<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN">
<HTML><HEAD>
<META http-equiv=Content-Type content="text/html; charset=iso-8859-1">
<META content="MSHTML 6.00.2900.3395" name=GENERATOR>
<STYLE></STYLE>
</HEAD>
<BODY bgColor=#ffffff>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Sono d'accordo sulla sostanza delle osservazioni di
Maraschini. Soltanto mi colpisce la sua veduta sulla "storia della matematica"
come "racconto". Il ripercorrere qualche punto cruciale della
storia della matematica all'interno di un percorso scolastico credo dovrebbe
essere prima di tutto un modo per fare vera matematica! Semmai con una maggiore
consapevolezza e una impareggiabile occasione di affrontare problemi
profondi e significativi.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2> </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Sì, credo proprio che la differenza sostanziale tra
i nostri alunni e quelli finlandesi stia nella serietà dell'impegno e nel valore
dato alla scuola. Ma forse gli alunni migliori in Finlandia hanno diritto ai
posti migliori nel mondo del lavoro. Forse vincono le cattedre universitarie
quelli che lo meritano. Forse gli insegnanti sono rispettati e non vengono
continuamente schiacciati dagli ulteriori problemi, spesso
cervellotici, prodotti dall'amministrazione scolastica. Forse dedicano il
loro tempo a migliorare la didattica e non a incessanti richieste burocratiche.
Forse se noi, che oggi siamo insegnanti, fossimo adolescenti nella
scuola italiana di oggi, ricevessimo quotidianamente dall'alto gli
esempi che i nostri ragazzi ricevono oggi, guardassimo i programmi che la
nostra tv ci propone oggi, beh ... forse anche noi saremmo come gli studenti
italiani di oggi!</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Scusate la divagazione ...</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Giorgio Goldoni</FONT></DIV>
<BLOCKQUOTE
style="PADDING-RIGHT: 0px; PADDING-LEFT: 5px; MARGIN-LEFT: 5px; BORDER-LEFT: #000000 2px solid; MARGIN-RIGHT: 0px">
<DIV style="FONT: 10pt arial">----- Original Message ----- </DIV>
<DIV
style="BACKGROUND: #e4e4e4; FONT: 10pt arial; font-color: black"><B>From:</B>
<A title=w.maraschini@tiscali.it href="mailto:w.maraschini@tiscali.it">walter
maraschini</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>To:</B> <A
title=cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it
href="mailto:cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it">Lista di discussione sul
software matematico</A> </DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Sent:</B> Thursday, February 19, 2009 11:24
PM</DIV>
<DIV style="FONT: 10pt arial"><B>Subject:</B> Re: [Cabrinews] PISA e i
finlandesi</DIV>
<DIV><BR></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>E invece debbo dire che non sono del tutto
d'accordo con i filo-finlandesi, ...</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>O meglio, non si può mai importare un modello e
trasferirlo in un'altra realtà senza considerarne parametri e variabili al
contorno.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>A me pare che i punti forti dell'esperienza
finlandese siano quattro:</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>a) una complessiva responsabilizzazione
precoce (unita a rispetto) dei ragazzi e dei bambini (comune alle realtà
nord e centro europee) possibile anche per un tasso di "civiltà" più elevato
(ho insegnato a Praga per tre anni e a quattro-cinque anni i bambini vanno a
scuola da soli perché funzionano tram e metro e perché ai passaggi pedonali e
ai semafori le macchine si fermano, e con largo anticipo);</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>b) la immediata presa in carico di studenti in
difficoltà da parte di squadre di insegnanti appositamente dedicati al
problema, come giustamente sottolinea Enrico Pontorno (su questo vedi il
rapporto McKinsey sintetizzato nella newsletter di Animat, scaricabile dal
sito <A href="http://www.animatinrete.it">www.animatinrete.it</A>) - altro che
l'insensatezza dei "corsi di recupero" che ulteriormente deresponsabilizzano i
ragazzi facendo loro pensare che "aggratis", senza loro diretti responsabilità
e studio, la scuola, lo stato, una mamma imbocchino loro la matematica, come
le ostie piene di formule che inghiottivano i protagonisti di uno dei viaggi
di Gulliver di Swift;</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>c) la quota di investimento sulla formazione in
rapporto al PIL che rende possibile l'intervento precedente (cfr. lo stesso
rapporto, e d'accordo con Moretto). Peraltro la Finlandia ha poco più di 5
milioni di abitanti (1/10 dell'Italia) e la complessità di questi problemi
aumenta almeno quadraticamente rispetto alla popolazione;</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>d) il sistema di formazione iniziale e in
servizio degli insegnanti, molto articolato a differenza del nostro
inesistente. Cito da Bartolini: "<FONT face="Times New Roman"
size=3>research-based teacher<BR>education seems to have some influence. But
the true explanation may be a combination of several
factors".</FONT></FONT></DIV>
<DIV> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Anche a me pare giusto che se l'obiettivo è
insegnare a parlare inglese, non si faccia tanto e solo storia della
letteratura inglese.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Anche a me pare bello </FONT><FONT
face=Arial size=2>che si faccia lavorare, congetturare,
"laboratoriare".</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Anche a me pare impossibile ritornare ai vecchi
modelli liceali della nostra scuola, il cui difetto non sta tanto nel fatto
che fosse pensata per formare le "classi dirigenti" (non vorremmo forse
che potenzialmente tutti siano dirigenti, almeno di se stessi?) quanto
nel fatto che fosse - e lo è tuttora - modellata sui figli di dirigenti e
benestanti. La nostra è una scuola che non rimescola le carte,
ma complessivamente conferma le posizioni sociali di
appartenenza.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Anche io odio le interrogazioni e un
tempo scuola concepito come un interludio tra una verifica e
un'altra.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>MA</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>la scuola è il tempo dello studio;</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>lo studio, la riflessione e la costruzione di un
pensiero organizzato (ancorché sensato, emozionante e anche divertente) sono
il centro di questo tempo, il tempio;</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>verificare modi e tempi dell'apprendimento
non costituisce un miserabile antidoto al possibile ricorso, ma un
dovere per l'apprendimento stesso, un diritto dello studente (sempre -
imporrei quasi per legge! - riconsegnare i compiti scritti entro una
settimana);</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>imparare bene qualcosa (soprattutto la
matematica, con i suoi aspetti linguistico-formali così come concettuali,
operativi e strumentali e necessariamente astratti) richiede una miscela
difficile, ma ineludibile. Tal quale imparare a suonare uno strumento: la
lettura dello spartito, la noia di eseguire le scale, l'emozione di eseguire
maldestramente un Bach, la gioia e il divertimento di inventare una
melodia, anche una semplice canzoncina.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Rimango sempre imbarazzato, e sono benevolmente
severo, di fronte alla ingenua richiesta di qualche studente che di
fronte a un compito andato male mi implora di interrogarlo, "per rimediare":
ha in testa un modello a me alieno, quello dei "brasiliani", per dirla con
Accascina, o quello di latino, greco o inglese: vabbè, la sostanza non la so,
però la vita di Tertulliano o Shakespeare te la posso sempre recitare. Ma la
matematica non è recitabile. Non abbocco mai, e per questo sono sempre
sospettoso sull'introduzione di elementi di storia della matematica
nell'insegnamento della matematica (non fraintendetemi: a me non piace il
fatto che un abborracciato racconto della matematica sostituisca la matematica
stessa, i suoi linguaggi e i suoi concetti, non che essa non sia condita
dei suoi plurimi sviluppi storico-sociali, anche fonte, e bella, di
interesse) </FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Certo, se per tredici anni di seguito (come gli
anni di scuola) ti fanno solo fare le scale su un violino, il violino poi lo
fracassi comprensibilmente sulla testa del maestro. Ma se qualcuno ti
dicesse, così, senza "maestria", sperimenta il violino, e basta, forse solo
l'alunno Paganini N., uno su 10 alla n, emergerebbe, e sarebbe
bravissimo!</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Dunque, non semplifichiamo il problema, che è
complesso di per sé.</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>Poi: gli ultimi episodi di stragi nelle scuole
proprio in Finlandia occorsero, ...</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2>walter maraschini</FONT></DIV>
<DIV><FONT face=Arial size=2></FONT> </DIV>
<P>
<HR>
<P></P>_______________________________________________<BR>Cabrinews mailing
list<BR>Cabrinews@liste.keynes.scuole.bo.it<BR>http://keynes.scuole.bo.it/mailman/listinfo/cabrinews<BR></BLOCKQUOTE></BODY></HTML>