua vita Freud guardò l'arte e la letteratura con gli occhi di Goethe e Schopenauer.

Per quanto possa sembrare strano, ciò risulta evidente dalle poche righe che Freud scrisse al suo amico Stefan Zweig dopo aver incontrato Salvador Dalì:

Devo realmente ringraziarla per quello che il visitatore di ieri mi ha rivelato. Fino ad ora io ero incline a considerare i surrealisti, che sembra mi abbiano prescelto come il loro santo patrono, dei puri folli, o diciamo puri al 95 per cento, come l'alcool...Il giovane spagnolo con i suoi occhi evidentemente sinceri e fanatici e la sua innegabile maestria tecnica mi ha suggerito una diversa valutazione. Sarebbe davvero assai interessante esplorare analiticamente le origini di una pittura del genere. Eppure come critico uno potrebbe avere il diritto di dire che il concetto di arte resiste al fatto di essere esteso oltre il punto in cui il rapporto quantitativo tra il materiale inconscio e l'elaborazione preconscia non è mantenuto entro certi limiti. Tuttavia, questi sono problemi psicologici seri.

Malgrado la brevità, questa lettera ci aiuta a capire le idee di Freud sull'arte e le ragioni che lo inducono a respingere tanto l'espressionismo quanto il surrealismo come non-arte. Secondo lui il surrealismo non è arte perché si basa solo sulla trasposizione di quello che lui definisce "processo primario". E' questo un processo in cui le impressioni e le esperienze della nostra vita da svegli sono mescolate e combinate in permutazioni imprevedibili proprio come nei sogni. L'innegabile maestria tecnica del giovane Dalì gli fa per un attimo pensare di essere stato troppo affrettato nel suo giudizio, ciò nonostante non esita a bollare per matti espressionisti e surrealisti.


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