Il potenziale elettrico, la tensione e la forza elettromotrice

Possiamo definire il potenziale come la differenza di livello elettrico fra due corpi, o meglio quella differenza che si riscontra fra i due estremi di un conduttore filiforme. Questa differenza corrisponde al lavoro svolto dalla forza che ha agito sulla carica unitaria per farle percorrere il suddetto conduttore. Quando tutto ciò avviene in presenza di una corrente costante, si parla appunto di "differenza di potenziale", se invece avviene in presenza di una corrente variabile, si parla di "tensione elettrica". L'unità di misura della tensione è il Volt (V), in onore di Alessandro Volta che coniò la parola "tensione". Un Volt corrisponde alla differenza di potenziale che si verifica agli estremi di un conduttore della resistenza di 1 ohm al passaggio di una corrente di 1 ampere. Lo strumento che misura la tensione è il voltmetro. La "forza elettromotrice" (f.e.m.) è definita come la causa atta a generare e a mantenere una differenza di potenziale elettrico fra i due estremi di un circuito aperto, o a generare corrente in un circuito chiuso. L'inglese Lord Cavendish che, si narra, previde il momento della sua morte con un errore di soli trenta minuti, nel 1770 fu il primo ad avvicinarsi molto al concetto di "potenziale", la cui teoria è stata poi sviluppata dai matematici Pierre-Simon De La Place, nel 1782;

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