IL SURREALISMO

Ammetto che due per due quattro sia un'ottima cosa

ma, se si deve lodare tutto, vi dirò

che due per due cinque è una cosa affascinante.

                                                                Dostoevskij

Nel 1924 lo scrittore francese Andrè Breton si fece interprete delle spinta innovatrice di quella che sarebbe diventata l'ultima avanguardia del '900 e pubblico' il primo Manifesto del Surrealismo.                                                          Dopo averne lungamente dissertato arrivò a fornire una definizione del movimento:

"SURREALISMO, s.m. Automatismo psichico mediante il quale ci si propone di esprimere sia verbalmente, sia per scritto o in altri modi, il funzionamento reale del pensiero; è il dettato del pensiero, con assenza di ogni controllo esercitato dalla ragione al di là di ogni pretesa estetica o morale"

Il surrealismo è quindi il tentativo di esprimere l'"io" interiore in piena libertà, emancipandolo dai meccanismi inibitori e dalle catene dalle quali è avviluppato. Questi vincoli che ne limitano la libertà non sono altro che un retaggio degli insegnamenti che, fin da bambini, ci costringono ad essere come la società vuole che siamo. Poche sono le possibilità di esprimersi liberamente mediante un automatismo psichico che escluda un controlla da parte della ragione. Una di queste è lasciarsi guidare dall'inconscio, proprio come accade nel sogno in cui le immagini si susseguono liberamente e senza legami evidenti, rivelando le profondità del nostro io. Risulta quindi evidente, come lo stesso Breton riconobbe apertamente, il grande debito del Surrealismo nei confronti di Freud.

Dalla definizione di Surrealismo si può però capire pure perché, nello stesso manifesto, Breton elogiasse particolarmente i folli, ovvero quelle persone che riescono a trovare la felicità in se stessi, attraverso la propria coscienza e dentro di essa. A tal proposito è chiaramente esplicativo questo passaggio del manifesto.


Il folle e l'immaginazione.

Tutti sanno infatti che i folli devono il loro internamento ad un piccolo numero di atti legalmente reprensibili e che senza questi atti la loro libertà ( ciò che si vede della loro libertà) non sarebbe messa in discussione. Che essi siano, in una certa misura, vittime della loro immaginazione, io sono pronto ad ammetterlo intendendo nel senso che essa li spinge all'inosservanza di certe leggi al di fuori delle quali la razza si sente lesa, fatto questo che ogni uomo ha conosciuto a proprie spese. Ma il profondo distacco che essi dimostrano nei confronti del nostro comportamento contro di loro, e perfino delle varie punizioni che vengono loro inflitte, permette di supporre che essi trovino un grande conforto nella loro immaginazione, che essi godano abbastanza del loro destino da sopportare che esso valga soltanto per loro. E perciò le allucinazioni, le illusioni, etc. non sono una fonte trascurabile di piaceri.

                                                                                                                   A.Breton, dal Manifesto de surrealismo      


Tuttavia il surrealismo è pure qualcosa di molto diverso dalla percezione anomala dei folli. Non si limita a trascrivere il sogno o l'allucinazione, ma cerca di scoprire il meccanismo interiore attraverso il quale opera l'inconscio. Il mezzo per giungere a questo obiettivo è l'automatismo psichico, ovvero il libero susseguirsi di associazioni mentali e di idee spontanee in un concatenamento irreversibile.

Oltre a Freud un altro importante punto di riferimento per i surrealisti è De Chirico che, con la sua pittura metafisica, è il primo a cercare l'essenza della realtà al di la' dell'esperienza sensibile, sciogliendo i nessi che legano gli oggetti ai loro luoghi naturali di appartenenza. Come nei quadri di De Chirico è fondamentale l'effetto straniante che il pittore otteneva situando la mobilia di un salotto fra le rovine dell'antica Grecia, così, riprendendo un esempio di Ernst, nella pittura surrealista può essere bello "l'incontro casuale di una macchina per cucire con un ombrello su un tavolo operatorio" perché le due realtà si trovano assurdamente "in un luogo dove tutte e due si sentono estranee. La trasfigurazione completa, seguita da un atto puro come quello dell'amore si verificherà necessariamente tutte le volte che vi sarà l'accoppiamento di due realtà in apparenza inconciliabili su un piano che in apparenza non è loro conveniente." De Chirico influenzerà in particolare Magritte, che saprà riprodurre sapientemente il senso di inquietudine e sospensione proprio delle tavole dell'italiano.

Come già era stato per il Futurismo e per il Dadaismo, pure il Surrealismo è prima di tutto una concezione di vita, un modo di intendere l'esistenza dapprima codificato dai letterati e solo poi trasformato in movimento artistico. A differenza delle altre avanguardie del Novecento il Surrealismo ha avuto influssi sull'arte moderna fino ai nostri giorni tanto da ispirare la moderna pubblicità.


GLI ARTISTI

Non si tratta di un gruppo omogeneo perché ognuno sviluppa il tema fondamentale secondo la propria personalità, con divergenze anche profonde che si possono sintetizzare in due filoni principali:

1)Le immagini dipinte derivano dalla realtà giornaliera, ma sono prive di coordinamenti logici usuali, proprio come nei sogni.                                                                                                                                                                      2)Si arriva ai limiti delle forme astratte, non per ragionamento costruttivo, ma per scelta automatica.

Voglio proporre ora una carrellata dei più importanti surrealisti e delle loro caratteristiche principali. L'analisi si soffermerà poi in particolar modo sull'opera di Renè Magritte.

Ernst      Mirò      Ray      Masson      Delvaux        Tanguy      Dalì       Magritte


ERNST

Dopo una prima esperienza dadaista, si avvicina al surrealismo e si segnala per il grande sperimentalismo che lo porta ad inventare tecniche come il collage, il frottage ed il grattage.

Ernst raggiungerà il massimo dell'automatismo con lo sgocciolamento del colore sulla tela, procedimento che ispirerà artisti del calibro di Pollock, prima di tornare ad utilizzare tecniche più tradizionali per dipingere immagini oniriche.

MIRO'

Breton di lui disse che "la sua personalità è rimasta ad uno stadio infantile". Privilegia infatti l'espressione istintiva che lo porta a dipingere quadri come "Il carnevale d'Arlecchino" prima ancora dell'uscita del Manifesto del surrealismo. A seguito della guerra civile in Spagna che turba profondamente l'animo del catalano, i colori delle sue tele si incupiscono per poi distendersi nuovamente alla fine del conflitto. In certe opere rasenta l'astrattismo come "germinazione spontanea di immagini" perché, come ha detto lui "la pittura deve essere feconda, dovrebbe far nascere un mondo"

MAN RAY

Prevalentemente fotografo, si segnala per i suoi rayogrammi, giochi ottici ottenuti mediante la sovrapposizione di lastre non esposte. La casualità del risultato è fondamentale quale automatismo psichico.

MASSON

Dotato di una solida impaginatura di origine cubista che lo distingue da ogni altro, fu condotto dal suo automatismo psichico ad una pittura sostanzialmente astratta. Sentì drammaticamente il peso della guerra di Spagna e lo riversò nei suoi quadri. Ha avuto un notevole peso nella nascita delle più moderne tendenze della pittura.

DELVAUX

Belga come Magritte, rappresenta quasi con ossessione immagini femminili viste come presenze continue, belle, verginali ed al tempo stesso demonicamente possessive. Qualcuno ha spiegato questo tema ricorrente come derivante da un complesso d'Edipo.

TANGUY

Autodidatta, viene illuminato dalla vista di un quadro di De Chirico nella vetrina di un negozio mentre si trova su un autobus. Riproduce gli oggetti in dettaglio analizzando ogni particolare, ma li pone in ambientazioni lunari, illuminati da basse luci laterali che creano lunghe ombre laterali. I titoli, che spesso non hanno riferimento alcuno con il quadro, servono a dare un'ulteriore connotazione surrealista (es.: "Mamma, papà è ferito").

DALI'

Genio o manipolatore di idee altrui? Vari e variegati sono stati i giudizi sul pittore catalano, ma non si può non ricordare il suo straordinario potere suggestivo e l'esibizionismo nel comportamento che lo hanno portato a fare della sua vita la sua principale opera d'arte. Pur sfiorando spesso il virtuosismo accademico, c'è in lui un autentico surrealismo, ossia la trascrizione della sua poetica interiore. Sappiamo anche che, per raggiungere l'automatismo, Dalì si metteva ad osservare una tela bianca anche per ore finché non sopraggiungeva l'ispirazione, dopodiché dipingeva immediatamente ciò che l'inconscio gli suggeriva.


Magritte                          Freud e l'arte


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