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Scrive Enrico Pontorno<div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;"><div>
<div>> 'CI PUO' ESSERE SCUOLA SENZA COERCIZIONE?'</div></div></blockquote><div><br>Sarò forse subissato da critiche (o più utilmente ignorato) ma ho detto a qualche mio studente:<br>"Mi raccomando, teniamoci in contatto, mi sappia dire dove lavora e cosa fa. Così potrò starle alla larga: magari sarà un chirurgo e dimenticherà il bisturi in una pancia, o un ingegnere e il suo ponte non reggerà il carico..."
<br><br>Ovvero: il fatto che LUI studi interessa ME (cittadino) non solo LUI.<br><br></div>Imparare dev'essere ritenuto importante per sè ma è anche un dovere civico.<br>E' come pagare le tasse: un domani sarò ammalato e vedrò che la solidarietà delle tasse pagate da tutti (in strutture che funzionano, però) mi permetterà di operarmi senza vendere la casa.
<br><br>In alcuni paesi si pensa che lo studio possa essere anche uno strumento di promozione sociale: non in Italia, dove la mobilità sociale è frenata da "ben altri" meccanismi di cooptazione.<br><br>CI PUO' ESSERE SCUOLA SOLO CON L'ADESIONE degli studenti al progetto della scuola (PER FORZA O PER AMORE dicono a Siena).
<br><br>NOTA: Sto parlando del triennio delle superiori.<br><br>Ad un Consiglio di Classe dice un genitore: "Bisogna motivare i ragazzi". Io rispondo "Lei ha davanti a sé il miglior gruppo di docenti che sia possibile avere in regione (nel senso: anche altri ma non di più), quindi dall'Istituzione scolastica viene il massimo: partiamo da qui".
<br><br>Devo dire che molti ragazzi del Liceo di Udine in cui insegno ADERISCONO alla scuola e - nel quadro delle loro possibilità - si danno tanto da fare. Così hanno soddisfazione loro, abbiamo soddisfazione noi docenti, è contenta la Società.
<br><br>O funziona così o non funziona.<br><br>Furio Petrossi<br><br></div>