La prima grandezza da misurare è l'Attività della sorgente radioattiva, che rappresenta il numero di disintegrazioni in un secondo e può essere misurata con i metodi già descritti. Utilizzando uno dei due tipi di contatore si è appurato che in 1g di Ra²²⁶ avvengono 3,7x10¹⁰ disintegrazioni per secondo e, dato che ciò fu scoperto dalla scienziata franco-polacca Marie Curie, tale grandezza prese il suo nome, è appunto misurata in Curie (Ci). Questo è l'unità di misura tradizionale, mentre nel S. I. è usato il Becquerel (Bq) che conta una disintegrazione al secondo. La relazione tra Ci e Bq è la seguente:

1 Ci = 3,7 x 10¹⁰Bq.

I sottomultipli del Ci sono:

- il millicurie (mCi);

- il microcurie (mCi);

- il nanocurie (nCi);

- il picocurie (pCi).

L'energia ceduta dalla radiazione ad un campione è definita Dose di radioattività e la sua unità di misura nel S. I. è il Gray (Gy) che corrisponde ad uno Joule di energia per Kg di tessuto. Tradizionalmente, però, si usa il rad (radiation absorbed dose), che equivale a 10^-2 J di energia per Kg di tessuto e un Gy equivale a 100 rad. I sottomultipli del rad sono:

- il millirad (mrad);

- il microrad (mrad).

La dose di radioattività non è, però, uguale a quella della radioattività assorbita. Bisogna, infatti, tener conto del fattore Q, detto "efficacia biologica", che rappresenta il danno determinato dalle varie radiazioni. Per le radiazioni b e g il valore di tale fattore è uguale a uno, mentre per le particelle a, essendo il danno prodotto venti volte superiore rispetto quello delle precedenti, il valore di Q si aggira intorno a venti.

Il valore della dose di radioattività assorbita è dato dal prodotto della dose di radioattività per l'efficacia biologica Q.

L'unità di misura nel S. I. è il Sievert (Sv), vale a dire Gy x Q, ma tradizionalmente si utilizza il rem (roentgen equivalent for man: equivalente roentgen per l'uomo), in pratica rad x Q e 1 Sv = 100 rem.

I sottomultipli del rem sono:

- il millirem (mrem);

- il microrem (mrem).