<html><body style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; "><div><blockquote type="cite"><div><br></div></blockquote><div>Nel suo recente intervento sulle "definizioni" Mauro Cerasoli lamenta, non a torto, la scarsa rilevanza attribuita al calcolo delle probabilità nei corsi scolastici, e conclude osservando con rammarico che nell'ultima edizione dei "Giochi di Archimede" (prima fase delle Olimpiadi italiane di Matematica, novembre 2008) non appariva alcun problema di probabilità. Affermazione vera, in effetti.</div><div>Le conclusione che ne trae sono tuttavia alquanto discutibili:</div><div><br></div><div>1) Sostiene Mauro:</div><div><br></div><div> "<span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px; ">lasciare solo la dizione "Giochi di Archimede" ma di non inserirli più nel "Progetto Olimpiadi di Matematica". La Matematica non è solo algebra e geometria o analisi."</span></div><div><font class="Apple-style-span" size="4"><span class="Apple-style-span" style="font-size: 14px;"><br></span></font></div><div>Va bene reclamare uno spazio per la probabilità, che a pieno titolo va considerata un ramo della matematica; ma sostenere che non può fregiarsi del titolo di "matematica" una prova che verte su argomenti matematici diversi dalla probabilità, è quanto meno bizzarro.</div><div><br></div><div><br></div><div><br></div><div>2) Le Olimpiadi di Matematica non sono una manifestazione rivolta a un pubblico indistinto di "amanti della matematica", bensì agli studenti delle scuole secondarie superiori. Gli studenti partecipano in rappresentanza della propria scuola, perché l'iscrizione ai Giochi viene effettuata dalle scuole, non dai singoli partecipanti. I testi delle prove debbono necessariamente basarsi sugli argomenti che, in genere, si presume siano stati trattati nei normali corsi scolastici di matematica, e la probabilità rientra purtroppo minimamente in questo contesto. Il testo dei Giochi di Archimede non ha la forza di condizionare le scelte didattiche degli insegnanti. Voglio dire: se per due anni di seguito lo scritto di matematica per la maturità scientifica contiene, per esempio, la sezione aurea, di certo gli insegnanti si impegneranno ad approfondire questo argomento; invece, se la sezione aurea o la probabilità mettono in difficoltà i partecipanti ai giochi di Archimede, sicuramente qualche responsabile scolastico lamenterà l'eccessiva difficoltà della prova, ma non per questo rivedrà la sua linea didattica.</div><div>La probabilità non è del tutto assente dai testi delle prove italiane delle varie fasi delle Olimpiadi della Matematica, come si può vedere dai testi delle prove assegnate, disponibili qui:</div><div><br></div><div><a href="http://olimpiadi.dm.unibo.it/index.php?archivioDownloads=1">http://olimpiadi.dm.unibo.it/index.php?archivioDownloads=1</a></div><div><br></div><div>tuttavia nella quasi totalità dei casi si tratta semplicemente di problemi di calcolo combinatorio, o comunque di enumerazione di "casi favorevoli e casi possibili". In effetti è un peccato; tuttavia porvi rimedio non è facile, come detto sopra.</div><div><br></div><div>3) Questa è soltanto una precisazione, che non cambia la sostanza delle osservazioni.</div><div>Nella prova dei Giochi di Archimede di novembre 2008, i quesiti 1, 2, 3, 4, 5, 14, 15, 16, 17, 19, 20, 22 (dodici in tutto) del testo "triennio" figurano anche nel testo "biennio" La cardinalità dell'insieme unione {quesiti biennio}U{quesiti triennio} non è 20+25=45, somma semplice delle cardinalità dei due insiemi, bensì 20+25-12=33, in base al "principio di inclusione-esclusione", che di certo Mauro conosce bene.</div><div><br></div><div>Infine, un paio di precisazioni personali.</div><div><br></div><div>1) Condivido completamente l'auspicio di Mauro, che la probabilità trovi maggiore spazio nei programmi scolastici (e conseguentemente nelle gare matematiche). Personalmente amo molto la probabilità, pur non essendone uno studioso a livello scientifico; sono anche autore di un libro (a livello divulgativo) su questo argomento (P.Negrini-M.Ragagni, La probabilità, Carocci ed., Roma 2005); pochi giorni fa ho curato uno "stage locale" richiesto dal responsabile provinciale di Ravenna per le Olimpiadi, che si è svolto in due pomeriggi, dedicati uno alla geometria, uno alla probabilità.</div><div><br></div><div>2) Poiché sono membro della Commissione Olimpiadi della Unione Matematica Italiana, desidero precisare che questo mio intervento esprime opinioni strettamente personali, non concordate cioè con gli altri componenti della Commissione, i quali dunque possono condividere oppure no le mie affermazioni.</div><div><br></div><div>Paolo Negrini</div><div><br></div><br><blockquote type="cite"><div>Dimenticavo: alle ultime olimpiadi di matematica (o Giochi di Archimede) del 19 novembre 2008, su 20+25 = 45 problemi proposti, l'insieme di quelli di probabilità era di "misura nulla" (non importa se area o volume). Quasi tutti erano di geometria e di algebra. Visto che si è parlato di definizioni, suggerirei all'UMI, al MIUR e alla SNS di Pisa, di lasciare solo la dizione "Giochi di Archimede" ma di non inserirli più nel "Progetto Olimpiadi di Matematica". La Matematica non è solo algebra e geometria o analisi.<br>Un abbraccio<br>Mauro<br></div></blockquote></div><br></body></html>