[Cabrinews] Re: [fondanimat] documento

maria.cantoni maria.cantoni a alice.it
Ven 26 Ott 2007 16:17:22 CEST


Osservazioni interessanti e mi pare che  il punto 10, sia determinante, come 
il punto 3 importante  per operare concretamente.

Maria Cantoni

----- Original Message ----- 
From: "Paolo Francini" <fra_paolo a fastwebnet.it>
To: <fondanimat a googlegroups.com>
Sent: Thursday, October 25, 2007 10:22 PM
Subject: [fondanimat] documento



Il contributo inviato da Maraschini è a mio avviso molto apprezzabile e può
essere una valida base di partenza.

Vorrei fare giusto qualche osservazione spicciola, sperando che poi si possa
arrivare a qualcosa di organico e sistematico.

1. Intanto, in generale è secondo me importante che l'associazione sia
estremamente agile e rapida, senza pesantezza burocratica.

2. La discussione nazionale dovrebbe svolgersi al 99% via web, in modo anche
da arrivare a decisioni veloci e condivise, ma veri e propri congressi
saranno necessari molto raramente. Importante che le posizioni espresse dai
singoli A NOME DELL'ASSOCIAZIONE (ad esempio in articoli, interventi
pubblici, interviste, lettere, dichiarazioni) siano effettivamente approvate
dall'associazione. Quindi estrema flessibilità organizzativa, ma anche
estrema correttezza da parte di tutti verso l'associazione e la sua immagine
pubblica.

3. Al contrario, sarebbe bello se, localmente, si attivassero dei poli
locali che si ritrovano spesso, anche solo per scambiarsi esperienze,
comunicarsi materiali, fare piccoli seminari a turno, discutere un problema
di matematica proposto da qualcuno, commentare il compito dell'esame di
stato, fare iniziative nelle scuole, etc. Senza lungaggini, autorizzazioni,
etc. Chiedere un'aula o una sede ad una scuola o università o un comune etc
a nome di un'associazione nazionale dovrebbe rendere le cose molto più
facili, piuttosto che andar lì a titolo personale.

4. Oltre al dibattito nazionale, saranno necessari dei veri e propri
organismi di coordinamento elettivi, per poter agire da associazione
pubblicamente, su questo ci sono pochi dubbi. Sarà importante che questi
organismi non diventino delle burocrazie, ma siano dei semplici comitati,
necessari giuridicamente ed operativamente, ma che nella realtà concreta
agiscono in armonia con il dibattito generale al quale partecipano gli
associati, più o meno in tempo reale (grazie al web). Niente giochi di
corridoio. I vari comitati abbiano il potere strettamente necessario per far
funzionare l'associazione e coordinarne le attività, ma senza soffocare la
spontaneità delle iniziative e senza creare oligarchie. Se si crea senso di
distacco, l'associazione muore in culla.

5. Sono del tutto d'accordo con quanto sostenuto da Maraschini circa coloro
a cui si rivolge l'associazione: gli insegnanti di matematica, a tutti i
livelli, in relazione alle questioni sollevate dall'insegnamento stesso, in
senso ampio.

6. La situazione della matematica in Italia, lo sappiamo, è pessima su molti
fronti. Dovremo sforzarci di dire la nostra al riguardo, capire quali sono i
punti deboli, ne abbiamo titolo, le idee non ci mancano di certo. Finora
nessuno lo ha fatto. Potrebbe essere il tema, provocatorio, per una prima
conferenza: "Perché siamo somari in matematica?". Di questo si tratta.

7. Giusto portare avanti l'iniziativa sull'Esame di Stato, e giusto porre la
questione da noi avanzata (quali contenuti, quale valutazione) diritta in
mezzo all'agenda del neonato comitato che si insedierà. Però non parlerei né
di "scandalo" né di "vergogna", meglio toni più istituzionali, oltretutto si
rischia di apparire conservatori e avversi alle novità. Assumerei una
posizione costruttiva, propositiva, segnalando le criticità della prova
somministrata e quali siano i nodi da sciogliere.

8. Perché creare l'associazione. Maraschini ha elencato più che valide
ragioni. Io vorrei sintetizzarle. E' semplice: non esiste alcuna
associazione professionale disciplinare di insegnanti di matematica il cui
oggetto d'interesse prevalente sia l'insegnamento della matematica e le
questioni ad esso correlate, che gli possa servire da punto di aggregazione
e da veicolo di comunicazione con l'opinione pubblica, le istituzioni
(eventualmente il mondo economico...). L'UMI è un'associazione di
MATEMATICI, i quali sono anche (in genere) insegnanti ma l'oggetto centrale
dell'UMI non è l'insegnamento della matematica ma il coordinamento tra
matematici attivi nella ricerca. Verso il mondo scolastico, l'UMI ha un
rapporto apprezzabile per certi aspetti ma paternalistico. Se non si esce
dalla logica del paternalismo e non si assume la diretta rappresentanza di
se stessi, se non ci si arrischia ad esercitare il giusto protagonismo,
difficile sfuggire a un destino di grigiore. Questo atteggiamento
rinunciatario, questo delegare ad altri la propria rappresentanza, possiamo
vederlo, non ha condotto a grandi risultati. Meglio faticare un poco e darsi
da fare, magari fare qualche sbaglio, ma sbagliare da sé.

9. D'accordissimo ad ispirarsi a un modello come l'AIF. Mi sembra un valido
esempio nella direzione dove vorremmo andare anche noi.

10. Sul carattere. Niente corporativismi o rivendicazioni becere.
L'associazione dovrà contribuire ad un insegnamento di maggior qualità,
responsabile, attivo e moderno. L'idea di formazione matematica da portare
avanti dovrebbe proporre un contenuto ricco, concettualmente aperto e
critico, attento alla problematizzazione, all'elaborazione di congetture e
strategie, all'esplorazione. D'accordo per creare una cittadino matematico,
ma più in generale io parlerei di portare uno "spirito matematico" nel
cittadino: che sia insegnante o avvocato o dirigente pubblico o vigile
urbano. Un aspetto essenziale sarà inoltre la cura per l'aspetto storico
della matematica. Dovremo darci da fare perché sia superata, nella pratica
didattica, la presentazione della matematica come corpo monolitico a se
stante, priva di storicità, già compiuta, riferita solo a se stessa.
Viceversa, da Archimede a Newton, a Galilei, a Von Neumann a Betrand Russel,
etc., la matematica è un prodotto umano, nasce in epoche diverse, si
sviluppa in modi disomogenei, si evolve in stretto rapporto con la cultura
generale delle varie epoche, ha relazioni profonde con il pensiero
filosofico, le scienze fisiche, gli sviluppi tecnologici, le strutture
scolastiche, scientifiche e produttive delle varie civiltà. Un insegnamento
vitale deve necessariamente essere ricco di risonanze storiche. Mi spingerei
fino a parlare di "insegnamento umanistico" della matematica come bandiera
da portare avanti, laddove la "matematica per il cittadino", che pure
condivido, finisce per limitarsi ad una connotazione di tipo "civico" e
"utilitaristico", a mio avviso giusta ma non ancora sufficiente.

11. La data di fondazione formale. A mio avviso si può anche far prima del
25 aprile... mi sembra un po' troppo in là. E' come rinviare tutto a tra un
anno. Credo che la fondazione debba avvenire entro 2 o 3 mesi, anche a costo
di avere raccolto un numero di adesioni non ancora altissimo, magari in
forma ancora (come si dice oggi) "costituente". Ad attendere la compiutezza
prima di essere operativi, c'è il rischio di partire troppo lenti ed
infiacchirsi.

12. Ultimo ma non ultimo, il nome.
Personalmente mi sto orientando verso ANIMAT, che, oltre all'acronimo:
- presenta un gioco di parole evocativo anima-matematica-animata, ha un
sapore dinamico, mentre "anima" da solo non mi suona bene, è un po' (come
dire) troppo emotivamente "sdolcinato";
- si capisce subito (o quasi subito) che la cosa ha a che fare con la
matematica, è rapidamente comunicativa (mentre, nel caso di "anima",
toccherebbe spiegarlo perché non è evidente che un'associazione con quel
nome tratta di matematica);
- è una sigla seria e dignitosa ma anche simpatica, non troppo
"sindacalese".

13. Ultimissimo.
La I di "insegnanti" o la I di "insegnamento"? Privilegiare i soggetti o
l'oggetto dell'associazione? E' un bel rebus. Entrambe le scelte hanno dei
pro e dei contro. Al momento, preferirei "insegnanti", posando l'accento
sulla concretezza delle persone che si impegnano piuttosto che
sull'astrattezza della questione, anche a costo di dare un'immagine un po'
più corporativa. Pur sempre meglio che il sentore vagamente accademico di
una cerchia di studiosi intento a discettare sulle sottigliezze della
questione. Credo che il rimando alla concreta situazione degli insegnanti in
carne ed ossa possa agevolare l'immedesimazione e l'adesione dei nostri
colleghi.

Scusate la frammentarietà, non ho tempo per scrivere qualcosa di più
organico.
Un saluto.

Paolo




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