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Gio 19 Feb 2009 17:20:20 CET


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Cc          : 
Date      : Mon, 4 May 2009 18:12:14 +0200
Subject : [Cabrinews] Per fare due chiacchiere sulle sfide educative







> Dal sito del Messaggero di Roma
> 
> La vera sfida educativa? Insegnare senza effetti speciali
>  
>  di Giorgio Israel
> 
> ROMA (4 maggio) - Per secoli la retorica, come arte dell'esposizione de=
l pensiero, =E8 stata una branca fondamentale della conoscenza. Sebbene, =
a livello specialistico, vi sia un nuovo interesse per la retorica, 
> nell'accezione comune il termine ha un connotato negativo, quasi sprege=
vole, sinonimo della capacit=E0 di vendere fumo per arrosto. La retorica =
altererebbe la trasmissione onesta e oggettiva dei concetti e andrebbe pr=
oscritta nell'istruzione per evitare che l'allievo sia ridotto a subire p=
assivamente le prodezze verbali dell'insegnante. Di qui il discredito del=
la lezione "ex-cathedra" simbolo di un'istruzione retorica e trasmissiva,=
 che uccide la partecipazione attiva del discente. Chi =E8 nostalgico del=
la lezione "ex-cathedra" sarebbe un "laudator temporis acti", un lodatore=
 del passato.
> 
> Si tratta di affermazioni "retoriche" nel senso cattivo del termine. L'=
insegnamento partecipato e che vede l'intervento attivo dell'allievo =E8 =
vecchio di pi=F9 di duemila anni quantomeno fin dalla scuola peripatetica=
 e non esclude affatto l'utilit=E0 delle lezioni "ex-cathedra". Piuttosto=
, nell'ansia di compiacere i giovani e accattivarseli secondo quello stil=
e dei vecchi privi di dignit=E0 bene descritto nella Repubblica di Platon=
e abbiamo trascurato l'importanza di ascoltare. Bisognerebbe leggere nell=
e scuole e nelle universit=E0 l'Arte di ascoltare di Plutarco per ramment=
are che "se =E8 vero che chi gioca a palla impara contemporaneamente a la=
nciarla e riceverla, nell'uso della parola, invece, il saperla accogliere=
 bene precede il pronunciarla, allo stesso modo in cui concepimento e gra=
vidanza vengono prima del parto" e che occorre apprendere, ascoltando un =
altro, a evitare di "agitarsi o abbaiare a ogni sua affermazione, e anche=
 se il discorso non =E8 troppo gradito, pazientare e attendere che chi st=
a dissertando sia arrivato alla conclusione" e poi "guardarsi dall'invest=
irlo subito di obiezioni" ma prima riflettere a fondo.
> 
> Perci=F2, il necessario coinvolgimento dell'allievo (pi=F9 in generale,=
 dell'ascoltatore) nel discorso deve essere preceduto da una presentazion=
e organica e pienamente dispiegata. E ci=F2 significa anche presentare be=
ne, con un'arte del discorso. Non si tratta di un aspetto formale, bens=EC=
 profondamente sostanziale.
> 
> Chi presenta bene ha pensato a fondo a come rendere chiari e trasparent=
i i concetti che vuol comunicare e il dispendio di tempo ed energie che h=
a posto in quest'opera esprime il rispetto che porta per chi ascolta. Egl=
i non si limita a sciorinare piattamente una serie di concetti per abband=
onarli subito alla discussione, ma impegna tutto se stesso in una present=
azione convincente, chiara e anche appassionata. Con questa passione tras=
mette l'importanza che egli attribuisce a quel che dice e sottolinea gli =
aspetti che lo studio e la riflessione gli hanno fatto ritenere fondament=
ali. Pertanto l'arte retorica =E8 una componente fondamentale del discors=
o e dell'insegnamento. Lo sa bene chi abbia avuto un vero maestro, uno di=
 quelli che sanno appassionarti a una materia e sanno stabilire un dialog=
o autentico, non l'abbaiare fintamente democratico di cui parla Plutarco.=

> 
> Tra le manifestazioni di falsa democrazia va annoverato un certo stile =
disinvolto di insegnanti che si presentano in aula con l'aria del genio p=
azzo, trascinando sulle ciabatte jeans sdruciti per propinare sciattament=
e una filastrocca di nozioni in cui l'arte retorica si riduce a ravvivare=
 l'esposizione con battute umoristiche. Si trascura il fatto che lo stile=
 impresso a un incontro intellettuale ne determina il livello dei contenu=
ti e un certo rigore (non formale) induce a pensare in modo riflessivo e =
non superficiale.
> 
> L'introduzione di nuovi e potenti mezzi tecnologici dall'ormai arcaica =
lavagna luminosa alle presentazioni multimediali "powerpoint" mediante il=
 calcolatore, fino alle lezioni registrate scaricabili in rete richiedono=
 un ripensamento delle modalit=E0 dell'insegnamento e della comunicazione=
 intellettuale. Da un lato, sarebbe puerile e vano pensare di farne a men=
o: si rischierebbe di fare come quel mio lontano parente che, proprietari=
o di una ditta di trasporti a cavallo, all'apparire dei camion disse "non=
 dura", e naturalmente fall=EC. D'altro lato, non bisogna dimenticare che=
 ogni strumento tecnologico non deve diventare il fine bens=EC essere pie=
gato a un fine, che =E8 quello di comunicare pensieri e concetti. Pertant=
o l'arte retorica non scompare con i nuovi strumenti ma deve assoggettarl=
i.
> Purtroppo spesso accade il contrario: insegnanti e conferenzieri (ma an=
che laureandi) ridotti a bacchette che indicano liste di concetti numerat=
i in una "slide". 
> 
> L'autore della presentazione scompare: egli legge con gli astanti quant=
o =E8 scritto nella presentazione. Nessuno gli bada, tutti guardano lo sc=
hermo, nella noia mortale di una voce inevitabilmente piatta e anonima. G=
li studenti sono costretti a passare ore nella penombra. Non c'=E8 pathos=
 partecipativo e la lista della spesa dei concetti perde ogni forza di co=
nvincimento. In fondo, non si sa pi=F9 neppure se chi la presenta l'abbia=
 pensata davvero o l'abbia scopiazzata da qualche parte. Tanto =E8 eviden=
te il rischio della noia e del disinteresse che i programmi informatici o=
ffrono una pletora di "animazioni" volte a ravvivare l'attenzione: potreb=
be darsi una prova migliore di quanto l'arte retorica sia necessaria? Ma =
chi usa queste animazioni in modo passivo anzich=E9 funzionale ai suoi sc=
opi, ne cade vittima. Ricordo il caso di un conferenziere che ricorse a t=
utte le animazioni visive e sonore possibili, dal rumore di vetri infrant=
i allo scroscio d'acqua, fino a che dal fondo della sala un sarcastico "t=
roppi effetti speciali!" demol=EC la conferenza in una risata generale.
> 
> L'arte retorica =E8 ineliminabile. Tanto vale porre al centro quella au=
tenticamente umana. In quest'ottica un uso molto parco e accuratamente pe=
nsato dei mezzi tecnologici pu=F2 essere efficacissimo: qualche immagine =
di un personaggio di cui si parla, una citazione importante di un paio di=
 righe al massimo e, quando si vuol concentrare pienamente l'attenzione s=
u quanto si dice, uno sfondo vuoto. Al contrario, chi sostituisce la tecn=
ica retorica con quella formalizzata nel programma informatico riduce se =
stesso a un imbarazzante burattino di cui non si sa neppure se sia capace=
 di pensare autonomamente. Per questo motivo l'uso delle presentazioni "p=
owerpoint" nelle sedute di laurea andrebbe vietato (con l'eccezione dei m=
ateriali contenenti grafica complicata). 
> 
> Quanto a chi crede che le lezioni possano essere sostituite completamen=
te da registrazioni scaricabili in rete, non si rende conto che una lezio=
ne (come qualsiasi comunicazione orale) =E8 innanzitutto una relazione tr=
a persone che trae il suo fascino e trova la sua pienezza in un rapporto =
che deve avere una fisicit=E0, una collocazione spazio-temporale definita=
. Non rendersi conto di questo e pensare di poter eliminare la relazione =
interpersonale diretta non pu=F2 che aprire la strada a forme gravi di de=
grado intellettuale e culturale. 
>  
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