<html><body style="word-wrap: break-word; -webkit-nbsp-mode: space; -webkit-line-break: after-white-space; ">
<br><div><div>Il giorno 19/gen/09, alle ore 20:06, Margherita Dini ha scritto:</div><br class="Apple-interchange-newline"><blockquote type="cite"> <div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-stroke-width: -1; ">In un vecchio dizionario etimologico ho trovato quanto riporto di seguito, ma non mi è chiara la spiegazione, soprattutto nelle parti che sottolineo.</span></div> <div><font face="Arial"></font> </div> <div><span class="Apple-style-span" style="-webkit-text-stroke-width: -1; ">da "elleipsis", deficienza, mancamento, dal verbo "elleipo", mancare, denominazione data dagli antichi Geometri greci a questa figura, perché tra le altre sue proprietà una è questa, che <u>i quadrati dell'ordinate sono minori (o difettivi) dei rettangoli sotto i paramenti e le abscisse</u>. </span></div></blockquote><br></div><div>Brevemente: se prendiamo come asse x quello che passa per i fuochi e poniamo l'origine in un vertice (come faceva, in buona sostanza, Apollonio di Perga), le equazioni delle coniche assumono questa forma:</div><div><br></div><div>parabola: y^2 = px;</div><div><br></div><div>ellisse: y^2 = px - qx^2;</div><div><br></div><div>iperbole: y^2 = px + qx^2.</div><div><br></div><div>Quindi la deficienza (nel caso dell'ellisse) o l'eccedenza (per l'iperbole) sono riferite al caso limite della parabola.</div><br><div>Maurizio</div><div><br></div></body></html>