Idealismo

Teoria della realtà e della conoscenza che attribuisce all'intelletto un ruolo fondamentale nella costituzione del mondo: nel corso della storia della filosofia, il concetto di idealismo ha conosciuto numerose elaborazioni e applicazioni. Nella sua forma più radicale esso equivale al solipsismo, la concezione secondo cui la realtà coincide con l'attività intellettiva dell'Io e nulla esiste realmente all'infuori dell'Io. L'idealista, tuttavia, non nega l'esistenza del mondo esterno o naturale, e si oppone anzi a chiunque pretenda di poterlo ridurre a un mero processo di pensiero. L'attività dell'intelletto, d'altro conto, è in grado di generare e conoscere modalità dell'essere che altrimenti non potrebbe esistere, come il diritto, la religione, l'arte e la matematica. Inoltre, il modo in cui gli oggetti naturali si manifestano nell'esperienza umana è in qualche misura una conseguenza dell'attività dell'intelletto, ed è fondamentale considerare quest’influenza se si desidera che le indagini sul mondo abbiano un carattere scientifico. Nel XVIII secolo, il filosofo irlandese George Berkeley affermò che ogni realtà oggettiva si può ridurre a idea: ciò comporta che ogni aspetto dei fenomeni di cui si ha coscienza sia riducibile alle idee presenti nella mente. Le idee, tuttavia, non dipendono dall'esistenza di oggetti esterni, ma sono prodotte nella mente umana direttamente da Dio. Dal canto suo Immanuel Kant formulò una versione meno radicale dell'idealismo mediante un'indagine critica sui limiti della conoscenza possibile. Secondo Kant, tutto quel che si può conoscere degli oggetti è il modo del loro apparire nell'esperienza (fenomeno); non è invece possibile conoscere ciò che le cose sono in sé (noumeno).Egli, tuttavia, asserì che i principi fondamentali della conoscenza si fondano sulla struttura della mente del soggetto percepente piuttosto che sull'esistenza del mondo esterno. All'idealismo "soggettivo" di Berkeley, Kant contrapponeva pertanto un idealismo "trascendentale": soltanto l'elemento formale della conoscenza è relativo al soggetto, mentre ciò che si conosce è oggettivo. Nel XIX secolo, il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel negò la teoria kantiana secondo cui l'intelletto umano è costitutivamente incapace di conoscere ciò che le cose sono in sé, sostenendo al contrario la fondamentale intelligibilità di ogni aspetto del reale. Secondo Hegel, inoltre, le conquiste più preziose dello spirito umano (la cultura, la scienza, la religione e lo stato) non sono il risultato di processi naturali dell'intelletto, ma sono prodotte dalla dialettica, l'attività di una ragione libera che riflette. Propria dell'idealismo "assoluto" o "oggettivo" è la concezione del mondo quale obiettiva idealità razionale, che si trova anche in altre versioni del pensiero idealista, nelle opere dei tedeschi Johann Fichte e Friedrich Schelling, del britannico Francis Bradley, degli statunitensi Charles Peirce e Josiah Royce.

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