BOT E LIQUIDITA'

LA LIQUIDITA'

Il giorno 7 marzo 1998, la liquidità continuava a riversarsi a fiotti sul mercato azionario, una pioggia di scambi da 4662 miliardi. Un clima di euforia esagerato che continuava a spingere verso l'alto le quotazioni. Così, Piazza Affari, in linea con tutte le principali Borse internazionali, ha aggiunto un altro 1,77% ai consistenti rialzi già messi a segno all'inizio dell'anno. La Borsa, lanciata dalle valutazioni tedesche sulla partecipazione dell'Italia all'Unione monetaria europea, ha tratto nuovi stimoli dalla prospettiva di una rapida riduzione dei tassi a breve, inevitabile per adeguarsi al livelolo dei tassi prevalenti in Europa. I rialzi sono stati diffuse su tutto il listino, hanno frenato il rialzo dell'indice big del listino come Telecom e Olivetti. I principali titoli in netto rialzo sono gli industriali e in particolare la Fiat, i finanziari e creditizi e in particolare quelli collegati al risparmio gestito a causa del grosso successo dei Fondi comuni di investimento come Fideuram e Mediolanum e anche i non finanziari soprattutto Mediaset.                                                                                                                                 Anche il 27 marzo si è registato un enorme aumento della liquidità, nonostante tutte le Borse estere avessero già smorzato il rialzo e molte di esse fossero addirittura negative. A bloccare qualsiasi iniziativa ribassista è la continua liquidità che arriva dai titoli di stato. Particolarmente deciso è stato il rialzo di Alleanza, Imi e Olivetti.                                                                                                                                 

  I BOT

Il rendimento dei BOT a sei mesi è sceso, come rivela il "Sole 24 ore" del giorno venerdì 27 marzo, di una ventina di punti base, con quello annuale invariato, mentre quello dei CTZ è calato di 8 punti base per la durata più breve e di 4 per quella biennale. Con il progressivo quanto costante spostamento della domanda dei risparmiatori verso strumenti finanziari diversi dal titolo pubblico, in particolare azioni e obbligazioni indicizzate a pacchetti di azioni come risulta dall'andamento del mercato finanziario italiano, oltre a varie forme di risparmio gestito, cresce l' incidenza della componente istituzionale, costituita soprattutto dalle grandi compagnie bancarie e assicurative della domanda in asta, poichè per mantenere questo riconoscimento devono garantire sempre una percentuale qualificata delle sottoscrizioni sul mercato primario.