Tutti gli ulteriori dispositivi elettronici che seguiranno possono quindi essere considerati come derivati da questo effetto, denominato "effetto Edison" , la cui prima applicazione viene fatta nel 1897 da J.A. Fleming , che utilizza la unidirezionalità della corrente per la rivelazione di onde radio. Edison non conquista tutti i mille e oltre brevetti da solo: intelligentemente si avvale di molti validi collaboratori e delle loro idee per poi perfezionarle e trasformarle in oggetti utili e commerciabili, rivelandosi in ciò, oltre che un ottimo tecnologo, anche un lungimirante uomo d'affari, precorrendo di molto i suoi tempi. Un dispositivo molto simile ad una lampadina, almeno per la sua funzione di "contenitore del vuoto", in cui trova applicazione l'effetto termoionico, è il diodo. E' costituito da un'ampolla di vetro in cui è fatto il vuoto e da un filamento, interno ad esso, che riscaldato dal passaggio di corrente, emette elettroni per effetto termoionico. All'interno dell'ampolla c'è anche una placca metallica: se questa è portata a potenziale positivo rispetto al filamento ( che quindi è negativo), gli elettroni emessi dal filamento possono essere raccolti dalla placca e circola corrente. Se si invertono le polarità, gli elettroni emessi sono respinti dalla placca e la corrente non circola. I diodi a gas, invece, differiscono dai precedenti solo per la presenza nell'ampolla di vetro dove sono immersi gli elettroni di un gas rarefatto al posto del vuoto spinto.

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